Alcuni spazi espositivi nelle Regioni  gialle hanno riaperto, altri potrebbero essere temporaneamente chiusi. Chiedete sempre conferma contattando le sedi.

 

Milano – Eleonora Firenze, in occasione della sua prima personale intitolata Fragments espone le proprie opere alla Galleria Francesco Zanuso di Corso di Porta Vigentina 26. Le opere presentate appartengono ad un percorso dell’artista nell’ambito dell’astrazione geometrica. In perennemente ricerca, dice l’artista descrivendosi,  attraverso le differenti forme espressive: dalla musica al canto, dalla regia teatrale a quella lirica, dall’installazione alla pittura, dalla scultura alla riqualificazione urbana, dallo studio sui materiali naturali e artificiali fino alla luce. Dalle relazioni che ne nascono,  dai pensieri, osservando la natura, fuoriescono poi i suoi colori”. La mostra prosegue sinoal 24 febbraio con i seguenti orari: da lunedì a giovedì 15-19

Milano – Lo Spazio Leonardo ospita la mostra “Once in a Blue Moon…” collettiva di cinque artisti in dialogo: Giuseppe Abate, Thomas Berra, Federica Francesconi, Anne Schmidt e Serena Vestrucci. La mostra, primo di tre appuntamenti organizzati nel corso dell’anno allo Spazio espositivo di viale della Liberazione , fa riferimento alla Luna Blu, un evento astrologico rarissimo, che evoca immagini fiabesche. Allo stesso modo questa esposizione intende celebrare quella pittura che va oltre se stessa con sconfinamenti multidisciplinari e aspirazioni oniriche. Fino al 14 maggio. La mostra è aperta al pubblico solo su appuntamento da lunedì a venerdì 9-18.

Milano – Alla galleria Giò Marconi è visitabile la mostra “Cielo di giugno” di Enrico David. E’ la prima volta che una sua mostra si compone esclusivamente di lavori grafici, di “inizi” e di “indizi” che in altre circostanze vengono poi tramandati in media e linguaggi differenti. La loro sequenza, oscillando tra approssimazione e distanza, sottolinea la posizione di David come pittore e ha come pretesto un’esteriorità fatta di aria e atmosfera, di pulviscolo e luce, di vento calante e primo buio. La mostra si compone essenzialmente di tre nuclei di dipinti: tele di grandi dimensioni che, come in un’architettura, costituiscono la struttura portante per gli altri lavori e rappresentano i tralicci su cui il resto si inceppa. Le piccole tele sono invece quasi degli studi, composizioni visive che come in una sorta di acrostico esplorano le possibilità del dipingere, o meglio, del come fare della pittura nel modo meno pittorico possibile. La mostra continuerà sino al 20 marzo e si potrà visitare su appuntamento (02 2940 4373). Orari: martedì – sabato 11-19.

Milano – La Fondazione Adolfo Pini di Corso Garibaldi ospita la mostra di Flavio Favelli intitolata “Vita d’artista”. Lo spazio espositivo fu la casa e lo studio del pittore Renzo Bongiovanni Radice (1899-1970) e successiamente residenza del nipote al quale è intitolata. Per volontà di Pini, che grazie allo zio ebbe una formazione culturale con particolare interesse verso le arti, nel 1991 divenne fondazione con lo scopo di ricordare lo scopo di ricordare l’artista. Nelle stanze della casa museo sono esposte infatti le opere di Bongiovanni Radice, insieme agli arredi d’epoca. La fondazione promuove la diffusione dell’arte e della cultura e organizza mostre temporanee come quella dedicata appunto a Favarelli. L’artista, partendo dalla suggestione del libro di Carlo Cassola che, con lo stesso titolo, affronta la questione dell’arte rispetto a certi ideali, alla politica, all’impegno sociale, interviene nella casa museo alla ricerca di un confronto tra il passato, la sua eredità e l’opera. Favelli utilizza oggetti d’arredamento o di uso comune che rimandano sia all’estetica borghese degli ambienti familiari in cui è cresciuto, sia a quella del consumo prodotto dall’industria e dalla pubblicità che assembla in collage, sculture, dando vita a sovrapposizioni di senso che non snaturano gli oggetti ma ne amplificano il valore simbolico. Fino al 7 maggio; orari: da lunedì a venerdì 10– 13/ 15– 17 con prenotazione T. 39 02 874502

Milano – Prorogata al 2 giugno la grande retrospettiva intitolata “Prima, donna”, dedicata alla fotografa Margaret Bourke-White (New York, 1904 – Stamford, 1971) allestita a Palazzo Reale. La mostra raccoglie, in una selezione del tutto inedita, le più straordinarie immagini realizzate da Margaret , figura tra le più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo, nel corso della sua lunga carriera. Accanto alle fotografie, una serie di documenti e immagini personali, video e testi autobiografici raccontano la personalità di un’importante fotografa, una grande donna, la sua visione e la sua vita controcorrente. Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dai primi scatti dedicati al mondo dell’industria e ai progetti corporate fino ai grandi reportage per le testate più importanti come “Fortune” e “Life”; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale ai celebri ritratti di Stalin e Gandhi, all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. Orari: martedì, mercoledì e venerdì 10 -19.30; giovedì 10 -20.30.

