Milano – E’ dedicata ad Adriana Bisi Fabbri la mostra che si aprirà giovedì (2 marzo con inaugurazione alle 18.30) alla galleria Artespressione. L’esposizione mette in luce la complessità, l’ironia e l’eclettismo dell’artista che è stata pittrice, illustratrice, caricaturista del secolo scorso
Si potranno ammirare opere su carta di medio e piccolo formato che incentrate su ritratti, curiosi autoritratti, caricature, bozzetti, manifesti e figurini di moda. I lavori raccontano la carriera artistica di una donna che ha saputo precorrere i tempi e ha colto con maestria stati d’animo e sentimenti, che evidenziano il suo essere anticipatrice di un nuovo modo di vivere la femminilità.
“Questa mostra – sottolinea il curatore Matteo Pacini – rappresenta l’occasione per restituire alla figura di una grande artista del Novecento, non sufficientemente ricordata nel tempo, la luce che merita la complessità del suo lavoro, l’ironia e l’eclettismo di una produzione ampia e brillante arrivata ai giorni nostri con una fama sicuramente inferiore al dovuto”.
Protagonista di una vita travagliata, l’artista, si è fatta strada in un’epoca maschilista e grazie al suo talento innato oltre a una raffinata intelligenza, oggi rappresenta il modello di una donna libera, indipendente, capace di cambiare il suo destino.
La sua feconda creatività e la passione per la sperimentazione la portano ad essere protagonista di differenti scelte espressive, infatti in mostra si trovano suggestive opere a olio, pastello, tempera, acquerello, matita, china, sanguigna e tecnica mista che l’hanno consacrata tra gli esponenti del movimento degli “ardimentosi”.
Da sempre aperta alla modernità e alle novità intuisce e interpreta con anticipo i linguaggi dei movimenti che animano l’arte italiana, dal divisionismo al futurismo e in Europa la secessione e l’espressionismo.
La rassegna mette in evidenza la sfaccettata produzione di un’artista che ci ha lasciato una moltitudine di opere intime, “delicate e familiari”, come scrive nel testo critico Luigi
Sansone, in cui “il suo forte legame con la famiglia è una costante fonte d’ispirazione per ritrarre il marito e i figli Marco e Riccardo in una varietà di atteggiamenti come nei disegni Giannetto Bisi e Adriana mentre leggono, 1906 c., Giannetto Bisi mentre legge, 1906 c., nei quali coglie le espressioni psicologicamente più intense e tipiche del loro vivere”.
Oltre a questo genere di opere in mostra si possono ammirare ricercati modelli per abiti alla moda come Studio per abito del 1911, ma anche pungenti caricature come L’alpino o Il dio dei tedeschi oltre a profondi ed enigmatici ritratti e autoritratti che, grazie al tratto ricercato e ai sapienti chiaroscuri fanno emergere dalla carta volti con una forza espressiva sorprendente.
“Adriana Bisi Fabbri. Precorrere i tempi“, galleria Artespressione, via della Palla 3, Milano. Fino al 1 aprile .Orari: da martedì a sabato 12-19. Ingresso libero. Per Informazioni: artespressione@gmail.com – Tel. +39 329 9648086.
Note biografiche
Adriana Bisi Fabbri (1881-1918) nasce a Ferrara dove frequenta la scuola del pittore Nicola Laurenti e conosce il futuro marito e giornalista Giannetto Bisi. Si trasferisce a Padova, ospite di sua zia Cecilia Forlani, madre di Umberto Boccioni; successivamente a Milano, dove compie studi di pittura e arricchisce la propria formazione da autodidatta frequentando gli studi di Gaetano Previati e Luigi Conconi. Nel 1908 esordisce con due disegni alla Seconda Esposizione Quadriennale di Torino. Nel 1911 partecipa alla mostra internazionale di umorismo organizzata al Castello di Rivoli ed è premiata con la medaglia di bronzo; nello stesso anno è invitata alla Prima Esposizione d’Arte Libera organizzata a Milano da Umberto Boccioni con altri futuristi e inaugura a Roma la sua prima personale nelle sale del Lyceum di Palazzo Torlonia. Durante il soggiorno nella capitale incontra i futuristi Luciano Folgore e Giacomo Balla.
Nel 1913 Adriana Bisi Fabbri partecipa all’Esposizione d’arte umoristica di Bergamo, per la quale disegna la cartolina e il grande manifesto. Nel 1914, su invito di Leonardo Dudreville, aderisce ed espone con il gruppo Nuove Tendenze. Durante il primo conflitto mondiale molti sui disegni a sfondo politico sono pubblicati sul giornale “Il Popolo d’Italia”; collabora inoltre con “La Domenica Illustrata” ed esegue figurini per la casa di moda fondata da Domenico Ventura.
Nel 1918 per questioni di salute si traferisce a Travedona, Varese, presso l’amica Teresa Tallone Somarè, figlia del noto pittore Cesare Tallone, ma le sue condizioni peggiorano e il 29 maggio 1918 muore lasciando una significativa eredità artistica e culturale.