Opera Mattia LischettiOpera Mattia Lischetti

Una ricerca continua – Un giovane artista, Mattia Lischetti, che intrappola sulla tela le esperienze della sua età, che dialoga con i sentimenti, che ricerca i limiti dello spazio e del tempo. Una mostra personale, dopo le esperienze collettive di Open Box, manifestazione per giovani artisti a Venegono, che lo vede tra i promotori. Un'esposizione a Laveno Mombello, a due anni dalla mostra all'Atelier di Jo di Varese, che fa conoscere i primi frutti di un'esperienza che Mattia ha vissuto qualche mese fa, 'Monte Analogo'. Un viaggio fisico e mentale attraverso le strade dell'arte e la creatività, una convivenza con altri artisti, di diverse nazionalità, il bisogno di realizzare un'opera in breve tempo, una parentesi lontana dalla frenesia della quotidianità, che per forza di cose lascia spazio al pensiero e all'ispirazione per chi si racconta con la libertà dell'arte.

Un passo in più – E' nato in Mattia Lischetti il desiderio di superare i lavori precedenti, parte integrante delle ultime opere, ma con uno sguardo più profondo, più intenso, che racconta la sua crescita. Tele che narrano i paesaggi e le atmosfere vissute dal ragazzo nell'esperienza del Cammino di Santiago di Compostela, della scorsa estate. Sono momenti di vita che rimangono dentro, che spesso vengono esternati con le parole o con i colori, come in questo caso. Una visione del tutto personale del mondo fuoriesce nelle tele materiche di Lischetti: 'Superfici profonde', il titolo della mostra completa questo quadro di emozioni del giovane. "I lavori in mostra sono tappe della sperimentazione che ho iniziato qualche mese fa – confessa Mattia – perchè non mi fermo dopo aver concluso un quadro. Conquisto e capisco qualcosa passo dopo passo". Lavori in divenire ma che seguono un unica strada, su cui Mattia è intenzionato a proseguire.

Un'opera di Mattia LischettiUn'opera di Mattia Lischetti

Raccontare l'infinito – L'idea di fondo del giovane artista è quella di bucare la tela, cosa che si ritrova anche nei lavori precedenti, ma ora si aggiunge la volontà di oltrepassare questo limite; "una tela ancora più in tensione, dove tutto nasce dal centro e prende forza dal telaio". La superficie, perfettamente tirata, viene scavata da buchi, mossa da scatole e contenitori di diverso materiale, "perchè questi oggetti tirino fuori le superfici che stanno dentro alla tela stessa. Dal buco può uscire tutto e niente", racconta Lischetti. Il bisogno di descrivere l'infinito, cosciente del limite di poterlo fare; lo stesso infinito dei deserti incontrati durante il Cammino. A differenza delle creazioni precedenti, qui un elemento, un dettaglio, una texture, un modulo, viene rappresentato più e più volte, proprio per confermare la ricerca dell'infinito. Una ripetizione che muove dall'esempio di artisti come Escher, con un senso di libertà nell'agire che Mattia ha fatto proprio.

Come nella materia – 'Anche i pensieri sono materia?', si chiede Mattia, 'solo se si allora mi spiego questi tessuti impiastrati di essenze e stralci di ricordi…di infinitesimali corpi, che si sottopongono a tensioni, grazie ad altri corpi che agiscono su di essi…generano buchi, spaccature, che aspirano a raggiungere quel livello più profondo, quel concetto di principio attivo che sta dietro a tutto…scavano nel profondo delle mie superfici…delle mie sovrastrutture, e cerco di spogliarmi, vorrei capire il mio principio attivo…', scrive Mattia. Alla base di tutto, il risultato dello scavo, interiore o materico che sia, ciò che rimane è il principio attivo di ogni cosa, il finito e l'infinito.


'Superfici profonde'
mostra Mattia Lischetti

inaugurazione 1° maggio ore 17.30
1° – 8 maggio 2009
sala civica Laveno Mombello (VA)
www.mattialischetti.altervista.org