Credo che vivere senza condividere renderebbe sostanzialmente inutile l’esistenza. È questo il reale motivo per cui, a parer mio, si dovrebbe scrivere. Per non rischiare di dimenticare. Per spartire il tesoro che ci è stato donato, nel momento in cui ci è capitato di provare un’emozione di fronte alle opere straordinarie dell’uomo o della natura.
Il viaggiator curioso non ha pregiudizi né mezzi virtuali: si reca veramente sul luogo, osserva, intuisce, impara, come solo gli studenti sanno ancora fare, a volte si commuove o si ricrede. Poi torna sempre a casa, per poter raccontare.