La Milano di epoca imperiale non finisce mai di stupire. Dopo i fasti legati al palazzo imperiale e alla sua corte, ecco anche le testimonianze civili sparse per la città, simbolo di un certo benessere, testimoniato indirettamente anche dalla ricchezza e dalla preziosità dei materiali conservati nelle civiche raccolte museali.
Fu lo stesso imperatore Massimiano a volere la costruzione delle terme dette erculee, nell'attuale zona di Corso Europa e Corso Vittorio Emanuele II. Oggi poco si conserva, tratti di fondazioni murarie e resti di mosaici pavimentali, ma in origine il complesso era molto vasto, oltre 14500 metri quadrati, collocato in una zona della città, quella orientale, vicino ad un corso d'acqua ricordato ancora nelle fonti medievali, l'Acqualonga.
Le terme di Milano erano costituite da un vasto spazio aperto con portico, la palestra, dotata di esedre lungo i lati, da cui si accedeva alle strutture destinate alle fasi del bagno, secondo uno schema già riscontrabile nelle terme di Treviri, altra capitale. Si giungeva così al calidarium, spazio per l'acqua calda; poi un corridoio permetteva il passaggio al tepidarium, a pianta rettangolare ed infine si giungeva al frigidarium, ampio locale dove si trovava la vasca per i bagni freddi.
Molto ricca era la decorazione di questi ambienti, come testimoniano i preziosi mosaici, alcuni dei quali raffigurano le stagioni, altri invece sono prevalentemente geometrici. Ma non solo: qui si trovava una statua colossale di Ercole, di cui è stato recuperato solo il torso in scavi ottocenteschi, che raffigurava l'eroe a riposo, appoggiato alla clava. L'opera, in marmo asiatico, risente dell'arte greca e in particolare dell'influsso di Lisippo.
Le terme costituiscono in generale un aspetto importante della romanità, essendo un elemento distintivo delle città romane. Erano un vero e proprio luogo pubblico, dove individui di ogni ceto e livello sociale trascorrevano buona parte del proprio tempo libero, non solamente per la cura del corpo, ma per svagarsi ed incontrare altre persone. Infatti accanto alle vasche con l'acqua esistevano palestre per gli esercizi ginnici, piscine per il nuoto, ma anche giardini per passeggiare, biblioteche, auditori per pubbliche letture.
Sempre in seguito alla trasformazione in capitale, anche l'edilizia privata subì delle notevoli modifiche, con opere di ristrutturazione di ampio respiro. Questo avvenne soprattutto nel settore occidentale della città, dove già esisteva il palazzo imperiale. Non a casa il poeta Ausonio definì Milano ricca di case signorili.
Fu soprattutto la media borghesia a intraprendere la costruzione di lussuose domus nella zona del palazzo, oggi in parte compromesse da scavi poco sistematici nel corso dell'Ottocento. Tuttavia scavi recenti hanno messo in luce strutture di età tardo.antica in piazza Scala, Via Grossi, Piazza Missori, via Gorani. Meglio documentata una domus in Via Cesare Correnti, in zona suburbana, decorata da preziosi affreschi e mosaici, dotata di un giardino peristilio con vasca in porfido: la residenza signorile, sebbene costruita ancora in età repubblicana (I sec.a.C.), fu tuttavia abitata fino al IV secolo d.C.
Oggi di questi edifici si conservano brevi tratti di murature, frammenti degli apparati decorativi, e lacerti di mosaico, spesso molto raffinati, di influenza adriatica o africana. Da Via Amedei, ad esempio, proviene un tappeto musivo di vaste dimensioni, decorato da una scena di pesca che ha per protagonisti gli amorini: un tema fortunato che si ritroverà poi anche in epoca paleocristiana, ad esempio ad Aquileia nella basilica.