Una vita dedicata all'arte – Una carriera quarantennale e la voglia di continuare a creare sculture e stupire. Luigi Bennati, uno dei più attivi e longevi scultori della nostra provincia, ci apre le porte del suo studio in via Volta a Gazzada. Un atelier gremito di gessi, bronzi, marmi, legni. Un luogo vissuto e amato, dove il Bennati sfoga la sua vena creativa. Oggi tutti si dicono artisti, partecipano a collettive, concorsi di paese. Ma chi più di Luigi Bennati sa cosa vuol dire essere artista? Ha percorso la sua strada da solo, senza genitori, senza eredità, senza maestri. Si è sempre definito uno scultore semplice, diretto, essenziale. Nel suo laboratorio si assapora la concretezza del lavoro di mazza e di scalpello. Dalle mani del Bennati emergono figure scampate all'ovvio della cronaca, emozioni scaturite dalle vicissitudini personali, omaggi ai caduti delle guerre e ai partigiani. Una scultura mai asettica ma sempre densa di significati, opere che suscitano riflessioni profonde.
E a testimoniare la sua vena artistica e creativa, quattro illustri premi: nel 1971 è stato insignito del titolo di
Cavaliere della Repubblica, nel 1974 del premio "Marc'Aurelio" a Roma, nel 1977 del "Dante Alighieri" sempre nella capitale e nel 1978 del "Madonnina" a Milano.
Le sue opere più celebri – Il monumento alla Resistenza a Varese, quello ai Caduti e agli Invalidi del Lavoro di Legnano, la statua dedicata a San Giovanni di Dio a Cernusco sul Naviglio, le porte della Parrocchiale del suo paese, Gazzada Schianno. Tra i bronzi ricordiamo le statue che raffigurano la maternità, la prostituta, Papa Paolo VI. Tutte figure di uomini e donne: i leit motiv che accomuna l'intera attività artistica del Bennati. L'ultimo respiro di Cristo, un bimbo fasciato, l'unione di corpi, un torso d'uomo: queste le opere realizzate in legno, il materiale preferito dell'artista. Attento ai particolari, durante la sua carriera lo scultore ha creato diversi ritratti in bronzo: da Antonio Ghiringhelli a Adolfo Magni, da Bruno Cremona a Giovanni Borghi. Tutti riprodotti con fedeltà e precisione. Come ogni buon scultore, nell'archivio del Bennati non mancano i disegni preparatori.