'Il cavallo bianco', 1931'Il cavallo bianco', 1931

'Non faceva gioco di squadra' – Così Sgarbi definisce la figura di Aligi Sassu (Milano 1912-Maiorca 2000). E' lui il protagonista della mostra personale allestita in parallelo a quella del movimento 'Corrente' che lo ha visto a lungo partecipe. L'esposizione curata da Giuseppe Bonini, è stata realizzata dal Comune di Milano in collaborazione con la Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares di Lugano e lo Studio-Archivio Sassu di Milano.

Quando ammirava Carrà e Boccioni
– Scoperto da Marinetti, Aligi Sassu partecipa a soli 16 anni alla Biennale di Venezia nella sala riservata ai futuristi. Un'adesione a questo movimento, che trova spiegazione in quella fuga da Novecento, realtà dominatrice del campo artistico in quel periodo. Un anti-accademismo deciso nell'esistenza di questo pittore; non Accademia di Brera, come voleva la tradizione, ma Accademia Libera, promossa da Vittorio Emanuele Barbaroux. E con i compagni di questo periodo, da Birolli a Manzù, Sassu allarga l'orizzonte d'ispirazione. Uno sguardo attento e di ammirazione per la Francia, per il cromatismo impressionista e post-impressionista. Non come voleva Novecento l'esaltazione del Rinascimento e il predomio di un realismo sintetico attraverso il disegno, ma piuttosto del colore e di tutta l'energia ad esso intrinseca.

Rosso vita – Sono gli anni '30, con gli uomini rossi, a segnare la carriera del pittore. Rosso in opposizione al nero del regime, della morte. Come nell'opera 'Cavallo nero', del 1930, esposta in mostra, il rosso degli uomini in primo piano riflette il distacco dalla forza minacciosa del cavallo nero alle loro spalle. Uomini che si vestono di quotidianità e lottano contro il nulla. Figure proposte nelle sale di Palazzo Reale, con un'accurata selezione di 'Argonauti', 'Suonatori', 'Cavalieri' e 'Giocatori di dadi'. Anni, questi, di continuo altalenarsi tra mito e realtà, tra ricerca e sperimentazione. "La questione essenziale per Sassu giovane era decidere la sua oscillazione tra mito e realtà, era vestire i suoi uomini nudi", ha scritto Guttuso nel 1959, per la presentazione della personale dell'artista, alla Galleria delle Ore a Milano. Risalgono al 1934-36 i soggiorni parigini di Sassu, dove il suo occhio attento indaga la pittura di grandi dell'arte come Matisse, Gauguin, Cèzanne, Van Gogh fino ai Fauves. Ma tra i modelli, un posto di riguardo è occupato dai pittori del '400 toscano, Masolino, Beato Angelico e Paolo Uccello.

'Il Grande Caffè', 1936'Il Grande Caffè', 1936

Con i compagni di viaggio – Negli anni a venire la sua arte si miscela sempre più con l'impegno civile. Insieme ad altri artisti, opera attivamente contro il fascismo. Viene accusato di complotto e incarcerato prima a Milano e poi a Roma. Nel periodo della sua reclusione, a Milano nasce 'Corrente'. E' il '41 quando allestisce una personale nella Bottega di Corrente. E' qui che espone per la prima volta gli Uomini rossi. Sassu giunge così ad un linguaggio realista che gli permetterà l'ingresso al movimento di Treccani e di altri 'resistenti' leggibile nell'opera esposta a Palazzo Reale, 'Il Grande Caffè' (1936-39). La lotta diventa attuale e nell'ultima opera presentata 'Sortita dei cavalieri veneti a Famagosta' (1940), i protagonisti dell'episodio storico risalente al 1571, diventano suoi coetanei, compagni, amici. Una mostra con 74 pezzi, che presenta solamente la produzione pittorica di Sassu perchè è questa che ripercorre fedelmente ogni sua evoluzione, pensiero, ribellione.

'Aligi Sassu: dal mito alla realtà. Dipinti anni Trenta'
a cura di Giuseppe Bonini
8 giugno – 7 settembre 2008
Orari: mart-merc-ven.sab-dom 9.30/19.30. Giov. 9.30/22.30. Lun. 14.30/19.30
Biglietti euro 9,00 intero – euro 7,00 ridotto – euro 4,50 ridotto speciale scuole – bambini fino a 5 anni gratuito, da 6 a 14 anni ridotto.
(Il biglietto comprende l'ingresso alla mostra 'Corrente: le parole della vita')
Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12
Milano
www.comune.milano.