“Se è vero, come dice la mia biografia, che i lavori-gioco che ho realizzato rispecchiano le trasformazioni dei mondi che ho attraversato, l’arlecchino-pittore ci mostra che dopo la relativa caduta dei grandi racconti il governo degli uomini, i tempi secolari, non sono che un particolare che appare su uno sfondo fiabesco e metafisico che tutti li coinvolge, li relativizza e li ricompone.”
Milano – Così de-scrive la propria ricerca l’artista Aldo Spoldi, ospite dal 13 aprile, con la personale dal titolo “La guerra nei Mondi”, alla Fondazione Stelline a quarantacinque anni dalla sua prima mostra personale che ebbe luogo nel capoluogo lombardo nel 1978.
La rassegna, a cura di Alberto Fiz, propone circa venti grandi lavori realizzati dal 1968 al 2022 che creano un’unica installazione di oltre 40 metri divisa in due parti: un atto unico che si snoda lungo l’intero spazio espositivo. Un viaggio nell’immaginario di uno dei più originali protagonisti dell’arte italiana. Tra relazioni inedite e associazioni imprevedibili che si condensano nell’incertezza del presente.
«Superando una scansione cronologica, Spoldi rimette in gioco il suo immaginario per mezzo di relazioni inedite e associazioni imprevedibili nell’ambito di una rassegna desiderosa di sviluppare un processo di perenne metamorfosi», spiega Alberto Fiz, curatore della mostra. Ed è lo stesso Spoldi a ricordare come «opere e personaggi si rincorrono, socializzano e danzano liberi dalla sociologia e dalla temporalità».
In base a una visione circolare della storia, l’artista crea un luogo di libertà dove compaiono alcune delle sue creazioni più celebri, come la Banda del Marameo (1968), il Circolo Pickwick (1978), La Guerra del Bottoni (1980), Personaggi Virtuali (1996), l’Accademia dello Scivolo (2007), Cristina Karanovic Ragazza blu – La storia del Mondo, 2011, La sfida, 2022.
«Le opere si muovono, evolvono, si accoppiano, si riproducono. Si fanno avanti, si fanno linea. Assomigliano a uno squadrone che si mette in cammino: il 1968 attacca con garbo il 1977, il 1977 intende comandare il 2000 che a sua volta vuole contrastare il 2023», afferma Spoldi in un’ironica metafora militare che dà il titolo all’intero progetto espositivo, dove tutto si condensa nell’incertezza del presente.
L’ibridazione di epoche e stile dà vita a dialoghi imprevedibili che coinvolgono lavori quali Buongiorno signor Spoldi, esposto nel 1996 alla Quadriennale di Roma, e l’Arlecchino pittore, un grande lavoro inedito di tre metri, realizzato appositamente per questo progetto alla Fondazione Stelline. «L’arlecchino pittore anche un po’ spadaccino scappa fuori dal quadro, dalla stanza, si ingigantisce e apre d’un soffio un visivo poema epico», sottolinea Spoldi.
L’esposizione, in programma sino al 21 maggio, sarà accompagnata da un catalogo con testi del curatore, Aldo Spoldi, Loredana Parmesani e Alessandra Klimciuk. Orari al pubblico: martedì – domenica, 10 -20. Ingresso gratuito
A supporto della narrazione, in occasione di Milano Art Week, sono in programma due visite guidate con Alberto Fiz ( sabato 15 aprile alle 11 e alle 12); inoltre sabato 6 maggio alle 16.30 Play Art, sezione didattica della Fondazione, organizza un laboratorio gratuito dedicato a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni (verranno pubblicate tutte le informazioni sul sito www.stelline.it).
Note biografiche
Aldo Spoldi è nato a Crema nel 1950, dove vive e lavora. Studia al liceo artistico Beato Angelico e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Artista ironico, ludico, teatrale, è pittore, scultore, musicista, scrittore, docente all’Accademia di Brera e membro della Società di Patafisica. Durante gli anni Ottanta partecipa ai movimenti Magico Primario di Flavio Caroli, ai Nuovi-nuovi di Renato Barilli ed è segnalato nel libro di Achille Bonito Oliva sulla Transavanguardia internazionale. Diventa docente all’Accademia di Brera dopo essere stato assistente di Luciano Fabro.
La sua prima mostra risale al 1977 nello spazio della galleria milanese Diagramma di Luciano Inga Pin e nel 1980 partecipa alla rassegna sulla nuova scena artistica italiana The Italian Wave proposta dalla celebre Holly Solomon Gallery di New York. Negli stessi anni conosce Giorgio Marconi con cui inizia un lungo sodalizio e nel 1981 espone per la prima volta allo Studio Marconi di Milano con una mostra dal titolo Maestro Pulce. La guerra dei 100 anni. Nel 1982 partecipa alla Biennale di Venezia con il ciclo pittorico Le avventure di Gordon Pym. Dal 1985 al 1987 lavora sull’opera lirica Enrico il Verde che espone nel 1987 alla Rotonda della Besana di Milano e sempre quell’anno inizia la sua collaborazione con il collezionista Giuliano Gori che proseguirà anche in anni recenti.
Nel 1989 espone al Museo Pecci di Prato e nel 1993 prende parte alla mostra Business Art-Art Business al Groninger Musem di Groningen. Nel 1996 viene invitato alla Quadriennale di Roma e nel 2007, nell’ambito del Teatro Festival di Crema, viene presentata la sua opera Enrico il Verde con musiche composte da Elio e le storie tese. Tra le sue mostre pubbliche recenti va segnalata nel 2021 la sua partecipazione alla rassegna Painting is back: anni Ottanta la pittura in Italia alle Gallerie d’Italia di Milano e nel 2022 la mostra Le avventure di Aldo al Museo della Figurina di Modena. Lo sviluppo della sua attività coincide con la trasformazione dell’arte e della società, ognuna delle quali si rispecchia nelle varie fasi del suo lavoro. Nel 1968, l’anno della contestazione giovanile e del marxismo dilagante, raggruppa una banda composta da compagni del liceo, un gruppo di schernitori che realizzano burlesche performance nelle pubbliche vie di alcune città. Nel 1977, anno della caduta del marxismo e della nascita del postmoderno, dopo aver costituito il Teatro di Oklahoma, inizia la sua attività pittorica caratterizzata da immagini teatrali. Nel 1985 e negli anni dell’immaterialità finanziaria trasforma l’umanistico Teatro di Oklahoma in Banca, in Srl ed infine, in B.D.O. Spa. Nel 1996, negli anni della costituzione dell’Europa Unita e della diffusione di internet produce, per mezzo della B.D.O. Spa, come progetto didattico, i personaggi virtuali (l’artista Cristina Show, il fotografo Met Levi, il filosofo Andrea Bortolon e il critico Angelo Spettacoli) e pubblica i libri “Lezioni di educazione estetica”, “Cristina Show. Frammenti di vita”, “Lezioni di filosofia morale”. Nel 2007, l’anno della grande crisi finanziaria e della ricerca della concretezza, progetta la costituenda Accademia dello Scivolo e nel 2021 pubblica il libro del filosofo Andrea Bortolon “Un Dio non può farsi male”.