Appuntamento – il Festival della Poesia di Gallarate propone per questo venerdì sera, alle ore 21,00, un appuntamento al Teatro del Popolo dedicato alla corrente d'avanguardia nata nel primo decennio del ‘900. L'incontro, che ha per titolo "Quando il Futurismo faceva rumore", vedrà coinvolti come relatori la storica dell'arte Beatrice Buscaroli e l'artista Roberto Floreani.
Ristudiare per non fraintendere – Proprio Beatrice Buscaroli, una dei massimi esperti del futurismo, docente alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali a Bologna e curatore di molte mostre tra cui L'arte delle donne dal Rinascimento al Surrealismo a Palazzo Reale a Milano, sottolinea l'importanza che ha avuto questa corrente per l'Italia: "il Futurismo è l'unico movimento d'avanguardia di portata europea in Italia; purtroppo però, nonostante sia sempre stato molto chiaro fin dall'inizio, il coincidere col ventennio ha portato in parte conseguenze negative: è stato infatti spesso frainteso, anche politicamente. Nel 2009 ricorrerà il centenario di questa corrente, e tante cose andranno ristudiate o viste per la prima volta, anche per dare modo al Futurismo di essere rivalutato per ciò che effettivamente è stato, e non come se fosse semplicemente un'esternazione di persone eccentriche e particolari, come spesso viene raccontato nelle scuole".
Tradizione e traduzione futurista – Il Futurismo rientra pienamente a giusto titolo nel Festival gallaratese che quest'anno ha per temi la tradizione e la traduzione. Infatti Beatrice Buscaroli ci spiega che: "il Futurismo che minacciava di distruggere in realtà ha costruito moltissimo e ha contribuito a formare l'immagine dell'Italia in Europa; in quest'ottica l'invito a rileggere, dal latino tradere, l'esperienza futurista. Per quanto riguarda il concetto di tradizione, Martinetti ha con il passato un legame molto forte, oltre al fatto che molti sono stati i temi lanciati da questa corrente che rimangono ancora aperti".
Il più grande promotore della cultura – La parola ha avuto un'importanza fondamentale per il Futurismo, soprattutto per Marinetti; Beatrice Buscaroli infatti specifica: "lo sperimentalismo linguistico che si ritiene proprio degli anni cinquanta e sessanta in realtà è stato un'invenzione di Marinetti. Uno dei primi dei manifesti del Futurismo infatti è stato il Manifesto tecnico della letteratura futurista, del 1912; la parola quindi è uno dei centri chiave di questo movimento. Marinetti inoltre non fu solo il fondatore del Futurismo ma anche un grandissimo promotore culturale: nel 1905 fondò la casa editrice Poesia e la rivista omonima, ed invitò molti poeti a collaborare a questo progetto. Si può dire che Marinetti fu un grandissimo animatore della letteratura italiana".