Giornata di studio – Un nuovo appuntamento al Museo di Cerro di Laveno, uno degli ultimi del Master Universitario di I livello in Conservazione e Valorizzazione del Patrimonio culturale locale, voluto dall'Università dell'Insubria e dislocato, fatto quasi inedito, negli spazi museali del Museo Internazionale del Design. In programma per venerdì 18 nel pomeriggio, la XIII giornata di studio, rivolta all'analisi e alla discussione del futuro Piano di Attività dell'istituzione museale. "Un piano – dettaglia Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano – che dovrà delineare un possibile ordinamento e il futuro allestimento del museo nei prossimi anni".
Prospettive – Il progetto cui da dieci mesi un gruppo di lavoro, già laureati, in alcuni casi di esplicita competenza, si sta dedicando è una sorta di tesi laurea: molto più corposa ed ambiziosa di una normale lavoro conclusivo e suddivisa in capitoli, redatti da ciascun partecipante. L'obiettivo è quello di presentare il lavoro completo, nelle sue parti, a settembre, a Como, unità amministrativa della Facolta di Scienze dei Beni Culturali da cui dipende il master: "La prima esperienza di questo tipo in Italia – specifica ancora Campione – forse il corso più importante e con le prospettive più originali di quelli istituiti dall'Insubria e il primo che veda integrato un'istituzione universitaria e la città di Laveno con il suo museo in prima fila".
Ordinamento e allestimento – Quale aspetti modificare e sistemare, quali attività proporre, come rendere più funzionale lo spazio museale per concretizzare le attività: il lavoro del master ruota intorno a questi due ambiti precisi. L'ordinamento e l'allestimento. Negli scorsi dieci mesi, i partecipanti sono stati guidati, oltre che da coordinatore del corso, lo stesso Paolo Campione e dal tutor, l'architetto universitario Nicoletta Ossanna Cavadini, da una serie di docenti di primissimo livello: "Professori competenti nel proprio specifico ambito di attività, ma in grado a loro volta di dare un contributo di coordinamento all'intero master".
I due big – In riva al lago si sono presentati in molti, spesso di fama internazionale. E' il caso dei due professori che si avvicenderanno nella giornata di venerdì: Marco Fagioli, consulente del giudice di Firenze in materia di Beni Culturali: l'uomo che viene chiamato nel caso rubino la Primavera di Botticelli o il Tondo Doni. "Uno dei più grandi esperti d'arte italiana in assoluto – rileva Campione – che per Laveno ha eseguito uno studio sulle ceramiche e su come sia possibile trasformarli in progetti visivi in grado di interessare il pubblico". Dopo di lui, il professor Giulio Zaccarelli, eminenza grigia in campo internazionale di museotecnica, esperto di arredi ed attrezzature per mostre temporanee ed allestimenti permanenti".
Le buone prospettive – Le condizioni ci sono. Il rapporto tra Università e amministrazione è solido; la frequentazione di esperti in più ambiti è assodata e ormai quasi naturale. C'è la voglia, sembra, anche politica, di continuare su questa strada, possibilmente con la riproposizione di un secondo master. Quanto agli allievi, per alcuni di loro, le prospettive sono altrettanto rassicuranti. "E' possibile, credo, che almeno per due di loro vi sia modo di lavorare in futuro al museo", è la previsione del coordinatore.