È passato ormai qualche mese da che il Consiglio comunale di Melide, ridente cittadina sul lago di Lugano, ha bocciato la proposta di modifica del piano regolatore che avrebbe permesso di salvare la Romantica, splendida villa del ‘700 che negli ultimi decenni aveva ospitato anche la nota discoteca.
Questo sfregio al patrimonio ticinese è solo l'ultimo di una serie di scempi che spesso non hanno avuto la forza di balzare agli onori della cronaca, oppure sono finiti subito nel dimenticatoio. Uno sgradevole ritornello che a Lugano si ripete spesso e che si arricchisce di nuove strofe, soprattutto dopo che il Cantone aveva pubblicato un elenco degli edifici degni di essere tutelati in Città, per un totale di 120 immobili. Altre città svizzere hanno un inventario molto più esteso, per esempio Friburgo, più piccola di Lugano per numero di abitanti, l'inventario comporta 1500 edifici tutelati. La lista di Lugano, utilizzata per elaborare una nuova variante di piano regolatore, è stata pian piano accorciata dalla mannaia del Municipio. E così una trentina fra ville e palazzi sono rimasti senza "protezione". Semplici ingredienti per riaprire una polemica irriverente fra difensori dei beni culturali, preoccupati per lo stillicidio di ville in città, e rappresentanti del Comune che si rifiutano di "ibernare", "fossilizzare" una città che ha bisogno di spazi nuovi per svilupparsi. Una spinta alla demolizione legata solo in parte al decadimento strutturale degli immobili: costruire una palazzina con appartamenti di lusso vista lago è infatti un affare d'oro, certo più redditizio che avventurarsi in una costosa ristrutturazione.
Eclatante esempio di come demolire uno dei più splendidi capitoli della storia culturale, soprattutto musicale, del Cantone, è il Castello di Trevano, fatto saltare in aria nel 1961 con 230 chilogrammi di esplosivo, per far posto alle scuole. Iniziato nel 1871 per volere del barone russo Paul von Derwies, il castello di Trevano (castello nel senso romantico del termine, da intendersi come villa-palazzo) era sicuramente una delle più splendide residenze della Svizzera; il teatro privato e la sala da concerti; l'atrio più ampio della Svizzera e l'esistenza delle uniche balaustre di cristallo d'Europa basterebbero per confermarlo. Il parco, dell'estensione di circa 300.000 metri quadrati conteneva piante rare da
tutto il mondo e la fontana più grande del Ticino, ornata da un Nettuno che era stato pensato per la fontana principale della città di Bordeaux. Due laghetti e la presenza di un edificio ispirato nelle forme da ideali terme romane, con caldarium, sudarium e grande vasca, facevano pure parte del parco.
L'anno 1978 sarà ricordato per la demolizione della sontuosa residenza progettata nel 1903 dall'architetto Ferdinando Bernasconi per Ruggiero Leoncavallo, a Brissago (Locardo), denominata Villa Myriam, un edificio che riuniva un insieme di diversi stili, e di cui rimane solo uno sbiadito ricordo.
Ma si possono citare anche molti alberghi "storici" e le ville di pregio distrutte, tra Lugano e Locarno, per far posto a speculazioni edilizie. Villa Branca a Melide, Villa Baroffio, Villa Ramona e Villa Antonietta a Lugano: abitazioni prestigiose rase al suolo per lasciare spazio a palazzi spesso trasformati in residenze secondarie per stranieri facoltosi. Troppi monumenti luganesi che dovevano essere conservati sono stati già distrutti da molti anni, come gli edifici pre-novecenteschi: i conventi trasformati come il Venezia e le Scuole, l'Asilo vecchio con le antiche case di piazza Cioccaro, l'Ospedale di Santa Maria, l'Albergo Svizzero, le case settecentesche di via Nassa e di via Peri; ancora altre grandi ville dei primi del ‘900 che rappresentavano il meglio dell'architettura di quell'epoca: Villa Florida, Villa Apostoli in riva Caccia, le due ville Soldati una al ferro di cavallo e l'altra a Loreto, ai grandi alberghi sul lago come il Lloyd e il Park Hotel ed è meglio fermare qui l'elenco.
Dunque, ciò che in altri Cantoni della Svizzera e in altre nazioni viene mantenuto quale memoria storica, restaurato e valorizzato, nel Canton Ticino, paradossalmente, viene distrutto da amministratori pubblici con totale mancanza di lungimiranza e nessun rispetto per quello che hanno costruito i loro avi. Il futuro non lascia presagire nulla di buono.