Ogni creazione ha origine dal gesto che plasma la materia conferendole la forma concepita dal suo artefice.
Il pensiero, lo sguardo, le mani concertano tra loro nel momento in cui Tino Sartori (Samarate 1956) opera modellando la creta.
Ne “La terra e il cammino”, personale in corso presso il Centro Parco ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo, si coglie come le opere in mostra riuniscano in sé l’idea di fisicità della materia e come la sua organicità riveli origini sacrali.
Nelle allungate fisionomie di Sartori emerge una téchne capace di dare senso spirituale e simbolico a quelle umane, e al tempo stesso, fantastiche presenze.
Attendono di essere interrogate, poste le une accanto alle altre, con attenta dimensione scenografica.
Nel loro volgere lo sguardo verso l’alto, paiono emanare il profondo desiderio di penetrare il mistero della vita.
Alle loro spalle, pannelli composti da più elementi tendono ad indicare i loro luoghi di provenienza.
A dire da li siamo giunti e in quelle regioni torneremo.
Sartori trasmette, attraverso la sua arte, un progetto esistenziale dove gli archetipi divengono voci narrative al fine di alimentare nel loro iniziatore linfa e energia per altri moti creativi.
Tino Sartori – “La terra e il cammino”, Centro Parco ex Dogana Austroungarica, Lonate Pozzolo. Fino al 31 agosto. Orario: sabato e domenica 10-18
Mauro Bianchini