Milano – A definire il primo appuntamento di una serie di otto mostre a cura del critico ungherese Lóránd Hegy è “Architettura – Spazialità – Artefatto” quale parte integrante del progetto espositivo “MY 30 YEARS COHERENCY in DIVERSITY”, il cui intento è sottolineare i trenta anni di impegno di Annamaria Maggi alla guida della Galleria Fumagalli sottolineandone la coerenza e l’orientamento curatoriale degli ultimi tre decenni.
E tre sono gli artisti che danno vita all’attuale esposizione: Anne & Patrick Poirier, Marco Tirelli e Giuseppe Uncini.
Nell’osservare l’allestimento si ha l’impressione di essere di fronte a un sentire corale, dove ogni singola personalità non appare soffocata dall’altra.
Si intende l’architettura come conoscenza tecnica ed estetica, la spazialità quale idea di equilibrio tra ambiente e materia, mentre l’artefatto allude ad un processo operativo la cui origine porta dal segno, al disegno, all’oggettività fattuale.
L’imponenza delle opere di Anne & Patrick Poirier rimandano alla fatica, all’operosità sino alla nobilitazione del lavoro operaio.
Lievi, minimali e quasi fiabesche, le opere di Marco Tirelli germinano da prospettive le cui origini paiono trarre linfa dal tratto segnico quale spunto oltre il quale procedere verso la realizzazione dell’idea primaria.
La distinzione con la quale Giuseppe Uncini rende lievi materiali pesanti ammanta le sue opere, così come i suoi disegni, di una “signorilità” unica.
Essenziale e concreto Uncini assegna alle sue sculture l’idea estrema e calibrata di sintesi, conferendo ai suoi lavori una dirompente valenza emozionale.
Architettura – Spazialità – Artefatto – Galleria Fumagalli, Via Bonaventura Cavalieri 6. Fino al 30 luglio. Orario: lunedì – venerdì 13-19
Mauro Bianchini