La Repubblica del libero pensiero – 110 proposte elaborate dai diplomandi, ora neo-architetti, dell'Accademia di Architettura di Mendrisio arrivano a Villa Baragiola. La mostra, che ha per titolo "Trasformazioni architettoniche e urbane nella città di Varese, centro e periferia" porta allo sguardo di Varese l'ampio studio e progetto firmato dall'Accademia svizzera su una città immaginata, non priva però di spunti arguti e realistici. È dunque possibile coniugare la pratica concreta del fare architettura con l'atelier "mentale" proprio di un Ateneo? Secondo Andrea Ciotti, ospite dei nostri studi, sì.
La disciplina dell'Uomo – Negli ultimi anni le aree oggetto di studio da parte degli studenti dell'Accademia sono state le città italiane di Venezia e Padova e quelle svizzere di Olten e di Losanna. Per il 2010 il consiglio direttivo d'Ateneo ha scelto, come città partner, Varese. E il punto da cui partire, secondo Ciotti, è proprio la considerazione per cui lo studio e la progettazione d'architettura sono innanzitutto operazioni culturali. "Come prima cosa – spiega Ciotti – occorre ricordare che stiamo parlando di un progetto di lavoro condiviso tra studenti e docenti che si incontrano sul campo pratico. L'Accademia si trasforma davvero in un grande studio d'architettura che, insieme agli enti territoriali locali e alle personalità politiche, identifica le aree problematiche sulle quali intervenire e nelle quali procedere con diversi sopralluoghi. L'architettura è una disciplina che vive del rapporto con le persone: studiare una città significa innanzitutto entrare in contatto con i cittadini che vivono quegli spazi urbani".
E' che c'è fame di architettura – Lo studio sulla città di
studi di La6 Tv
Varese si è fatto carico delle problematiche del tessuto urbano, esigendo d'altro canto una buona dose di libertà e di creatività. "Passato e futuro dell'urbe – spiega Ciotti – sono stati passati al vaglio. Occorre tenere da conto le priorità culturali e paesaggistiche come il Sacro Monte, il Campo dei Fiori e il lago, ma dall'altra parte occuparsi con coraggio delle zone problematiche, degli angoli in pieno abbandono". E tanti sono infatti gli angoli da riqualificare e ripensare da cima a fondo a cominciare dalle ex fabbriche della Valle Olona.
Tanti centri – Allora proviamo a trarre un bilancio di questo progetto così lungo e complesso: la città d'oggi – e Varese non può sfuggire a questo appuntamento – deve fare i conti con il presente ma muoversi nella direzione di poter rispondere, in un futuro non lontano, alle necessità che i cittadini richiedono.
E non è secondaria la riflessione che nasce dall'aver toccato con mano la particolarità – anche orografica – della Città Giardino. "Castellanze, alture, tanti centri che compongono il centro. Una situazione difficile ma non impossibile da comprendere e da interpretare per il futuro – conclude Ciotti. Pensare di poter guardare a questa situazione frastagliata e frammentaria come ad un dato positivo e non ad un problema da subire, è possibile".