A causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, le mostre sono sospese. Verificare sempre le zone, le aperture e gli orari.

Milano – “The Weather was Mild on the Day of my Departure” è il titolo della mostra di Paolo Parisi  allestita nelle sale della Building. Il progetto è costituito da quattro nuovi cicli di opere che riflettono sulla pratica della pittura e che rappresentano gli ultimi tre anni dell’intensa ricerca dell’artista. Alle opere del 2018-2020 si aggiungono quattro sculture e un video del 2013 che condividono la stessa riflessione allargata sull’oggetto quadro e sulla relazione di quest’ultimo con il contenitore in cui si inserisce. L’esplorazione dei temi dell’eredità del Modernismo e della pittura monocroma e soprattutto del viaggio, fisico e mentale, inteso come scoperta e condivisione del mondo con “l’altro diverso da sé”, legano tutte le opere. L’esposizione, negli spazi di Via Monte di Pietà e a cura di Lorenzo Bruni, è programmata fino al 6 marzo.

Piacenza- Prorogata fino al 28 febbraio l’esposizione dell’installazione che Mimmo Paladino ha appositamente creato per piazza Cavalli e che dialoga con le statue equestri di Alessandro e Ranuccio I Farnese, capolavoro indiscusso della statuaria barocca e uno dei simboli della città, realizzate tra il 1612 e il 1628 da Francesco Mochi da Montevarchi (1580-1654). L’opera di  Paladino si compone di 18 sculture in vetroresina, poste su una base quadrangolare di dodici metri. Il soggetto dell’opera utilizza l’icona tipicamente paladiniana di un cavallo ridisegnato a partire da un modello funerario di origine etrusca, che si arricchisce di risonanze omeriche, rurali, cortesi e militari. La volontà dell’artista è quella di interloquire con i monumenti farnesiani che danno il nome alla piazza, opponendo al fasto delle sculture del Mochi il rigore delle forme stilizzate di Paladino.

Torino – “Carousel” è la mostra organizzata da Camera-Centro per la Fotografia dedicata all’eclettica carriera di Paolo Ventura, uno degli artisti più riconosciuti e apprezzati in Italia e all’estero. Sin dalle sue prime opere, l’artista milanese ha saputo unire la sua grande capacità manuale a una visione poetica del mondo, costruendo scenografie all’interno delle quali prendono vita brevi storie fiabesche e surreali, immortalate poi dalla macchina fotografica. La mostra presenta alcune delle opere più suggestive realizzate negli ultimi quindici anni provenienti da diverse collezioni e dallo studio dell’artista. Il percorso espositivo è un’assoluta commistione di linguaggi che comprende disegni, modellini, scenografie, maschere di cartapesta e costumi teatrali. Sino 14 febbrario orari: 11-19; giovedì 11-21. Martedì chiuso

Rivoli (TO) – Al Castello Museo d’Arte Contemporanea è ospitata “Le Chef-d’oeuvre inconnu” titolo della personale dedicata a Giulio Paolini in occasione del suo ottantesimo compleanno. La mostra prende le mosse da “Disegno geometrico” del 1960, una tra le opere più rappresentative e importanti della storia dell’arte contemporanea, definito dallo stesso artista come il suo “primo (e ultimo quadro)”. Il percorso racconta oltre sessant’anni di produzione artistica, con opere rare, custodite da Paolini e nuovi lavori appositamente realizzati per l’occasione. Il titolo della mostra, ispirato al celebre racconto di Honoré de Balzac, è anche quello della grande installazione che accoglie i visitatori. La mostra è in calendario sino al 31 gennaio. Orari: giovedì 10-17; venerdì’,sabato e domenica 10-19.

Cuneo – ” E luce fu. Giacomo Balla, Lucio Fontana, Olafur Eliasson, Renato Leotta” è la mostra ospitata nelle sale del Complesso Monumentale di San Francesco in via Santa Maria.L’esposizione raccoglie quattro importanti opere in cui è protagonista la luce, realizzate da altrettanti artisti, lavori appartenenti alle Collezioni del Castello di Rivoli. La mostra prosegue così la collaborazione tra i due Enti avviata lo scorso anno e nata con l’itento di promuovere nel territorio cuneese la conoscenza dei lavori artistici del Museo. Le opere degli artisti in mostra sono installate in relazione con gli spazi della Chiesa dove, al centro della navata, i visitatori sono accolti da “Feu d’artifice” (Fuoco d’artificio) storica opera realizzata da Giacomo Balla nel 1917, durante gli anni di adesione al Futurismo. Protagonisti i volumi geometrici che si illuminano in relazione con la musica di Igor Stravinskij. “Ambiente spaziale” (1967, di Lucio Fontana offre agli spettatori un’esperienza totale dello spazio, psicologica e fisica, nella quale ciascuno è a tu per tu con se stesso. L’abside è animata da “The sun has no money”, 2008, di Olafur Eliasson con giochi di luci e ombre che evocano geometrie celesti, producendo l’esperienza di uno spazio condiviso. Il percorso della mostra si conclude con “Sole” di Renato Leotta (2019-2020), installazione realizzata con fari di automobili dismesse che illuminano specifici dettagli dell’architettura e delle decorazioni della Chiesa. Fino al 14 febbraio.Orari: da martedì a sabato 15.30-18.30; domenica 10.30-18.30.

