Marco Costantini e la vita incisa – Il critico Luigi Piatti è il curatore del libro che raccoglie le memorie del grande incisore lavenese Marco Costantini, un lavoro che nasce da una lunga amicizia. Il sottotitolo "romanzo Lavenese" ne delinea la dimensione narrativa, con la sagace e ironica capacità dell'artista di vergare, oltre che splendide opere a bulino, anche divertenti ritratti di penna dei suoi compaesani e degli artisti che nella sua lunga carriera ha incontrato e conosciuto.
Luigi Piatti, cos'ha di particolare questo libro?
"Il libro è un bel librone, che narra non solo la storia di Laveno, ma anche di tante altre cose e personaggi frequentati e conosciuti da Costantini, con diverse scenette di vita tra amici: Marco era un personaggio ironico: certi fatti raccontati qui sono proprio divertenti. Ci sono 620 nomi di persona: questo è il patrimonio che contiene".
Che artista era Costantini?
"Costantini innanzitutto era un artista serio, perché ha fatto decine d'anni a imparare a incidere: secondo me, nel campo del bulino, non ci sono stati artisti al suo livello, in Italia nel secolo ventesimo. Era preciso nel lavoro, e il bulino richiede proprio precisione: ogni minimo errore mette a rischio il risultato finale".
L'arte di Costantini è stata definita "un'incisione poetica", come mai?
"In un libro precedente abbiamo messo tutte le sue opere, divise per temi: dai paesaggi agli strumenti musicali. Io mi ricordo di essermi innamorato delle sue incisioni quando ho visto questi ultimi. Costantini con le sue incisioni ha raccontato tutta la vita, nel Cinquanta è stato in Biennale con un'incisione relativa a una fabbrica: qualunque cosa nella mano di Costantini, un utensile, un bulino, diventava un fatto "poetico".
Un'arte che si univa anche alla lavorazione artigiana, come nella ceramica.
"Lui è partito da lì, come cesellatore, a Barasso e poi a Varese, ha lavorato in fabbrica con la ceramica: è stata una lunga trafila artigiana per arrivare a fare arte: ha imparato prima il mestiere per arrivare poi a fare l'artista".
Che eredità lascia Costantini?
"A livello di opere l'eredità è importante: è uno dei migliori incisori del secolo ventesimo: lascia in eredità una serie di lavori che fanno scuola per chi vuole imparare questa nobile tecnica artistica. E lascia anche un bell'atteggiamento nei confronti dell'arte: lui doveva incidere per arte, era la sua vocazione, se non avesse inciso sarebbe morto".