Milano – “Ritorno al Barocco. Fontana Leoncillo Melotti” è la mostra ospitata nelle sale della galleria ML Fine Art Matteo Lampertico che con questa esposizione ha aperto le porte della sua nuova sede di via Montebello. La mostra, a cura di Andrea Bacchi, è dedicata alle influenze della cultura barocca su alcuni dei più importanti maestri dell’arte italiana del Novecento. Per la prima volta preziose opere in ceramica realizzate tra gli anni Quaranta e Sessanta dai tre artisti sono state esaminate e indagate alla luce dei rapporti con la scultura e la pittura barocca. L’esposizione che rimarrà in calendario sino l’11 aprile è visitabile da lunedì a venerdì 10-13 / 15-19.

Milano – Venti opere in plexiglass acrilico, nella seconda personale di Regine Schumann allestita alla Dep Art Gallery. L’esposizione, a cura di Alberto Zanchetta è intitolata“Chromasophia”, neologismo che unisce le parole Colore e Sapienza; quella “sapienza del colore” che l’artista ha maturato nel corso degli anni con l’intento di offrire allo spettatore infinite possibilità combinatorie, tutte sorprendenti. Per la prima volta in Italia viene esposta la recente serie “Moons”, nata dalle urgenze espressive dell’artista emerse nei primi mesi della pandemia dove si incontrano temi ispirati alla distanza e alla vicinanza o, meglio, il desiderio insoddisfatto di allontanarsi. In mostra anche un’opera realizzata in esclusiva per Dep Art Gallery, dedicata al capoluogo lombardo in edizione limitata. La particolarità dell’opera della Schumann è nell’assemblaggio di lastre in plexiglass acrilico dalle quali ottiene una molteplicità di sfumature, che si originano in base all’interazione tra il primo piano, lo sfondo e il perimetro. A seconda delle condizioni spaziali e atmosferiche, i colori si intensificano, si compenetrano e si riverberano vicendevolmente, sottoponendo lo sguardo del fruitore a cambiamenti graduali oppure repentini. Attraverso l’impiego dei raggi UV le superfici rivelano inoltre delle gradazioni latenti. Fino al 30 marzo, orari: da martedì a sabato 10.30 – 19; con prenotazione.

Milano -” OrnAmenTumEtKrimMen” è il titolo della personale dell’artista e attivista sudafricano Kendell Geers, allestita negli spazi di M77 in via Mecenate. La mostra, a cura di Danilo Eccher, presenta una selezione di opere storiche, recenti e installazioni site-specific progettate per interagire con gli interni della galleria. Il percorso si apre con la grande installazione “Hanging Piece” del 1993, realizzata con mattoni di argillache pendono dal soffitto con delle corde rosse. L’artista, europeo di origine, africano di nascita, si definisce animista e mistico, sciamano e alchimista, punk e poeta. Le contraddizioni intrinseche all’identità dell’artista sono incarnate nel suo lavoro. Le sue opere coniugano storia personale e politica, poesia e miseria, violenza e tensione erotica. Geers lavora con vari media e tecniche che vanno da oggetti di uso comune e installazioni di larga scala all’uso di neon sconfinando nella performance e nel video. Il titolo della mostra si basa sul saggio del 1908 “Ornamento e Crimine” dell’architetto austriaco Adolf Loos, pioniere dell’architettura moderna che condannò le decorazioni sulle facciate degli edifici come un eccesso inutile, persino pericoloso, guidando il corso dell’architettura verso il concetto di funzionalità. Fino al 2 aprile; orari: da martedì a sabato 11 – 19.

Milano – Prorogata, alle Gallerie d’Italia, la mostra “Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa”. L’esposizione, organizzata in occasione dei duecentocinquanta anni dalla morte di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770), presenta circa 70 opere tra quelle firmate dal maestro, (una quarantina) e altre di importanti artisti suoi contemporanei (tra cui i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci e il lombardo Paolo Pagani), ripercorre la vicenda artistica di Tiepolo e le sue committenze principali nelle città che lo hanno visto protagonista: con Venezia, Milano, Dresda e Madrid. E’ possibile ammirare, per la prima volta esposti al pubblico dopo i restauri, gli straordinari affreschi staccati della basilica Sant’ Ambrogio e di Palazzo Gallarati Scotti. Fino al 2 maggio, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20. Informazioni e prenotazioni: T. 800.167619 email: info@gallerieditalia.com.

