Vivere nell'attuale – La realtà era il loro palcoscenico. L'azione la loro arte. Sono gli attori del movimento del Nouveau Realisme, che a settant'anni di distanza dai futuristi, ha animato Milano, mettendo in movimento, piazze, vie, palazzi. Embrione puramente milanese, come era stato per Boccioni e colleghi, si ripete nel 1960 con Pierre Réstany e i suoi amici. Non uno stile plasmante, non un arte prediletta, ma modi di esprimersi opposti, discostanti, personali.
16 aprile 1960 – Galeotta fu la prima Biennale di Parigi del 1959, in cui si incrociano una proposizione monocroma di Yves Klein, la macchina per dipingere di Jean Tinguely e la palizzata di manifesti lacerati di Raymond Hains. E' in questi primi artisti che Restany trova un denominatore comune: nel medesimo sguardo sul mondo, nella loro capacità di appropriazione della realtà industriale del dopoguerra. Il 16 aprile 1960 pubblica il Primo Manifesto del Nouveau Réalisme, in occasione di un'esposizione di Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Jean Tinguely e Jacques de la Villeglé che avrebbe trovato spazio il mese seguente alla galleria Apollinaire gestita da Guido Le Noci. Questi alcuni dei nomi presenti alla mostra in omaggio al critico francese Réstany allestita Pac di Milano. Un omaggio dovuto da parte della città, ripercorrendo oggi i festeggiamenti del 1970, anno del decimo anniversario dalla nascita del movimento, esaltato con eventi spettacolari di cui oggi ancora si conserva la memoria; in quella occasione i membri del gruppo avevano decretato la morte del movimento stesso. Oltre ai nomi citati, sfilano anche César, Mimmo Rotella, Christo e Jeanne-Claude, Gérard Deschamps, Niki de Saint Phalle; non compaiono in mostra Yves Klein, scomparso prima del 1970 e Martial Raysse, perchè forse l'unico che ha preso altre vie.
Banchetto funebre – Una torta illuminata a giorno, abiti da festa e volti sorridenti. Immagini di Ugo Mulas che ritraggono il momento commemorativo della morte del Nouveau Réalisme, svoltosi non a caso in un ristorante in Galleria Vittorio Emanuele, a poca distanza dallo scenario preferito di questi artisti, Piazza Duomo. E' qui che Tinguely aveva affascinato e coinvolto il pubblico con La Vittoria enorme fallo di otto metri di altezza che si autodistrugge lentamente in una serie spettacolare di fuochi d'artificio. E ancora Niki de Saint Phalle, con il suo tiro al bersaglio in Galleria Vittorio Emanule, ricoperta dagli applausi di amici e del numeroso pubblico presente. Anche Christo ha usato lo stesso palco, impacchettando il Monumento Equestre a Vittorio Emanuele II.
Tra le mura del Pac – 'Azione che coinvolge il pubblico' era uno dei motti del gruppo. Questo avviene anche in mostra: un bottone rosso da schiacciare, un movimento che impregna totalmente il visitatore. Ci si trova di fronte alle macchine di Tinguely, ruote che girano, pannelli che si muovono, scivolano, si aprono e si chiudono, scricchiolano, fischiano, si illuminano. Specchi che riflettono, abbagliano, ti inquadrano. Atmosfere che inglobano il pubblico, coma la sala in penombra con le opere in bronzo di Daniel Spoerri: figure in una selva barbarica, Gli idoli di Prillwitz a rappresentare stati d'essere metaforici, in un tempo testimone della loro quasi immortalità.
Armand senza 'd' – Forte la presenza degli oggetti di vita quotidiana, giocati, rivisti, assemblati da Arman: rasoi, rifiuti, quadranti di orologi, ingranaggi, macinini del caffè, usati per giungere ad un pieno soffocante, risultato contrario al vuoto rarefatto che ricercava Klein. Immagini della vita di sempre anche nei décollagistes di Mimmo Rotella, François Dufrêne, Raymond Hains e Jacques Villeglé, presenti in mostra al gran completo, come le creazioni ambientali di Christo e Jeanne-Claude. Di César non potevano mancare le note Compressioni, nate proprio come Suite milanese.
Immagini che tornano – Le azioni, le provocazioni, le idee di questi artisti, sono riproposti per immagini in un video ad opera di Mario Carbone, prezioso documentario di quegli anni. Mimmo Rotella al lavoro: in bilico sulla scala a strappare i manifesti pubblicitari, Christo indaffarato a ricoprire il monunento in Piazza Duomo, nella stessa giornata in cui un gruppo di operai della Pirelli scendono in piazza per scioperare; uomini che involontariamente fanno vivere l'opera, ne entrano a far parte, uomini che scalano la statua, stranamente avvolta da un telo bianco candido. Momenti, proposte, bizzarrie che oggi vengono ricordate, ma che non fanno più parte del nostro tempo. Un distacco di settant'anni che ha fatto cambiare radicalmente la realtà, e di conseguenza l'accettazione verso questi modi espressivi, visceralmente legati ad essa.
'Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany'
a cura di Renato Barilli
7 novembre 2008 – 1 febbraio 2009
orari: lunedì 14.30-19.30. Da martedì a domenica 09.30-19.30. Giovedì fino alle 22.30
Biglietti
€ 5,00 intero
€ 3,00 ridotto, studenti, ultra 65enni, disabili
€ 2,00 ridotto speciale gruppi e scuole
Minori fino ai 5 anni gratuito, dai 6 ai 14 anni ridotto
Il servizio di biglietteria termina un'ora prima della chiusura della mostra
Catalogo Silvana Editoriale
Sponsor della mostra TOD'S
PAC Padiglione d'Arte Contemporanea
via Palestro, 14
Milano
tel lunedì – venerdì 02 76009085
tel sabato e domenica 02 76020400
Stampa: De Angelis
02-324377
www.comune.milano.it/pac