Milano – Con “Prologue: Diatoms in the Multiverse”, dell’artista Ludovico Bomben, ha preso il via, alla Galleria d’Arte il Vicolo di via Pietro Maroncelli, il primo dei sei appuntamenti di “Rewild”, un progetto sociale e artistico dedicato ai temi del cambiameno climatico. Nel corso di un anno, verrà raccontata una storia suddivisa in capitoli attraverso installazioni artistiche di singoli e gruppi di artisti chiamati ogni volta a creare una propria sintesi estetica in uno scambio fluido e immersivo fra composizione figurativa, plastica e digital art. Gli eventi saranno fruibili anche attraverso una piattaforma virtuale www.thecuratorsmilan.com. Il focus narrativo di Ludovico Bomben si ispira alle diatomee, organismi unicellulari unici, fitoplancton alla base della catena alimentare della fauna marina che, come le piante, assorbono anidride carbonica e restiruiscono ossigeno ripulendo l’aria del 50% . La loro sopravvivenza è minacciata dall’acidificazione e dal surriscaldamento degli oceani. In motra è esposta “Dardo”, una scultura in ferro che rappresenta una freccia tesa in equilibrio che punta verso l’ologramma di una Diatomea, rivelandone la fragile microscopica presenza nonchè la fondamentale importanza. La mostra rimarrà in calendario sino al 13 febbraio con i seguenti orari: da martedì a domenica ore 11 – 19 30.

Milano – La caratterizza un linguaggio alternativo, un sistema di segni artificiali che descrivere una nuova e personale comunicazione. Inconfondibile la ricerca di Dadamaino, grande artista milanese, attiva dagli anni ’50 sino al 2000, alla quale l’Associazione Culturale Renzo Cortina ha dedicato la retrospettiva intitolata “Un segno Metalinguistico”. Dopo i giovanili cimenti informali é l’amiciza e la frequentazione con maestri come Piero Manzoni e successivamente Lucio Fontana che danno l’avvio a una nuova ricerca fondata sullo studio e sull’interpretazione del segno. Fin dagli anni Cinquanta ha operato intorno ai temi della visione, della percezione del colore, dell’immaterialità connessa a una nuova nozione di tempo e di spazio, del segno inteso come calligramma di un alfabeto inventato. La mostra, allestita nella sede di via Via Mac Mahon, a cura di Luca Pietro Nicoletti, è visibile online fino al 23 gennaio. Se le regole lo consentiranno potrà essere visitabile, solo su appuntamento, nei seguenti orari: martedì a sabato 10-12.30 e 16.30-19.30.

Milano – “Sul Margine” è il titolo della collettiva allestita alla galleria A arte Invernizzi. In mostra le opere degli artisti con i quali lo spazio espositivo collabora. Il percorso espositivo si snoda attraverso tecniche e linguaggi differenti: dai collages, alle opere su carta, progetti e piccole sculture realizzati tra il 1948 e il 2020. Tra le opere che si possono ammirare a quelle di: Rodolfo Aricò, Gianni Asdrubali, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Philippe Decrauzat, Riccardo De Marchi, Piero Dorazio, Lesley Foxcroft, Igino Legnaghi, François Morellet, Mario Nigro,, Pino Pinelli, Bruno Querci, Ulrich Rückriem, Angelo Savelli, Salvatore Scarpitta, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Günter Umberg, Grazia Varisco, Elisabeth Vary, Michel Verjux e Rudi Wach . La mostra è in programma fino all’11 Febbraio (con i seuenti orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 15-19: sabato su appuntamento T. 02 29402855).

