Avanguardia territoriale – Assieme all'arte contemporanea (non va dimenticato che questo sarà 'l'anno' per antonomasia 'di Gallarate') è la vera punta di diamante della cultura in Provincia di Varese. Stiamo parlando dell'archeologia che, forte di un patrimonio immenso di beni musealizzati e di siti d'interesse europeo, costituisce da sola un punto d'attrazione immenso della zona prealpina. Venerdì 29 gennaio, gli spazi gremiti di pubblico della Sala Luigi Ambrosoli di Villa Recalcati hanno visto la presentazione dell'ultima fatica editoriale dedicata alle collezioni del sistema archeologico provinciale, intitolato: "Alle origini di Varese e del suo territorio". Un volume di oltre 750 pagine curato da noti esperti del ramo: Raffaele C. De Marinis (docente ordinario dell'Università degli Studi di Milano), Serena Massa (Università Cattolica di Milano) e Maddalena Pizzo (coordinatrice del SiMArch – Provincia di Varese). Ad introdurre la giornata di studi, erano presenti anche l'assessore della Regione Massimo Zanello e l'assessore della Provincia di Varese Francesca Brianza.
"Siamo incredibilmente belli. È questo il dato dal quale
del suo territorio"
mi sembra importante partire: la bellezza dell'archeologia e del paesaggio, la vista sulla Valle Olona e la ricchezza dei musei". È con Paola Marina De Marchi che approfondiamo la storia e la vicenda di uno dei siti più noti, Castelseprio: "È come essere davanti a un prisma con diverse facce, ognuna unica e di inestimabile valore, ognuna bisognosa di tutela e di valorizzazione. Castelseprio è uno dei castelli altomedievali più importanti d'Europa; si compone di tre parti: Santa Maria foris portas, con il noto ciclo di affreschi dell'Infanzia di Cristo; la propaggine di Torba con la torre tardo antica; il castrum, conservato ancora per buona parte delle mura, con la basilica di San Giovanni ed il battistero, anch'essi di estremo interesse.
Stiamo parlando di un'area di oltre 8,5 ettari, caratterizzata da una straordinaria unità e ricchezza, da una stratigrafia differenziata e abbondante che, partendo dalla preistoria, arriva fino agli anni di San Carlo Borromeo. Castelseprio, rappresenta, inoltre, una città fortificata con un intero borgo già in buona parte studiato, ma nella sua massima parte ancora da indagare. Recentemente è stato aperto un piccolo museo che raccoglie molti degli oggetti rinvenuti a seguito degli scavi, a partire dalla prima campagna di Giampiero Bognetti, compiuta negli anni Quaranta. Questo sito, inoltre, rappresenta un luogo significativo per i suoi legami con l'intero orizzonte subalpino, che arriva fino in Piemonte e in Veneto. Si capisce bene dunque che siamo davanti ad una chiave fondamentale per l'intera comprensione e conoscenza della storia di Milano, delle lotte signorili, una sorta di "ombelico del mondo" dove la storia locale si congiunge a quella mondiale".
Quello che aspettavamo – "Andiamo a colmare una lacuna importante della storiografia – ha dichiarato Francesca Brianza – dal momento che una visione organica delle raccolte museali archeologiche che insistono sulla Provincia, ad oggi non c'era. Da questo punto di vista, il contributo più determinante è stato dato dai cinque musei del SiMArch, il Sistema Museale Archeologico della Provincia di Varese, oltre che dalle Università e dalle Soprintendenze coinvolte. Questo volume, così come tutto il lungo e complesso lavoro che l'ha sostenuto, è anche un punto di partenza per le future iniziative didattiche dei musei: crediamo che sia fondamentale che i luoghi della cultura, muovendosi insieme, possano coinvolgere sempre più persone di tutte le età".
Musei e non solo – Il volume mette a tema il patrimonio di beni culturali dei siti di Angera, Sesto Calende, Monsorino (Golasecca), Arsago Seprio, del Castello Visconti di Somma Lombardo, dei Musei civici di Villa Mirabello e del Museo Società di Studi Patri di Gallarate. Grande entusiasmo è stato espresso anche dall'assessore regionale Massimo Zanello: "Anche solo sfogliando il volume, ci si rende subito conto della serietà della ricerca e dello studio. In un mondo pieno di effimeri e di falsi "eventi culturali", emerge questo prezioso lavoro di contributi scientifici. Un volume che ben si inserisce in quella continuità di produzione culturale di alto livello, anche nell'orizzonte internazionale, della Regione. Una continuità storica, oltrechè geografica. Va aggiunto che sul territorio, sono ancora tanti gli investimenti da intraprendere: dal restauro, al recupero, alla piena valorizzazione di siti e paesaggi".
Il giusto valore – È con piacere che ri-incontriamo Silvia Lusuardi Siena, ordinario di Storia dell'Archeologia Medievale in Università Cattolica a Milano: "Sono davvero contenta di questa mattinata: sono iniziative che consentono di mettere in risalto le ricerche e gli studi che, con tanta fatica, vengono portati avanti negli Atenei e nelle Soprintendenze. In mezzo a tutto il qualunquismo di bassa leva che si vede in giro e che viene spacciato per cultura, un volume come questo spicca per serietà e per importanza di contributi. Credo che sia un dovere darne il giusto risalto, anche sui media e sugli organi di stampa". Raffaele Carlo De Marinis, tra i curatori del volume, ci spiega: "La base della divulgazione è la ricerca. Una delle caratteristiche salienti della pubblicazione è l'originalità del taglio, che ne fa uno strumento di approfondimento scientifico dei materiali conservati nei musei. Ad introdurre la parte monografica dedicata ad ogni istituzione museale, un quadro generale di sintesi, con letture trasversali. Il libro raccoglie molto materiale inedito e prende in considerazione nuove e vecchie scoperte del settore, anche grazie ad un impaginato e ad un corredo iconografico accattivante".