Una mostra personale allestita al Centro dell'Incisione Alzaia Naviglio Grande nella quale provare, come in un processo alchemico di crogiolo, le caratteristiche fisiche e chimiche dei materiali dell'arte. E una mostra collettiva intitolata "Noir", allestita all'Atelier Capricorno di Cocquio Trevisago, nella quale incontrarsi e confrontarsi sulle diverse possibilità cromatiche e sul non-colore per definizione.
Ecco alcuni dei molteplici campi di lavoro nei quali è impegnata, in queste settimane, Anny Ferrario. Costante resta il suo lavoro di scavo nel terreno artistico.
Il rapporto con la luce è uno dei temi più carichi di suggestioni nella storia dell'arte, esso acuisce il suo stato nel mondo contemporaneo, non si situa in un punto isolato ma acquista una funzione specifica a seconda della sua mutevole collocazione, del punto di vista e della consistenza materiale che ne caratterizza l'intensità e la durata.
Inutile dire che il tema della luce spesso si identifica totalmente con la concezione della pittura o della scultura, ma è altrettanto vero che i modi di manifestare la luce sono inseparabili dalla materia e dalle trasformazioni che essa produce nel corpo delle opere, rendendo evidenti le possibilità insite nei suoi attributi fisici e tecnici.
Per l'autrice la materia è madre di tutte le immagini, realtà che si trasfigura in un mondo poetico e che, ben oltre la conoscenza scientifica delle sostanze, diventa territorio dell'immaginazione. Il terreno di azione dell'artista è una zona di sensibilità pura che si rivela in maniera non programmatica, senza fare a meno dell'energia palpitante della materia e del colore.
Non si dà dunque opera senza materia, sembra banale dirlo ma è necessario: la ricerca artistica si alimenta di questo slancio come un fatto tangibile.