Ligornetto – Il convegno internazionale di studi che si svolgerà dal 25 al 26 agosto dal titolo “Vincenzo Vela. Temi e studi a confronto”, come le attività espositive e gli eventi ad esso correlati, permette alla direzione del Museo di riepilogare gli indirizzi principali che hanno caratterizzato, con coerenza e continuità, l’attività dell’istituzione federale durante un trentennio.
In primis, l’importante lavoro di ricerca, di studio e di impegno editoriale riguardante l’intera opera di Vincenzo, Spartaco e Lorenzo Vela e del loro lascito. La casa-museo Vincenzo Vela infatti, conserva modelli originali in gesso di dimensioni monumentali, medie e piccole, bozzetti in argilla, terracotta e gesso patinato, alcune sculture in marmo, un’importante collezione di oltre mille fotografie storiche e un notevole corpus di stampe e di disegni. Collezioni che negli anni sono state valorizzate ed indagate da un’attenta analisi scientifica e al contempo da uno sguardo originale. Si ricorda in particolare la grande mostra allestita per la ricorrenza del bicentenario della nascita di Vincenzo Vela (2020).
Il convegno, al quale interverranno docenti universitari, storici dell’arte e ricercatori di diversa provenienza, offre ora l’opportunità di condividere aspetti emersi da studi recenti sull’artista o da questioni di attualità. È in questo contesto che è proposta la mostra-dossier Disegna come scolpisce. Fogli scelti dalla collezione del Museo Vincenzo Vela che sarà aperta al pubblico il 25 agosto dalle 18.30 alla presenza delle curatrici Gianna A. Mina, direttrice del Museo e della storica dell’arte Marie Therese Bätschmann.
L’esposizione consente di scoprire alcuni aspetti della produzione grafica di Vincenzo Vela, soprattutto con riferimento alle preferenze formali dell’artista in questo ambito. Di questo nucleo di opere circa 320 fogli sono attribuiti allo scultore, di cui una sessantina bifacciali. Vincenzo Vela studia e varia la postura dei corpi, attraverso la quale dà espressione a sentimenti come la fierezza, la risolutezza, la partecipazione emotiva e la tristezza.
La mostra allestita nelle quattro sale al primo piano, nell’ala ovest del Museo, è divisa in sei sezioni tematiche: Scala, linee e misure; Da più punti di vista; I monumenti a Vittorio Emanuele II; Figura e basamento; Figura frontale.
Il titolo Disegna come scolpisce già dichiara l’intenzione delle curatrici nel proporre una disamina metodologica su come la produzione grafica dell’artista sia in diretta relazione con il suo lavoro tridimensionale di scultore e plasticatore, suggerendo l’influsso di quest’ultima attività su quella di disegnatore.
Tra gli assi tematici a cui il Museo ha posto attenzione in questi anni, accanto alla (ri)-
scoperta di artisti rinomati di levatura internazionale coevi a Vela, vi è stata l’attenzione nei
confronti di artisti ticinesi poco studiati.
In questo contesto è in corso la mostra dedicata allo scultore Natale Albisetti (1863-1923), natìo di Stabio, presentato per la prima in una mostra-dossier monografica.
Un terzo filone curato dal museo riguarda l’attenzione per l’arte contemporanea: a cadenza regolare artisti e artiste attivi nel contesto cantonale sono stati chiamati per mostre monografiche o installazioni. Dal 25 agosto al 5 novembre l’artista locarnese Laura De Bernardi (1970) viene ospitata con un suo allestimento site-specific dal titolo Raccolta. Si tratta di un “grande taccuino” composto da forme realizzate negli ultimi dieci anni di lavoro, forme tridimensionali che l’artista compone e alterna con elementi raccolti nei giardini del mondo, incluso il vasto giardino del Museo.
Le opere esposte sono di materiali diversi, sottilissima carta incollata, filo bianco o colorato lavorato con ferri da maglia, elementi vegetali semi, rami, cortecce… I vari elementi a volte seguono una linea verticale, in altri casi sono lasciati cadere come pelli o come morbidi panneggi, non dissimili dai panneggi usati da Vincenzo Vela. Completa la sala il tavolo sul quale abitualmente Laura De Bernardi lavora e dove ha riunito alcuni dei suoi innumerevoli e affascinanti taccuini dove annota pensieri e progetti, fialette di vetro contenenti la sua raccolta di semi e una desueta macchina da scrivere.
Conclude l’intenso fine settimana un appuntamento musicale. Si tratta di un concerto per clarinetto e chitarra, che vede in scena il compositore e clarinettista ticinese Marco Santilli, accompagnato dal chitarrista Peo Alfonsi. In prima assoluta verrà eseguita una composizione commissionata dal Museo a Santilli, nata dalla contemplazione dell’opera di Vincenzo Vela. Repetita iuvant, una suite in 5 movimenti, verrà presentata sabato 26 agosto alle 18.Brani spesso minimalisti composti per una formazione, clarinetto-chitarra, trasparente ed essenziale. Come afferma lo stesso Santilli: “volevo creare qualcosa in linea con il verismo dello scultore, con il suo linguaggio efficace, privo di ghirigori e dettagli stucchevoli. È un elogio alla musica e all’arte che non necessitano di parole. Note quindi dedicate alla capacità di sintesi e a quel silenzio indispensabile alla contemplazione”.