Primo di più appuntamenti dedicati alle valli varesine, Valcuvia, Valtravaglia, Valceresio, Valganna, mete adatte a gite domenicali nella calura estiva. Prima puntata dedicata alla Valcuvia, l'ampia valle posta fra il massiccio del Campo dei Fiori e il massiccio del Monte Nudo, che sbocca sul Lago Maggiore a Laveno.
Le tracce di insediamento umano sono, in Valcuvia, molto antiche: risalgono al neolitico e all'età del Bronzo i resti di insediamenti su palafitte di Mombello e Cavona. Tombe, galliche prima, rinvenute a Cuvio, e romane poi, con manufatti risalenti ad un arco cronologico molto ampio, dal I secolo a.C. fino al IV secolo d.C. indicano una continuità di frequentazione della zona, senza dubbio favorita dalla vicinanza al lago Maggiore.
Si ipotizza che anche la famosa rocca di Orino fosse in origine una fortificazione di epoca tardo-romana, annoverabile fra le postazioni di guardia del confine, alla stregua di Castelseprio. Sicuramente da Orino passarono i Longobardi, a cui è dovuto il nome di "rocca degli ariani" con cui è conosciuto il luogo (i Longobardi al loro arrivo in Italia alla fine del VI secolo d.C. erano infatti ariani, seguivano cioè una eresia che la chiesa ufficiale stava cercando di debellare).
Diverse località della Valcuvia sono citate in un documento come dono del re longobardo Liutprando al monastero pavese di S.Pietro in Ciel d'oro, fra cui Caravate, Gemonio, Cuveglio, Orino ed Azzio. Si tratta però di un documento falso, trascritto nel XII secolo.
La storia seguente della valle seguì le sorti ora del ducato di Milano, ora di Como; passò dai Visconti, agli Sforza, ai Cotta, ai Borromeo Arese e ai Litta. Le fonti informano di manifatture attive, come una fabbrica di maiolica a Castello Cabiaglio o un maglio a Ferrera per la lavorazione del ferro.
Nel corso dell'Ottocento era predominante l'agricoltura, con poche manifatture, come piccole cartiere e caseifici. La valle salì alla ribalta durante la Resistenza, quando un gruppo di partigiani si rifugiò sul monte S.Martino
lungo le fortificazioni risalenti alla I guerra mondiale, dove però ricevette l'attacco italo-tedesco fino alla capitolazione.
Procedendo da Laveno la prima località che si incontra è Cittiglio, paese il cui nucleo più antico è posto in posizione elevata ed era in passato circondato da mura. Qui è famosissima la chiesa di S.Biagio, gioiello romanico, di recente oggetto di scavi archeologici, impreziosita dal raro affresco raffigurante la Chimera. Ma Cittiglio è anche luogo di bellezze naturalistiche: oltre il torrente S.Giulio, seguendo la strada che lambisce il paese, si giunge alle tre cascate, in un contesto naturale di grande suggestione.
Cittiglio e sport: qui nacque uno dei più importanti ciclisti della storia dello sport italiano, Alfredo Binda, che negli anni Venti dominò la scena sportiva, vincendo cinque volte il Giro d'Italia e tre volte il campionato del mondo.
Proseguendo in direzione Varese, si giunge a Gemonio, paese arroccato sulla collina, formato da edifici rustici e residenze signorili; di gran pregio, fuori dall'abitato, la chiesa romanica di S.Pietro, altro esempio di romanico varesino. Anche in questo caso gli scavi hanno rivelato una fondazione ben più antica, di epoca longobarda, a cui sarebbero pertinenti un pavimento in cocciopesto e l'abside. L'aspetto attuale risale al secolo X, con aggiunte nel corso dei secoli.
Gemonio è famosa per aver dato i natali al pittore Innocente Salvini (1889-1979), la cui casa, al confine con Cocquio Trevisago, è ora divenuta la sede del Museo Salvini.