Osnago – Avere come destinazione il luogo magico dove vive e lavora Alberto Casiraghy riserva idealmente moti di resa, non certo per la levatura della persona e per la peculiarità dell’ambie nte e neppure a causa della distanza per chi ha come punto di partenza le rive del Ticino, ma per il rischio di code infinite lungo la A4, quella per intenderci che porta a Venezia, e a seguire per il dedalo di svincoli, innesti in superstrade, restringimenti, infiniti succedersi di rotonde tali da fare andare in tilt anche i navigatori di ultima generazione. Una volta superato un simile percorso a ostacoli si arriva a Osnago, da Alberto Casiraghy dove si è accolti, con naturale gentilezza, nel suo luogo delle meraviglie.
“La casa del Casiraghy è un vero manicomio privato” così lo definiva con affettuosa ironia la sua fraterna amica Alda Merini, luogo dove da più decenni Alberto edita, stampandoli con caratteri mobili e in sole 30 copie, i libricini, come lui li definisce, della casa editrice Pulcinoelefante, conosciuta in tutto il mondo, che in queste settimane ha raggiunto le 10.000 edizioni. Lo scorso anno il regista Silvio Soldini gli ha dedicato un film, più volte, in gioventù, il giovane Cattelan ha soggiornato in casa sua e in più occasioni sono passati a trovarlo Fernanda Pivano, Gillo Dorfles e Philippe Daverio, ma l’elenco delle personalità presenti nella vita di Alberto potrebbe continuare sino a non trovare saturazione.
In attesa che si attenui la temperatura del the tanto da permetterci l’accoppiata con una crostata di mele, Iniziamo la nostra chiacchierata ricordando Alda Merini.
“Mi telefonava numerose volte nell’arco di una giornata, quando non succedeva il fatto diventava un evento, tu dici che la mia casa è magica, il senso della magia lo sentivi quando la Merini mi dettava le sue cose, lei la magia l’aveva dentro, ma bisogna essere in grado di gestirla la magia e la Merini poteva farti fuori con una parola”.
Tu sei stato anche liutaio e musicista cosa hai portato di queste esperienze nel Pulcinoelefante ?
“Se uno guarda questi 10.000 titoli si accorge che sono pieni di musica e delle liuteria la manualità. Diciamo che sono un amanuense, la manualità è indispensabile altrimenti i libricini diventerebbero degli oggetti fragili che durerebbero poco”.
Nei tuoi aforismi sono costantemente presenti gli animali, ma soprattutto elefanti e balene.
“Sono gli animali più grandi sulla terra. Uno non ha parole di fronte a un elefante o a una balena, ma anche di fronte a un moscerino, un coleottero, una gallina. Ho tre galline, una se n’è andata dopo tanti anni e nel pollaio c’è un disagio pazzesco, quelli che passano di qui sono tutti animali che scappano dalla padella, come la capra che tu hai conosciuto”.
Con il Pulcinoelefante hai regalato molto a tante persone, quanto hai ricevuto in cambio ?
“Tantissimo, ho ricevuto più di quello che ho dato, fare i libricini è un privilegio, mi permette ogni giorno di incontrare amici che non necessariamente vengono per stampare, passano semplicemente a trovarmi, portano qualcosa e si sta in compagnia. Il mondo delle donne e degli uomini è molto diverso: le donne vengono sempre con una torta fatta da loro, mentre di solito gli uomini portano una bottiglia di vino”.
Le piccole e medie case editrici da tempo hanno assunto la regola di farsi pagare per pubblicare, tu sei rimasto puro.
“Se qualcuno si fa pagare per pubblicare non deve definirsi editore, ma tipografo. Il tipografo si fa pagare, un editore deve investire sui suoi autori”.
Come si sta a Osnago ?
“Si sta bene, c’è una bella misura d’uomo, se c’è un problema è la mancanza di pesci nel torrente, sono 50 anni che non c’è un pesce e questa non è una bella cosa”.
Di plastica potrebbero andare bene?
Sorride “Magari, per il momento, non ci avevo mai pensato; mi ricordo da ragazzo che nel torrente c’erano i gamberi di fiume, è un peccato che l’uomo pensi di essere il re dell’universo e pensi poco ai danni che si possono arrecare con una pessima gestione dei rifiuti e la conseguente scomparsa di molte forme viventi. Se un calciatore si rompe un ginocchio si ferma l’Italia, mentre che il Po stia morendo non gliene frega niente a nessuno”.
Hai mai rifiutato a qualcuno un libricino?
“No, perché magari la persona che si proponeva lo faceva con un amore tale che non me la sentivo di negarglielo, anche perché ho l’impressione che chiunque qui si trovi naturalmente a proprio agio. In passato è venuto diverse volte Vassalli che era notoriamente una persona chiusa, ma qui si interessava a tutto”.
Hai mai pensato di scrivere un romanzo ?
L’ho iniziato però non riesco a concentrarmi a sufficienza, dovrei staccare il telefono e spegnere la radio, bisognerebbe avere una mente diversa dalla mia. Un mio libro di racconti è stato trasmesso da Rai Radio 3, era “Pericoli indispensabili”. Magari lo scriverò se avrò la fortuna di diventare vecchio”.
Comunque so che sei corteggiato da importanti case editrici
“Mi chiedono gli aforismi, purtroppo non le poesie, dicono che la poesia non ha mercato e la cosa è molto triste”.
Però Soldini ti ha dedicato un film
“E’ stata una bella esperienza, l’ho visto più di 50 volte, ma sempre con piacere perché ovunque il pubblico era molto attento, siamo stati invitati in tutta Italia e ci saranno altre date”.
Ti fa sempre compagnia l’asino in terracotta di misura naturale che hai davanti al letto?
“Si, mi piace ancora molto, è come avere sempre accanto a se un amico, anche se è di terracotta”.
Non ti è mai capitato che i caratteri mobili si siano ribellati a fronte di uno scritto scadente?
“Si, si” Sorride “Di fronte a una brutta poesia sono indecisi, ma in realtà si ribellano perché si usurano e alcuni ho dovuto buttarli”.
Nell’abbracciarlo per i saluti viene da pensare che Alberto Casiraghy non ha un carattere come tutti noi. Ne ha tanti, a volte simili a volte differenti posti gli uni accanto agli altri in scatole di legno impregnate di umori. All’occorrenza li mette sotto torchio, allora può accadere che spuntino proboscidi ai pulcini e che gli elefanti zampettino in giardino.Alberto Casiraghy non ha un carattere come tutti noi, semplicemente perché è un uomo poesia.
Mauro Bianchini