Amore che tempra la frecciaAmore che tempra la freccia

Cupido che si dedica all'arte metallurgica e crea le sue famose frecce, modellandole con le sue stesse mani: è un'immagine dall'iconologia piuttosto insolita quella raffigurata da Andrea Appiani (1754 -1817) nel suo cartone preparatorio intitolato "Amore che tempra la freccia".
Appena finita di restaurare, quest'opera è ora in mostra al Castello Sforzesco, nella Sala Studio della Raccolta Bertarelli, esposta fino al venti di gennaio.

Il restauro del cartone è stato ufficialmente presentato con una cerimonia di inaugurazione tenutasi il ventuno di novembre, durante la quale sono intervenuti Claudio Salsi, direttore del Settore Musei, Francesca Rossi e Arnalda Dallaj, conservatori del Civico Gabinetto dei Disegni, Cecilia Frosinini, direttore del Settore Restauro Disegni e Stampe dell'Opificio delle Pietre Dure, Letizia Montalbano, direttore tecnico del Settore Restauro Disegni e Stampe dell'Opificio delle Pietre Dure, Daniele Pescarmona, della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Milano, e la restauratrice Sara Micheli.

Dalle ricerche storiche condotte nel corso del restauro è emerso che questo particolare cartone preparatorio fu disegnato dall'artista in funzione della realizzazione di un affresco a finto bassorilievo dipinto sulla volta di un soffitto di palazzo Corio-Casati, Contrada San Paolo, che è ora di proprietà della Banca Popolare di Milano.

Nell'immagine è rappresentata la figura di Cupido nell'atto di forgiare le sue frecce d'amore, sotto gli occhi di una donna, molto probabilmente la dea Venere, che lo osserva ammaliata. La figura del putto è estremamente plastica, dalle movenze aggraziate e sciolte, con il braccio destro sollevato mentre regge il martello, e con il sinistro che tiene ferma la freccia sull'incudine, pronta per essere battuta e foggiata. La dea Venere sta al suo fianco e lo guarda seduta, con un braccio appoggiato ad un sostegno che sembra anche avere una funzione di separazione, quasi a protezione dalle scintille prodotte dall'amorino impegnato in questa inusuale attività di fabbro.

Il disegno è stato realizzato con pigmento bruno a pennello, carboncino e con la tipica foratura per lo "spolvero", su un supporto di carta delle dimensioni di 107 x 93 centimetri.

Andrea Appiani
, pittore milanese annoverato fra i maggiori esponenti del periodo neoclassico in Europa, attribuiva un ruolo fondamentale allo studio dei disegni preparatori per le composizioni di dipinti di grandi

Amore che tempra la freccia, partic. dell'opera di AppianiAmore che tempra la freccia, partic.
dell'opera di Appiani

dimensioni, e anche per questo motivo dal 1806 decise di concedere alcuni dei suoi cartoni alla fruizione del grande pubblico: fece dunque alcune donazioni all'Accademia di Brera, scuola nella quale si era formato e aveva preso l'avvio la sua carriera artistica. Fu così che nel corso dell'Ottocento un numero considerevole di altri esemplari simili continuarono ad arrivare a Brera e alla Raccolta dei Disegni dei Musei Civici: in seguito, essi sono stati riuniti per la maggior parte alla Galleria d'Arte Moderna di Villa Reale.
Dal 1993 la Direzione dei Musei Civici di Milano, in accordo con la Soprintendenza di Brera, ha iniziato un sistematico riordino conservativo dell'intero complesso dei cartoni dell'artista.

Grazie all'apporto fondamentale che l'intervento ministeriale ha nel tempo assicurato alla tutela conservativa di tali manufatti artistici cittadini, l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze finora ha già svolto il restauro del monumentale Carro di Apollo, preparatorio per l'affresco di un soffitto di Casa Sannazzaro a Milano, e di un Angelo volante per un affresco di casa Moriggia a Balsamo.

I lavori di restauro di "Amore che tempra la freccia" sono stati avviati nel 2009
e si sono svolti presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, concordati con la Soprintendenza di Brera, con la direzione del Civico Gabinetto dei Disegni e con l'Opificio stesso.
Tramite le analisi condotte dal Laboratorio Scientifico dell'Opificio, nel corso del restauro sono inoltre venuti alla luce nuovi importanti elementi sulla pratica grafica del maestro in relazione alla produzione di cartoni preparatori per dipinti ad olio e soprattutto per la grande decorazione pittorica murale.

Amore che tempra la freccia
di Andrea Appiani
Dal 21 novembre 2011 al 20 gennaio 2012
Sala Studio della Raccolta Bertarelli
Milano, Musei del Castello Sforzesco, piazza Castello
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 15.00
Chiuso sabato e domenica
Ingresso libero
Per maggiori info: Civico Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco – tel. + 39 0288463735 – tel. 02 88463703
c.craai@comune.milano.it – www.milanocastello.it