L'arte di "Menta e Rosmarino" – C'è spazio anche per l'arte nel nuovo numero della rivista presentata domenica nella sala consigliare di Gavirate.
Il giornale raccoglie interventi di storia, arte e tradizioni locali, ed è stato creato da un gruppo di appassionati di Cocquio Trevisago otto anni orsono, per proporre le sue idee e le sue ricerche sul "paese", guidati dall'inesauribile direttore Alberto Palazzi.
Questo numero contiene articoli sullo scultore Giuseppe Cantù, su Albino Reggiori, su Innocente Salvini, sul pittore Domenico De Bernardi in un'inedita veste di scrittore per le pagine de "Il contemporaneo", il settimanale Liberale di Varese, negli anni 1951-52.
Una storia lunga otto anni – "Menta e rosmarino nasce per circostanze fortuite" confessa il direttore Alberto Palazzi, "in un periodo in cui l'editoria era in crisi, mettendo al centro della linea editoriale il "paese", proprio in un momento in cui il paese stava venendo meno e la globalizzazione spazzava via negozi, commerci e tutte le occasioni di socialità che c'erano. Noi partimmo con quella che era davvero un'avventura: le malelingue dicevano "faranno un paio di numeri e poi chiuderanno", e invece siamo arrivati fino a qui".
Il passato per guardare avanti – Permanente nella rivista è la discussione intorno all'importanza della tradizione, per conservarla e renderla disponibile alle nuove generazioni. Tradizione che è soprattutto la conoscenza di antichi modi di fare che aprono prospettive diverse anche sullo sviluppo di oggi. La risvista si configura come un evento culturale degno di nota, per una perché raccoglie interventi importanti di autori come Luigi Stadera, Amerigo Giorgetti, Carlo Zanzi e Romano Oldrini che ha presentato la serata: "In otto anni" confessa Oldrini "un giornale che è nato per sfida con pochi amici attorno a un tavolo, sta diventando una voce importante. Si pensava che fosse una dei tanti giornali che facessero il peana di come si stava meglio prima e invece è un giornale che sta dicendo ai lettori che il mondo continua, che non bisogna essere solo reclinati sul passato ma si deve guardare al futuro: è la sua caratteristica principale: il passato non come memoria nostalgica e per certi aspetti regressiva, ma il passato come stimolo per il domani."