GAVIRATE, LA NUOVA DIMORA
Tra soggetti reali e colori ravvivati, nel varesotto riprende la via dell’arte
Prima in Valganna, poi definitivamente a Gavirate, Alfio Paolo Graziani riacquista parte della propria serenità, riprendendo anche l’attività espositiva. La tavolozza si rischiara e i veri protagonisti delle tele sono le feste paesane nelle vie del piccolo borgo.
Dopo il 1943, Alfio Paolo Graziani si stabilisce definitivamente a Gavirate, nel varesotto.
Con la fine della guerra inizia anche una lunga collaborazione con il gallerista Marco Teodoro Bordin, che lo impegna nella realizzazione di pregevoli composizioni di natura morta e floreali. La tavolozza si rischiara e i veri protagonisti delle tele sono le feste paesane nelle vie del piccolo borgo. A testimoniare questo particolare “stato di grazia” anche le parole di Carlo Munari che del Graziani scrisse: “Nel varesotto per l’artista viene a compiersi quel prodigio in ragione del quale, con straordinaria frequenza, il momento reale viene ad accordarsi ad un suo momento interiore. La realtà si fa in tal modo continua matrice di stimolazioni. Con un amore che sfiora l’ostinazione, con una dedizione che per intero rivela il suo abbandono partecipante, Alfio Graziani percorre ogni contrada, ferma il passo sui declivi ombrosi d’alberi o sui prati folti di siepi selvatiche, indugia al limitare dei paesi o nel silenzio di piccole vie fra intonaci stinti e mura di macigni e giardinetti colmi di umili fiori”.
Graziani partecipa al IX Premio Suzzara, dal 16 al 30 settembre 1956, con il dipinto La piscinina.
Dal 22 febbraio al 23 marzo 1969, nel Civico Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano alla IV Mostra d’Arte Contemporanea presenta il dipinto Il congresso.
Immagini dalla gallery