di Giustizia
Quando, nel 1862, nacque Klimt, la Vienna asburgica aveva già creato ed "esportato" il proprio biglietto da visita che andava sotto il nome di Austria felix, e che aveva fatto delle arti il principale mezzo di diffusione della sua apparente felicità assoluta, tanto che Karl Popper, il celebre filosofo americano ebbe a scrivere: «Vienna era davvero una città incredibile, caratterizzata da una creatività ineguagliabile. Era una mistura feconda di quasi tutte le culture europee: il regime favoriva la libera espressione e l'incontro di queste diverse tradizioni. Inoltre, diversamente da altri luoghi dove culture disparate convivono – poniamo la New York di oggi – nell'Austria degli Asburgo non c'era violenza».
La musica regnava incontrastata ed attorno a lei si erano sviluppate pittura e scultura, talvolta funzionali alla prima, nelle decorazioni ad hoc dei caffè viennesi le quali, ad esempio, rappresentavano coppie di ballerini intenti al valzer, porcellane che modellavano le forme di danzatori, o le effigie di compositori; quindi la letteratura che ritraeva la società viennese attraverso luci ed ombre, preferendo, però, produrre opere per il teatro di prosa o per quello lirico.
Anche l'architettura, celebrata nel rispetto dell'alternanza tra spazi pieni e vuoti, volumetrie di edifici e giardini
aveva prodotto la Vienna moderna che l'imperatore Francesco Giuseppe andava edificando, imitando la Parigi di Napoleone III con i boulevard: ecco aprirsi gli ampi viali e le piazze di fronte all'Hofburg, altrove si ergevano le nuove piantumazioni del Prater, si edificavano i chioschi per produrre musica all'aperto attorno ai quali, durante la bella stagione, panchine e sedie di metallo dalle sagome floreali (Art Nouveau), accanto ai tavolini dove si servivano vino bianco e birra, accoglievano numeroso pubblico che scendeva, nel pomeriggio, per passeggiate tra il verde. In questo fermento di idee, nuove costruzioni, giardini, puntualmente, nel corso dell'anno, cadevano date precise che indicavano appuntamenti tradizionali, alcuni dei quali ancora in vigore.
Non solo il Ballo dell'Hofburg (il Ballo di corte) una grandiosa festa danzante che la casa imperiale offriva nel palazzo di corte a Vienna, durante la quale intervenivano, oltre alle personalità, anche la gente comune, provvista, nei giorni precedenti, di opportuni lasciapassare che potevano essere richiesti, previa presentazione e la ricerca di documenti attestanti l'integrità del richiedente, alla Gendarmeria generale si tenevano altri ritrovi offerti da ordini e corporazioni. Ecco, quindi, il ballo dei giornalisti, quello degli artisti, dei medici, dei fisici, degli avvocati, dei militari, e così via, che allietavano le serate della capitale austriaca.
Tali appuntamenti, per i quali i migliori compositori erano
scritturati – e tra questi la palma andava alla famiglia degli Strauss – vantavano prime assolute di composizioni che erano create appositamente: si spiegano, in tal senso, alcuni titoli di valzer, polke, galop, quadriglie che potrebbero sembrare del tutto aleatori se non si considerasse il tessuto sociale dell'epoca e le condizioni per le quali numerose di queste pagine furono create.
Scopriamo quindi, prima di addentrarci a conoscere più da vicino la famiglia degli Strauss, dal prossimo articolo, che non solo le rappresentazioni teatrali nascevano in virtù della richiesta e degli interessi del pubblico, ma anche le composizioni musicali, quando non erano, come ovvio, la pittura e la scultura a partorire ottimi capolavori per mecenati. Sarà soltanto verso la fine del secolo XIX che, in parte, l'artista si riterrà completamente libero di creare, indipendentemente dal riscontro con il pubblico, per rispondere soltanto al proprio mondo interiore, aprendo, così, la strada a correnti come astrattismo, surrealismo e dadaismo.
Ancora una volta, è nel seno di una società in parte opulenta, o dichiarata come tale, che si producono, da una parte, opere che onorino le tradizioni, cerchino l'incontro del pubblico e dall'altra creazioni che vogliano indicarne la completa cesura, il ribaltamento delle certezze, la caduta delle apparenze.
Brani musicali:
Johann Strauss II: "Storielle del bosco viennese", valzer op. 325
http://www.youtube.com/watch?v=poAb0MhEvmk
Johann Strauss II: "Danze per il ballo di corte", op 298
http://www.youtube.com/watch?v=mVFg_p6XbLU&feature=related
Johann Strauss: "Danze per il ballo degli avvocati" op. 177
http://www.youtube.com/watch?v=RHTecJdU55U&feature=relmfu
Johann Strauss: "I piaceri degli studenti", valzer op. 285 (per il Ballo annuale dell'Università)
http://www.youtube.com/watch?v=6NP0w3hJLbM&feature=relmfu
Johann Strauss: "I pubblicisti", valzer op. 321 (per il Ballo annuale dei giornalisti)
http://www.youtube.com/watch?v=nRtMhnybpYw&feature=relmfu
Johann Strauss: "Articolo di fondo", valzer op. 273 (per il Ballo annuale dei giornalisti)
http://www.youtube.com/watch?v=QqYpr8e53k4&feature=relmfu
Johann Strauss: "Telegramma" op. 318 (per il Ballo annuale delle Poste)
http://www.youtube.com/watch?v=LgVqI60vKyA&feature=relmfu