Firenze – Risplende di luce Palazzo Strozzi dove brilla, nel cortile, “We Rise by Lifting Others (Ci eleviamo sollevando gli altri), la grande installazione di Marinella Senatore. L’artista è stata invitata a proporre una nuova riflessione sull’idea di comunità, vicinanza e relazione in un’epoca in cui il concetto di distanziamento sociale sta condizionando la vita quotidiana di tutte le persone. L’opera, collocata dallo scorso dicembre, è ispirata alle luminarie della tradizione popolare dell’Italia meridionale e da un programma di workshop partecipativi, appositamente creati dall’artista per la dimensione online e incentrati sull’idea di attivazione sociale e di costruzione di comunità attraverso la pratica performativa. L’evento rimarrà in calendario sio al 7 febbraio. L’installazione potrà essere ammirata dalle 9 alle 20.


Mendrisio – “I disegni giovanili di Le Corbusier. 1902-1916”, è il titolo della mostra allestita al Teatro dell’architettura. Charles-Édouard Jeanneret, noto con lo pseudonimo di Le Corbusier, è stato uno dei maggiori esponenti del movimento moderno in architettura. Alcune sue opere, con i numerosi scritti teorici, rappresentano i cardini dell’evoluzione dell’architettura nel corso del Novecento. Le Corbusier è stato anche urbanista, pittore e designer. In mostra sono esposti più di ottanta disegni originali inediti provenienti da collezioni private e pubbliche svizzere, e riproduzioni arrivate dalla Fondation Le Corbusier di Parigi. L’esposizione, organizzata in occasione della pubblicazione del primo volume del “Catalogue raisonné des dessins de Le Corbusier”, curato da Danièle Pauly, è accompagana dalla rassegna “Living LeCorbusier” realizzata in collaborazione con Milano Design Film Festival. Si tratta di una selezione di filmati sulla vita e le opere dell’architetto proiettati nella Galleria al secondo piano del Teatro. (Fino al 24 gennaio).

Lugano – Il Porticato della Biblioteca Salita dei Frati ospita un’esposizione dedicata a Renato Bruscaglia (1921-1999), artista tra i più significativi interpreti dell’incisione italiana nel secondo Novecento. La mostra è incentrata sui libri e le cartelle d’artista che costituiscono un aspetto ancora poco indagato della sua opera. La selezione è arricchita dall’acquaforte «Riva nostrana» (1976), stampata per l’occasione nell’Atelier di Novazzano per i membri dall’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico e dal manuale d’incisione redatto nel 1988 da Bruscaglia, apprezzato insegnante di Calcografia, recentemente ripubblicato a cura della figlia Marta. In occasione del centenario della nascita dell’artista, l’Associazione ha inoltre realizzato una plaquette con testi di Alessandro Soldini e Renato Bruscaglia, impreziosita da due incisioni originali inedite. (Fino al 20 febbraio).

Rancate (Mendrisio)- “Dentro i Palazzi – Uno sguardo sul collezionismo privato nella Lugano del Sette e Ottocento: le quadrerie Riva” è la mostra allestita alla Pinacoteca Zust. Un’occasione per ammirare non solo dipinti e oggetti per lo più celati al pubblico, ma anche per entrare nella storia del territorio ticinese. I Riva sono infatti uno dei più antichi e illustri casati di Lugano che vantano una intricata rete di contatti con altre storiche famiglie. L’intento è quello di aggiungere un tassello alla vicenda ancora poco nota del collezionismo privato nelle terre dell’attuale Cantone Ticino, dal tardo Seicento all’Ottocento. In mostra sono dunque indagati sia il gusto sia le dinamiche relative alla circolazione e al consumo di opere d’arte. Tra gli autori presenti, per il Settecento si segnalano Marco e Giuseppe Antonio Petrini, Carlo Francesco e Pietro Rusca. Per l’Ottocento figurano opere di Giovanni Migliara, Giuseppe Reina, Francesco Hayez, Pietro Bagatti Valsecchi e dei Bisi. Fino al 28 febbraio.

Varese – Alla Showcases Gallery, prorogata la mostra “Polimodularità Fluorescenti” di Dario Zaffaroni. I quadri-scultura dell’artista, collocate in ambito astratto geometrico, rappresentano forme in movimento in un unitario rapporto spazio – temporale. Dell’artista, noto nel panorama contemporaneo sono esposte una trentina di opere. Zaffaroni, nella prima parte della sua lunga carriera ha lavorato con Dadamaino e successivamente ha frequentato altri artisti dell’avanguardia milanese quali: Colombo, Calderara, Scaccabarozzi, Tornquist, Varisco. Le sue “polimodularità cromatiche”, rigorose, geometriche, affiorano da fondi monocromi, prevalentemente neri o bianchi, e coinvolgendo lo spazio, fanno del colore un “incipit”, di luce e movimento, dove l’intervento plastico si fonda sulle valenze cromatiche, creando una raffinata tessitura tra colore e forma.