E' necessario alzare lo sguardo per osservare le opere di Silvia Cibaldi; sospese sulle pareti affermano il loro nobile distacco dalla vita terrena e come narra il titolo della mostra, a cura di Cristina Moregola, "Le vesti della Regina e i suoi accessori", rivelano una profonda appartenenza al mondo del passato.
Le vesti di Silvia Cibaldi sono composte da "pezzi" di stoffa di abiti appartenuti a lei ma anche ad altre donne.
Sono territori nei quali è verosimile riconoscere fiaba e realtà e si sa quanto la fiaba tragga linfa dalla realtà e quanto la realtà sia popolata dai sogni, con riferimento immediato a "Sogno d'una notte di mezza estate".
Come fogli di diario, quelle vesti ci raccontano le loro origini: frammenti di vita uniti fra loro al fine di comporre un unico canto e nelle cuciture che li uniscono v'è la paziente manualità dell'artista abile a comporre percorsi segnici con il ricamo.
Come in un mandala, o come in un rosario laico, quei ricami creano percorrenze dalle cadenze infinite, il loro vagare lungo la superficie delle vesti arriva a comporre piccole e grandi isole, oasi entro le quali sostare in assoluto silenzio, luoghi trascendenti e meditativi.
Ad accompagnare la storia della regina, anelli, bracciali, collane, elaborati dall'artista con materiali di recupero poi ricoperti con fogli dorati, sparsi lungo il percorso espositivo, al tatto rivelano la loro leggerezza, in un raffinato equilibrio fra l'apparire e l'essere.
Hanno le braccia aperte le vesti di Silvia Cibaldi, come in attesa di un abbraccio, forse, il nostro.
Al termine dell'allestimento della mostra ci è stata concessa l'opportunità di incontrare Silvia Cibaldi alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
"Di fronte alle sue opere sorge spontanea una domanda: da dove trae origine l'idea delle vesti della Regina?"
"Le prime vesti le ho fatte in occasione di una mostra ad Istanbul ed era anche un discorso di leggerezza e praticità, le vesti si potevano piegare e riporre facilmente nei bagagli.
L'idea della veste della Regina in particolare nasce dallo sfarzo che anima i luoghi regali di quella città, ne sono rimasta affascinata e ho proseguito il mio lavoro sino ad arrivare a comporre nove abiti".
"Le sue vesti sono animate da infinite simbologie".
"Come spiego nel catalogo che accompagna la mostra intendo la veste come pelle, identità, appartenenza, condivisione, riconoscimento, travestimento, veste come tempi della vita…"
"Quindi anche come diario?"
"In un certo senso si, le mie vesti partono da abiti appartenuti a me o ad altre donne, dopo di che le assemblo fino a creare le vesti che diventano un simbolo dei tempi della vita e ogni tempo ha la sua veste…".
"Anche come stagioni della vita?"
"Certo, anche come stagioni della vita, mi piace affermare che la veste è un omaggio alla nostra diversità, alla nostra differenza, alla nostra forza, alla nostra capacità di cambiamento, mi interessa sottolineare come ogni veste sia composta da frammenti di indumenti femminili provenienti da donne anonime che non hanno nome e quindi ognuno vi si può riconoscere.
Unendo pezzi di stoffa, pizzi, piccole perle come tessere di un mosaico mi sento di dare voce ad un universo di donne silenziose e invisibili".
Mostra di Silvia Cibaldi
"Le vesti della Regina e i suoi accessori"
Busto Arsizio, La Casa Biecologica, Viale Piemonte 28
Fino al 31 dicembre
Orari: lunedì, dalle 15.30 alle 19.00; da martedì a sabato, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00