Dante Isella era un filologo, uno studioso della parola e di ogni sua espressione, ma anche uno storico della lingua, della letteratura e un commentatore raffinato. Professore universitario, accademico della Crusca e dei Lincei,  fu una voce autorevole di importanti riviste e collane editoriali, come i Classici italiani di Mondadori – da lui diretti dal 1961 al 1993. Fu anche grande estimatore della Storia dell’Arte, specie quella lombarda del Seicento.

Sono questi gli “AMORI DI DANTE ISELLA” testimoniati dal ricordo che gli viene tributato a Villa Panza dal Fondo dell’Ambiente Italiano, insieme con il Comune di Varese.

Dante Isella ha saputo comunicare a chi gli era vicino la sua grande competenza, il suo sapere, sempre declinato con “l’umanità dell’approccio” e “la disponibilità all’ascolto”. “Era uno di quei ‘maestri’ che ti cambiano la vita” ricorda il vice-presidente del FAI Marco Magnifico. Il sindaco di Varese Davide Galmberti aggiunge: “Isella ha promosso lo sviluppo di una cultura locale, fortemente connessa al territorio in cui aveva vissuto e che amava, a partire dalla sua Casciago”.

Il curatore della mostra, lo storico dell’arte Giovanni Agosti, che conobbe Isella a Pavia e lavorò a lungo al suo fianco, sottolinea che le opere raccolte a Villa Panza a dieci anni dalla scomparsa del maestro sono solo un assaggio di tutto quello che può dire questo autore e citano solo alcune delle figure per lui importanti. Settanta metri quadrati per raccogliere “frustoli significativi della vita di un uomo che ha percorso il secolo dei frammenti” trovando un suo, personale, equilibrio.

L’omaggio a Isella è raccolto in una sala: 15 dipinti sulle pareti e tre teche. La prima mostra volumi e riviste – alcune delle prove maggiori dell’Isella filologo e critico. La seconda accoglie testimonianze di vita come medaglie, piccole sculture, acquarelli e ciclostili. La terza ha la vivacità delle immagini, che mostrano Isella con tanti amici, tra cui il maestro di una vita Contini, Guttuso, Morlotti, Maria Corti, Franco Parenti e Giuseppe Panza. Proprio il collezionista donatore di Villa Panza, che con lui frequentava la libreria del Portico a Varese.

Dante Isella, nato a Varese nel 1922, vi è morto nel 2007: la sua vita di studioso e divulgatore lo ha portato a insegnare nelle università di Parma, Catania, Pavia, Zurigo. Avvenne a Friburgo l’incontro che cambiò la sua vita: nel 1943 la guerra lo costrinse a rifugiarsi in Svizzera e un anno dopo incontrò il maestro Gianfranco Contini, ordinario di filologia romanza presso l’Università. Isella stesso la definì un’«esperienza […] esplosiva, fondamentale». Sia per il valore dello studioso che per l’impatto con una grande etica del lavoro, la stessa che poi lo contraddistinse. “Un’esperienza che gli aveva cambiato il senso dell’esistenza – aggiunge Agosti – aiutandolo  dare forma ad aspettative fin lì inespresse”. Durante l’anno passato in Svizzera si dedicò alla sua tesi di laurea su ‘La lingua e lo stile di Carlo Dossi’, che discusse poi a Firenze nella primavera del 1947. Solo dopo 14 anni di lavoro nell’azienda familiare e di studio, Isella approdò alla carriera universitaria.

Analizzò con attenzione l’opera di significativi autori lombardi: dal Parini al Manzoni, al Maggi e, ancora, Porta, Dossi, Tessa e Gadda.

La sua vocazione di divulgatore lo portò a insegnare in Italia e all’estero. Fu infatti docente di letteratura italiana presso le Università di Milano, Parma, Catania, Pavia e Zurigo. Tanti gli studi, le collaborazioni, le partecipazioni ai comitati direttivi di testate di italianistica. Nel 2006 gli venne conferito il Premio Chiara alla Carriera “per la qualità del Suo magistero universitario, per gli studi sugli amati autori lombardi, per la profondità delle ricerche che lo hanno portato ai vertici della filologia italiana”.

Isella operò in un mondo di grande fermento artistico, in cui giovani con diverse competenze e formazioni condividevano l’amore per l’Arte: venivano organizzate mostre ed eventi e si acquistavano quadri. Per Dante Isella “le opere d’arte sono state un conforto e un confronto per un mestiere svolto tutto nell’ambito delle discipline storiche”, afferma il curatore Agosti e allora ecco le pareti accendersi di splendide tele del ‘600, alcune attribuite a Gaudenzio Ferrari, al Cerano e a Castoldi, ma anche del Morazzone e del Pianca. E poi un paesaggio di Ennio Morlotti e un acceso “Tramonto sul Lago di Varese” di Renato Guttuso. C’è anche un piccolo gesso di Vittorio Tavernari.

Quella di Villa Panza è quindi una “camera della memoria”, che auspica che i giovani possano riscoprire Dante Isella e il suo importante lascito, coservando nella memoria quell’ultima immagine, tanto amata da Isella: la “Sacra Famiglia” di Michelangelo Fumagalli, dove, a fianco di una madre e del figlio chini a pregare, si vede un uomo che con lo sguardo rivolto lontano, sembra prendere congedo da loro, allontanandosi.

 

“AMORI DI DANTE ISELLA Arte Letteratura Milano Varese”
Villa e Collezione Panza, fino al 28 gennaio 2018
Curatore: Giovanni Agosti
Direzione Villa Panza: Anna Bernardini

Chiara Ambrosioni