Si è spenta all'età di 93 anni Piera Regazzoni, vedova di Vittorio Tavernari, lo scultore varesino di cui è caduto proprio settimana scorsa il diciannovesimo anniversario della morte, con il quale condivise una lunghissima storia d'amore cominciata durante la guerra.
La donna, malata da qualche mese, ha avuto una ricaduta mercoledì, è stata trasportata prima all'ospedale di Tradate, poi in quello di Angera. E' spirata nella giornata di venerdì 3 novembre. Le esequie si sono svolte sabato 4 novembre nella Basilica di San Vittore a Varese.
Personalità di grandissimo temperamento, eclettica, amante delle arti in tutte le sue forme, violinista eccelsa, intenditrice di musica classica, fu musa ispiratrice per il marito e gelosa custode della sua opera. La si ricorda interloquire con veemenza e cognizione di causa con gli amministratori della città sulle scelte di politica culturale, non soltanto quelle relative alla eredità espositiva di Tavernari alla cui mostra per il decennale della morte al Castello di Masnago pertecipò con grande vigore.
Non di rado la si poteva vedere ancora recentemente andare per mostre. E sempre con quella straordinaria vitalità che l'ha sempre contraddistinta. Solo pochi mesi fa, all'Atelier Capricorno all'inaugurazione della mostra dell'artista italo-americana Anne Burke, presentata da Luigi Zanzi, Piera Tavernari arrivò con una scintillante capigliatura turchina, da fanciulla impenitente che solo Gina Lollobrigida nel Pinocchio di Comencini poteva permettersi. "E' uno sfizio che mi sono voluta togliere" ci disse ridendo in quella occasione.
Fino a pochi mesi fa era impegnata, insieme alla figlia Carla, alla definizione del progetto di un museo intitolato a Vittorio, la cui sede probabile sembra, sembrava, essere il chiostro di Voltorre. La sua attuale situazione, la morte improvvisa di Enzo Lucenz a luglio, pare purtroppo aver rimescolato le carte. Poi l'improvviso peggioramento delle sue condizioni, un primo ricovero a fine estate, il ritorno nella casa di via Dandolo ad ascoltare ancora la sua musica prediletta, "il violino, no, quello purtroppo, rimane lì nella sua custodia" ci aveva detto recentemente. Infine l'epilogo.