Capolavoro di autentica arte – Supera le quattrocento pagine e si presenta quasi come una raccolta di atti di un importante convegno. L'organo della chiesa di S. Agnese di Somma Lombardo si lascia sfogliare in un corposo testo intitolato "È riuscito del più gradevole effetto. L'organo "Giuseppe Bernasconi" (1876) di Somma Lombardo fra storia e restauro" curato da Elena Previdi. Il testo è uscito all'indomani di un lungo e complesso restauro del prezioso strumento musicale, un'impresa che si è configurata come l'ultimo tassello di un complesso progetto di recupero dell'intero edificio sacro di Somma, durato quasi un decennio.
Il peso della regia della rinnovata e complessiva attenzione a questo strumento è stato portato avanti dall'architetto Michela Grisoni, responsabile dell'Archivio Plebano di S. Agnese, dal musicolo Matteo Mainardi e dal maestro Thomas Scardoni, direttore della locale corale di Santa Cecilia e organista della basilica cittadina. Ma andiamo con ordine, giacché, pagina dopo pagina, viene narrata la storia di questo prezioso strumento in ogni sua componente storica e di bellezza artistica. Lo strumento, così come è giunto a noi, risulta opera di Giuseppe Bernasconi che lo costruì nel 1876. Successive importanti modifiche avvennero per mano di Cesare Bernasconi, fratello di Giuseppe che lo ristrutturò cercando di adattarlo alle tendenze organarie ed organistiche in voga tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.
Il recupero a seguito del restauro – Nel volume, che contiene numerosi contributi di storici ed esperti, si
prevosto di Somma
spazia nella storia per giungere a tracciare una vasta panoramica della musica moderna. Se Marco Ruggeri tratta dei percorsi evoluti nell'organaria lombarda del XIX secolo, Matteo Mainardi affronta la vasta panoramica sulla musica per organo nell'Ottocento italiano tra musica sacra e rappresentazioni teatrali. Alla vasta e complessa trama delle vicende architettoniche e decorative dell'organo di S. Agnese è dedicato il saggio di Michela Marisa Grisoni, mentre Maurizio Isabella approfondisce l'attività di Giovanni Battista Cagnola, organaro proprio nel centro di Somma. A Giovanni Mascioni è affidato il compito di narrare per iscritto il restauro dell'organo in tutte le sue fasi e difficoltà, un contributo arricchito da un vasto apparato fotografico che permette di osservare lo strumento dal suo interno. Così si è rinnovata l'antica melodia e la bellezza delle arti figurative si è arricchita delle armonie dei suoni dell'organo restaurato.
Proseguendo nella scorsa del volume, arricchito da un vasto apparato di note e di riferimenti bibliografici oltre che documentari, si incontra il saggio di Angela Buompastore che ci restituisce cenni di vita musicale intorno al nostro antico strumento. E se Paola Carlomagno si spinge fino a Londra per raccontare la vicenda dei Tamborini di Casorate, Michela Marisa Grisoni apre un ampio squarcio sulla ricerca d'archivio che ha preceduto, accompagnato e sostenuto l'opera di restauro. Nè potevano mancare, in un volume serio e prezioso come questo, un corposo glossario terminologico finale e non poche pagine di trascirizione documentarie (a cura di Michela Marisa Grisoni). Sul nostro portale, nei mesi estivi, sarà visibile uno Speciale televisivo con tutte le interviste e le immagini dell'antico e prezioso organo sommese.