Prima domenica di settembre, dal tempo bello e dalla gran voglia generale di rimanere attaccati all'estate. Molti comuni hanno pensato bene di organizzare manifestazioni all'aperto, dove arte e artigianato hanno spiccato.
La manifestazione “Pittori e scultori nei cortili”, in quel di Viggiù, giunta alla seconda edizione, ha in effetti ottenuto un bel successo di pubblico. Un pubblico variegato, bene assistito dai cartelli segnaletici e dalle mappe disponibili, che ha gioiosamente pellegrinato nei cortili del borgo di solito vietati agli sguardi, godendo dell'amenità e del fascino segreto dei luoghi, della natura ancora generosa e del ritrovarsi e contarsi al tramonto delle vacanze.
Vi erano anche numerosi quadri, certo, per lo più amatoriali, di sfondo e contorno al resto, naturalistici o con scorci di Viggiù. Pittura come pretesto, insomma, come meta fittizia per girare alla scoperta di angoli suggestivi, senza fatica per lo spettatore, senza soluzione di continuità fra la realtà e la rappresentazione.
La scultura – che a Viggiù gioca in casa – ha fatto una migliore figura, nel giardino della Villa Borromeo, dove si sono fatte ammirare le opere lignee di Eduardo Brocca Toletti ed Ernesto Castiglioni: due artisti agli antipodi nel trattare il legno e nell'ispirazione, ingegneresco il primo e schietto, espressivo il secondo.
A parte il sempre sorprendente Museo Butti, si poteva visitare il Museo del Picasass allestito nell'edificio circolare delle Scuderie di Villa Borromeo: esperienza istruttiva e toccante sulla storia di un mestiere antico in Viggiù, da tramandare, almeno in questa forma.
La vocazione e specializzazione del paese parla da ogni pietra, portale, cornicione: non sarebbe forse il caso di dedicare la rassegna soltanto alla scultura, in un momento storico che tende ad affermare le proprie identità di territorio? Viggiù fa rima con scalpellini e scultori, ben prima dei pompieri della canzone.