Tempistiche – Iniziato l' 8 giugno 2007 e conclusosi un anno dopo, il 6 giugno 2008, il restauro dell'interno della Basilica di San Vittore Martire di Arsago Seprio è stato un lavoro molto arduo, ma ha portato alla luce particolari davvero interessanti.
L'equipe – L'appalto per il restauro della basilica è stato vinto dalla ditta ARC di Poliano Milanese, poichè a loro sono stati riconosciuti i requisiti della legge sulle gare d'appalto; il gruppo di lavoro era costituito dalla responsabile del cantiere, la restauratrice Paola Meda e da un équipe di tecnici operatori del restauro, Andrea e Giovanni Rabbuffetti e Silvia Ferella Falda Pacini.
Inoltre, durante il corso dei lavori, ai restauratori si sono affiancate altre figure che hanno avuto un ruolo importante nella storicizzazione dei particolari rinvenuti con il restauro. Tra queste, il laureando in scienze dei beni culturali, Martino Rosso, ha seguito l'équipe studiando costantemente e confrontando documenti storici quali i resoconti delle visite pastorali avvenute tra Cinquecento e Seicento e il Chronicon dei prevosti dall'Ottocento in poi.
Fasi del restauro – Il restauro è stato svolto seguendo un percorso preciso: dapprima si è presa in esame la parete ovest, poi la parete nord e la parete sud della navata centrale, quindi l'abside, la navata laterale sud, la cappella della Madonna, la navata laterale nord e la cappella di Sant'Antonio. L'ultimo lavoro ha riguardato i capitelli, le colonne e i sott'archi.
Procedimento – Dopo diverse indagini stratigrafiche, su autorizzazione della Soprintendenza competente, i restauratori hanno asportato l'imbiancatura marrone che dal 1938 ricopriva tutte le pareti interne della basilica; questa operazione ha messo in luce un impianto decorativo realizzato da Lorenzo Cappia di Cuvio risalente al 1891 (tale data e la firma, sono state rinvenute durante le indagini preliminari alla stesura del progetto di intervento). La decorazione è stata oggetto di un intervento di integrazione cromatica poiché, in alcune zone, l'acqua, infliltratasi dalle finestre, aveva provocato la perdita di alcune tonalità originali. Decisamente più ardua è stata la pulitura del catino absidale della navata centrale, che ha visto il gruppo lavorare duramente per recuperare la decorazione ad embrice pesantemente compromessa dalle infiltrazioni d'acqua che avevano provocato il distacco, in molte zone, dell'intonaco di supporto della decorazione stessa.
Rinvenimenti – Di notevole importanza sono alcuni frammenti, realizzati ad affresco, emersi in seguito al restauro della cappella di Sant'Antonio: secondo approfondite indagini chimiche e studi su stile, iconografia e colori, questi frammenti potrebbero risalire al XVI secolo e rappresenterebbero San Sebastiano accanto ad un personaggio vestito con l'uniforme da soldato. Ancor più degno di nota è il rinvenimento di un pezzo di fregio (lungo circa 30 cm, largo 20 cm e spesso 15 cm), durante la rimozione della tamponatura che chiudeva la finestra centrale del corpo del catino absidale della cappella della Madonna: secondo gli esperti esso potrebbe risalire all'epoca longobarda.
Invece, quella che si sperava fosse una delle più importanti scoperte, si è dimostrata una piccola delusione: la croce di Costantino, rappresentata nel centro del catino absidale della navata centrale, non risale ad epoche antiche come si ipotizzava, ma è stata sovrammessa alla decorazione ad embrice del catino absidale, nel 1938. La superficie sottostante la croce, invece, è quella che più di tutte è stata rispettata nel corso dei secoli; con molta probabilità, infatti, la decorazione ad embrice è originale e rappresenterebbe la parte più antica di tutta la decorazione.
Curiosità – Il restauro è stato realizzato grazie alla sensibilità artistica del parroco di Arsago Seprio, Eugenio Perego e alla generosità dei suoi parrocchiani: l'intervento è costato ben 100.000 euro ed è stato interamente pagato dai fedeli di Arsago. Per chi volesse approfondire questo argomento e conoscere da vicino i dettagli del restauro è previsto, per il 10 dicembre, alle 21, presso il Museo Civico di via Vanoni, un incontro con la restauratrice Paola Meda e il laureando in Scienze dei Beni Culturali Martino Rosso che spiegheranno al pubblico i dettagli riguardo al loro minuzioso e ottimo lavoro.