Nel 2005 erano in tre: Morandini, Borghi, D'Oora. Quest'anno, nell'imminente ArtVerona 2006, sono rimasti in due. D'Oora, a quanto sembra, pur facendo parte della scuderia della milanese galleria ArteSilva non risulta essere stato prescelto, almeno stando alla brochure che già circola.
Nessuna sorpresa. Nessuna curva negativa. Se si guardano negli archivi, almeno degli ultimi anni, la presenza dei nostri nei grandi appuntamenti legati al mercato dell'arte è sempre stata molto marginale, se non assente.
E' vero: ArtVerona è solo alla sua seconda edizione. L'anno scorso, al debutto, ebbe tuttavia già 142 espositori e stando alle cifre ufficiali 18000 visitatori. Lontano dai circa 250 stand di Miart e di Artefiera a Bologna.
Lontano sopratutto dalla enorme impatto mediatico che queste sono in grado di garantire. Ma come neonata appena affacciatasi nel mondo del mercato con tutte le carte in regola per fare un più che dignitoso svezzamento. Le prospettive per quest'anno anzi, parlano di una crescità di espositori che potrebbe arrivare fino a duecento unità.
E tuttavia anche tale incremento non coincide con un accresciuta presenza di gallerie privare provenienti dal nostro territorio. Per inciso anche la non fortunata esperienza lo scorso anno di Malpensa Arte Fiera, svoltasi nel comparto fieristico di Busto Arsizio portò due sole gallerie del varesotto.
Così, mentre la saronnese Il Chiostro d'arte Contemporanea annuncia sul sito la presenza alle prossime edizioni di Milano e Bologna, il solo espositore presente a Verona sarà la Galleria Palmieri. La quale tuttavia non farà da traino a nessuno degli artisti locali. Con Palmieri infatti esporranno i sicuri Cazzaniga, Crippa e Scanavino.
Fa lieve eccezione Enzo Maio, pittore non di primo pelo, piemontese, con più di un passaggio alla varesina Galleria Armanti in via Avegno. Non un una potenza del mercato, ma un artista di cui l'erede della galleria fondata a Busto nel 1972 ha assoluta fiducia.
Fiducia che ArteSilva e e la vicentina Valmore ripongono invece in Marcello Morandini, forte di una ottima ripresa sul mercato in questi ultimi anni, così come stabile è il rapporto esistente ormai da tempo tra lo scultore di Malnate Paolo Borghie la storica galleria triestina Il Planetario.
Di D'Oora, si è detto. L'artista di Castelveccana lavora stabilmente tanto con ArteSilva, quanto con FoliniArte in Svizzera. Recentemente ha tenuto una importante personale di sole carte a Bergamo e il suo ottobre si prospetta pieno di appuntamenti di prestigio, tra cui una mostra al Milione di Milano. Per dire, che non sta certo a guardare.Così come del resto molti altri artisti, riparati, questo è vero, forse in un eccesso di cautela rispetto alle dinamiche, all'andirivieni del mercato o al venir meno del rapporto fiduciario con il gallerista.
Fiducia del resto è un termine chiave. Spiega Palmieri: “Presenziare alle fiere, anche se non di primissima fascia come quella di Verona, ormai ha alti costi. Chi rischia è sempre più raro, chi va ha bisogno di stare dentro un gusto che ormai è dettato dalla televisione, dai giornali e dalle case d'asta. Il rapporto fiduciario, coltivato nel tempo tra gallerista e artista, di cui la fiera annuale era la massima espressione sembra essere venuto meno”.
Rimane il nodo gordiano di una provincia riccae variegata di personalità espresse, pregna ancora di vecchie glorie di cui farsi giustamente vanto per aver condiviso natali e non solo, parti importanti delle loro esistenze con queste terre, Fontana, Guttuso, Bodini, Baj, Veronesi; guarda caso, i mostri sacri, tutti costamente presenti a questa come in tutte le altre fiere, ma orfana di moderne “aggressività”, in grado di mostrarsi davvero come in molti casi meriterebbero.