Varese – “American Illusions” è il titolo della tripersonale ospitata negli spazi della galleria Punto sull’Arte. L’esposizione si concentra, in particolare, sulla veduta urbana tradotta nello sguardo di tre artisti che, con differenti tecniche, fanno riflettere sul potere persuasivo dell’immagine, sul suo grado di veridicità e sulle trappole della percezione. In mostra le opere del francese Jean-Marc Amigues che costruisce le sue visioni con una verosimiglianza chirurgica per poi immergerle in una nebbia di velature che confondendo i contorni crea atmosfere noir mentre il ribaltamento della prospettiva apre ampie zone di vuoto con richiami all’astratto. Invita invece a una sfida concettuale Claudio Filippini con le sue millimetriche vedute di dettagli pittorici che contraddicono l’apparenza iperrealista comunicando vibrazioni sonore e suggestioni. Sulle vedute aeree, spogliate dalla presenza umana e di ogni dettaglio superfluo, si concentra la ricerca di Andrea Gnocchi che, riducendo le architetture a contrappunti astratti di bianchi e di neri, lascia dilagare cromatismi impossibili che enfatizzano il senso di irrealtà. Accompagna la mostra un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte e il testo della curatrice Alessandra Redaelli. Fino al 6 marzo. Orari: martedì – sabato: 10-13/15-19. Per informazioni: 0332 320990 / info@puntosullarte.it.

Varese – “…E quindi uscimmo a riveder le stelle – Dante nel presente tra Natura e Sociale” è la collettiva allestita in sala Veratti. L’esposizione, a cura di Fabrizia Buzio Negri, organizzata in occasione del settecentesimo anniversario della morte del sommo Poeta, vede coinvolti trenta artisti che si sono ispirati alle visioni legate alla Divina Commedia. Ognuno ha interpretato le proprie emozioni con differenti linguaggi, stili e tecniche, rispondendo allo stimolante tema della mostra con la scelta di vari passaggi delle tre Cantiche, calandosi in quel viaggio dell’anima compiuto dall’Alighieri. E’ possibile ammirare il percorso della collettiva anche attraverso un filmato realizzato da Guido Nicora sui versi dalla “Commedia” di Dante, il reading dell’attrice Gloria Dusi e i testi del curatore tratti dal catalogo (https://youtu.be/Tty6vUa2OM0). Fino al 28 febbraio; orari: mercoledì -giovedì-venerdì dalle 15 alle 17.

Gallarate – Il MA*GA, in occasione del centenario della nascita di Ottavio Missoni, stilista e artista presenta il nuovo allestimento della “Sala Arazzi”a lui dedicata. La sezione, divenuta parte permanente della collezione, conserva una serie di grandi arazzi realizzati in patchwork di tessuto a maglia, allestiti in uno spazio immaginato dal figlio Luca Missoni e progettato da Angelo Jelmini, per sottolineare la valenza di queste particolari realizzazioni tessili che, a partire dagli anni Settanta, sono diventati esclusiva tecnica per materia e colore sia nel campo della moda sia in quello dell’arte. Esposta una selezione di studi originali, da sempre disegnati con pennarelli colorati su carta a quadretti (richiamo alla trama e all’ordito), realizzati per progettare le creazioni . Una scelta di tessuti in maglia alcuni dei quali già esposti nel 1975 alla sua prima mostra alla Galleria Il Naviglio di Venezia. Una serie di dipinti policromi in acrilico su tavola creati in forma sperimentale nei primi anni ’70. Parte dell’allestimento presenta la luminosa carriera sportiva di Ottavio, dal 1947 atleta della Società Ginnastica Gallaratese, culminata alle Olimpiadi di Londra del 1948 con la finale nei 400 metri ostacoli”. Orari al pubblico: dal martedì al venerdì dalle 11 alle 16. Intanto proseguono, nelle altre sale anche le mostre “Marzia Migliora. Lo spettro di Malthuse” e “La fantasia è un posto dove ci piove dentro. Dalle Lezioni Americane di Calvino alla collezione del MA*GA”. Consigliata la prenotazione T. 0331.706011 (durante gli orari di apertura del Museo).

Busto Arsizio – “Giuseppe Bossi e Raffaello – Opere dalle Collezioni civiche e private”, è la mostra ospitata nelle sale di Palazzo Marliani Cicogna. L’esposizione , a cura di Silvio Mara, rappresenta il contributo bustocco all’evento diffuso “Raffaello. Custodi del mito in Lombardia”, organizzato in occasione del cinquecentenario del maestro urbinate ed è strettamente collegata all’esposizione allestita al Castello Sforzesco di Milano. Oltre a disegni, dipinti e documenti sono esposte nelle sale del museo, per la prima volta, alcune preziosità come una lettera inviata a Bossi da Antonio Canova, conosciuto dall’intellettuale bustocco durante il soggiorno a Roma. La mostra rimarrà in calendario sino al 2 maggio. Sempre a Palazzo Cicogna è possibile visitare la personale della scultrice varesina Paola Ravasio. La mostra, intitolata “La voce del corpo”, raccoglie una selezione di sculture  realizzate in differenti materiali come gesso, resina, bronzo, ispirate alla figura, che si deforma, assumendo forme antropomorfe spesso contrapposte alla geometria. Affianca le sculture una serie di lavori grafici in bianco e nero. La mostra continua fino al 12 marzo; Entrambe le esposizioni sono visitabili: martedì, mercoledì e giovedì 14.30-18; venerdì 9.30- 13 / 14.30 – 19.30.