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un'arte visiva innovativa e potente. Eppure, poster, decorazione d'interni e manifesti di grande popolarità celano un artista dalla storia poco nota.
Classe 1860, Alfons Mucha nasce in Moravia, nell'ex Impero austro-ungarico. Dopo l'esordio come decoratore autodidatta, la giovane promessa parte alla volta di Parigi, mèta di tutti gli artisti, dove dove rimarrà per diciassette anni. Gli studi accademici e il fervore dell'ambiente parigino sono un tassello fondamentale, ma è l'incontro con l'attrice Sarah Bernhardt a condurre Mucha al successo internazionale. Nel 1894, Mucha disegna il primo manifesto per "la divina" in occasione dello spettacolo Gismonda di Victorien Sardou. È l'inizio di una lunga collaborazione, che lo decreta come uno dei più ricercati autori di arte applicata, di manifesti pubblicitari e di illustrazioni. L'attrice sarà la sua musa/modella dal 1894 al 1910. La immortala in "Médée", "La Dame aux Camélias", "Lorenzaccio", "La Tosca", "La Samaritaine", "Hamlet"…
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Ogni immagine nasce da un tratto nitido, volto a delimitare figure femminili attorniate da un animarsi di motivi floreali. Questo segno grafico influenza artisti coevi e pubblicità, fino ad entrare nella cultura popolare con la definizione di "stile Mucha".
"Donne si propongono sotto vesti sontuose che richiamano uno stile neoclassico, racchiuse, donando una certa rilevanza alla figura stessa, in una cornice floreale, naturalismo sublime che ha segnato le pagine della letteratura artistica del disegno e dell'illustrazione pubblicitarie e artistiche. Il simbolismo si attesta in una sequenza di figure muliebri i cui contorni non sono marcatamente evidenziati, rendendo ancora più rilevante il senso di evanescenza e di bellezza aggraziata che promana dalla stessa immagine illustrata. Figure geometriche come in giochi complessi di vortici incomprensibili ma dall'impatto estetico dirompente si diffondono nello spazio dell'opera, aprendo una visione inattesa e inaspettata, densa e ricca di simboli e segni che derivano dalla cultura dei tempi, anche da quella massonica, e resi tali da definirne un contorno epico: come epica rimane la realizzazione di una serie di grandi dipinti che viene titolata Epopea Slava, ossia una lunga narrazione, quasi ritornassimo alla funzione didattica e didascalica di tanta arte dell'Alto Medioevo, della storia dei popoli slavi".
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In tanta promiscuità creativa a trionfare è proprio Alfons Mucha, col suo stile versatile ma inconfondibile, in grado di farsi interprete di un ampio ventaglio di temi e iconografe. Sala dopo sala, le locandine teatrali di Sarah Bernhardt lasciano posto a calendari interpretati da ragazze in fiore, mentre l'esaltazione del mondo animale sfocia nella celebrazione di quello vegetale. Così, donne angelicate si trasformano in eleganti femme fatale, mentre pavoni, serpenti e libellule mutano in rose, gigli, iris e ninfee.
Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau
10 dicembre 2015 – 20 marzo 2016
Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Orari apertura
lunedì 14,30 ‐ 19,30
martedì ‐ mercoledì ‐ venerdì ‐ Domenica 9,30 ‐ 19,30
giovedì ‐ sabato 9,30 ‐ 22,30
Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Orari apertura
lunedì 14,30 ‐ 19,30
martedì ‐ mercoledì ‐ venerdì ‐ Domenica 9,30 ‐ 19,30
giovedì ‐ sabato 9,30 ‐ 22,30
02 875672
www.mostramucha.it