studi di La6 Tv
Torresàn, con l'accento sulla A – Sorride appena sente pronunciare il suo cognome con la – giusta – inflessione veneta. Paolo Torresàn, architetto bustocco d'adozione, è l'ultimo ospite in ordine di tempo negli studi di La6 Tv e parla con noi del suo recente progetto per un monumento pubblico, dedicato ai caduti sul lavoro, "conficcato" al centro della piazza di Casarano, nel Leccese. "Il monumento è dedicato alle morti bianche – spiega Torresan – o, come qualcuno le chiama, alle morti invisibili. Dunque è un'opera fortemente e profondamente collegata alla contemporaneità, al tempo che tutti noi viviamo e nasce come un "fatto pubblico". Per questo, credo che la sua collocazione più giusta e vera sia nella piazza principale della città di Casarano che negli anni del boom economico è stata una sorta di Mirafiori del sud. Il monumento centrale, realizzato con tessere di pasta vitrea dorata, ricorda la forma di un dito puntato verso l'alto e sgorga letteralmente dalla piazza. Dunque, un monumento da percorrere, da abitare e da vivere, ricordando".
Solo gli artisti – "Ogni opera, credo, dovrebbere nascere con l'urgenza di comunicare e di trasmettere qualche
cosa. E se le espressioni dell'intelligenza umana – letterarie, artistiche o scientifiche – nascono per comunicare qualcosa, di fatto sono già pubbliche, sono destinate a parlare alla gente". Torresàn continua nella sua spiegazione e dalle sue parole pare emergere la convinzione allarmata che sia ancora troppa la gente che ritiene l'arte un passatempo d'élite, un sovrappiù riservato ad una cerchia ristrettissima, ad una nicchia, come si usa dire oggi. Gombrich ha scritto: "Non esiste in realtà una cosa chiamata arte. Esistono solo gli artisti: uomini che un tempo con terra colorata tracciavano alla meglio le forme del bisonte sulla parete di una caverna e oggi comprano i colori e disegnano gli affissi pubblicitari per le stazioni della metropolitana, e nel corso dei secoli fecero parecchie altre cose. (…) Non c'é peggior ostacolo al godimento delle grandi opere d'arte della nostra riluttanza a superare abitudini e pregiudizi. (…) E ciò che più importa, ci dimostra che quanto siamo soliti definire "opera d'arte" non é il risultato di un'attività misteriosa, bensì un oggetto fatto dall'uomo per l'uomo". La vita è piena di richiami artistici. Basterebbe solo aver pazienza e mettersi in ascolto.