Lugano – E’ una dichiarazione di assoluta riconoscenza quella espressa da Alexej von Jawlensky riguardo ai tre anni trascorsi nel Canton Ticino tra il 1918 e il 1921.
Di conseguenza il titolo della personale a lui dedicata in corso al Masi di Lugano non poteva essere che Alexej von Jawlensky ad Ascona “…i tre anni più interessanti della mia vita…” a cura di Cristina Sonderegger.
A fare da cornice alla mostra dell’artista russo concorre la raccolta permanente del MASI “Sentimento e osservazione” quale ampia panoramica sulle arti visive in Ticino attraverso i principali movimenti artistici dell’Ottocento e del Novecento, del tardo Romanticismo e dell’Espressionismo, con l’inclusione di artisti e collezionisti che hanno scelto quel territorio come patria d’adozione.
Le ricerche pittoriche maturate da Alexej von Jawlensky (1864, Torzok, Russia – 1941 Wiesbaden, Germania) nel corso del suo soggiorno ad Ascona sono strutturate da un percorso espositivo che prende avvio con “Natura morta con caffettiera gialla e teiera bianca” del 1908 e “Testa di donna” del 1913 a definire la sua tensione espressiva prima del soggiorno svizzero.
Dopodiché i colori si stemperano arrivando ad una stilizzazione delle forme intima e meditativa dovuta anche all’abbandono della tela a favore di supporti cartacei quale conseguenza dovuta all’impossibilità di avere un proprio atelier che lo costrinse a lavorare sul piano di un tavolo.
Tale limite lo porterà a esiti sorprendenti sino all’astrazione geometrica vivida di pulsanti cromie e compiuti equilibri spaziali, mentre nei ritratti i volti saranno raffigurati privi di tensioni espressive quasi fossero territori dell’anima.
Alexej von Jawlensky ad Ascona “…i tre anni più interessanti della mia vita…” – Lugano – MASI sede LAC, Piazza Bernardino Luini 6. Fino al 1 agosto. Orari: Ma/me/Ve 11-18. Gi 11-20. Sa/Do 10-18
Ph. Roberto Pellegrini, Bellinzona.
Mauro Bianchini