Una mostra "strutturata" – Opere realizzate appositamente per questa mostra, ma soprattutto per l'ambiente che le ospita: la casa Bioecologica di Busto Arsizio che, da tempo, oltre a costituire uno show room di mobili e arredo, si presta anche a spazio espositivo. Sotto la guida di Mauro Bianchini e Cristina Moregola, curatrice della mostra, è stato chiamato ad esporre, in questa nuova mostra, l'artista Azelio Corni (Sesto Calende, 1948), residente a Castelletto Ticino, dove ha il suo studio in un tipico loft, nel contesto di una ex struttura industriale. Corni ha voluto realizzate le sue opere, su carta e su tela, ispirandosi all'ambiente che le circonda, alle sue forme, alla sua armonia.
Piccoli e grandi appunti – Tornano, infatti, i temi principali della sua ricerca artistica, ma affrontati secondo approcci diversi: ci colpiscono subito, infatti, le tele di piccolo formato dove l'artista abbandona il tradizionale bianco e nero per stupirci con colori ad olio accesi che si intonano con le calde tonalità del legno. Su di esse campeggiano forme geometriche e strutture che da sempre costituiscono l'oggetto di indagine dell'artista. Spiazzante è il contrasto tra queste piccole opere ed altre di formato "gigante" realizzate su carta: il colore dominante è un nero intenso, compatto, denso, accostato a superfici bianche altrettanto corpose, modellate per sottrarre le strutture dipinte all'effetto di staticità. Gabbie, involucri, forme sferiche e forme cubiche, contenitori e strutture di vasi comunicanti si impongono nello spazio, vi aleggiano con il loro spirito arcano e il forte potere evocativo.
Solidità e leggerezza – La grande abilità dell'artista è proprio quella di partire da un discorso architettonico, di strutture e geometrie, per poi negare i suoi stessi canoni, attraverso cancellazioni o modifiche successive operate da Corni. Così la solidità che ci aspettiamo da queste strutture viene trasformata in leggerezza, "nel momento in cui il nero assoluto è messo in discussione da ritagli e buchi, (…)le strutture a maglia larga si aprono ulteriormente confondendo il confine fra esterno ed interno, la rigida architettura si dissolve in una miriade di sfere sospese" come spiega Cristina Moregola. L'oggetto di partenza, con le sue caratteristiche fisiche e strutturali, può dunque trasformarsi in qualcosa di completamente diverso, addirittura nel suo opposto: un oggetto sospeso in un mondo in cui le coordinate di spazio, tempo, dimensione perdono la loro coerenza e ci inducono alla pura contemplazione della forma, degli archetipi della nostra esistenza.