La spallata al domino – Nel giorno del ricordo dell'anniversario, una nuova barriera innalzata nel cuore di Berlino, lungo un percorso di 1,5 km davanti alla Porta di Brandeburgo, fra il Bundestag e la Potsdamer Platz, è stata fatta cadere. Là dove una volta si ergeva il Muro che ha diviso per 28 anni l'attuale capitale della Germania, è stata ricreata una nuova cortina fatta da 1000 tessere da domino alte 2,5 metri, larghe 1 metro, colorate e piene di disegni con temi che ricordano l'apertura del Muro avvenuta il 9 novembre 1989. Chi ha seguito la diretta televisiva dell'abbattimento della colossale barriera di tessere, si sarà anche commosso. Presenti leader politici e quasi tutti i governanti europei, ma soprattutto una folla immensa che ha brindato alla scomparsa del Muro che separò, apparentemente per sempre, famiglie ed amicizie, lasciando entrambe le metà della città, dopo l'incredulità iniziale, nello sconforto e nella disperazione.
Contrasti del passato… – Carl Sternheim scrisse che:
"Tutto quanto è accaduto a Berlino non ha paragoni". Ancora oggi, a lato del fiume Sprea, la East Side Gallery (letteralmente "galleria del lato est") rappresenta il maggior tracciato rimasto in posizione originale del Muro di Berlino. Lunga 1,3 km, questa sezione della cortina è interamente dipinta con graffiti riguardanti il tema della pace o della caduta del Muro alla fine della Guerra Fredda. Certo si fa fatica ad immaginare la reale consistenza storica di questo, così come di altri luoghi (il celebre check point Charlie è oggi tappa di irresistibile richiamo turistico per l'immancabile foto souvenir, mentre un tempo era il più noto punto di passaggio sul confine tra il settore di occupazione sovietico e quello americano). Quasi ci si dimentica della famigerata "striscia della morte" (la porzione di terreno nudo al di là della cortina) e del lungo e penoso elenco dei nomi di persone – soprattutto giovanissimi – che, per desiderio di libertà, cercarono di valicare quella barriera. Oggi Berlino è una città incredibilmente bella e moderna, piena di vita, di giovani, di voglia di essere grandi protagonisti nell'orizzonte europeo. Ma non tutti sanno che i blocchi di cemento del Muro furono in parte distrutti e in parte utilizzati per la costruzione delle strade della città: la rinascita e l'unità sono sorte da un enorme dolore e da immensi sacrifici.
Commemorazioni di oggi – E qui da noi come vengono vissuti questi "Giorni di memoria"? Milano che, dopo New York, vanta la più numerosa presenza di rappresentanze consolari al mondo – più di cento i consolati stranieri – diventa luogo 'per eccellenza' di incontro, aggregazione e confronto tra le genti, oltre ogni frontiera. Il centro storico cittadino si trasforma fino al 22 novembre in un percorso espositivo a cielo aperto per ricordare i vent'anni dalla caduta del Muro. Sculture, installazioni e opere di video arte popoleranno la città. Ogni luogo racconterà, a modo suo, di muri e di frontiere superate, di incontri e di incomunicabilità, di unione e solitudine, di libertà e alleanza tra i popoli. Promosso e patrocinato, dal Corpo Consolare di Milano e Lombardia, "Plaza: oltre il limite", questo il titolo scelto per le celebrazioni, sarà un evento d'arte 'open air', ma soprattutto un'occasione comunitaria per condividere, oltre tutti i confini, i valori della libertà e del dialogo.
Fotografia e street art – "1989 Berlino anno zero" è il titolo della mostra (aperta fino al 15 novembre) di Livio Senigalliesi che racconta nelle sue fotografie la Berlino di vent'anni fa. Le 22 immagini parlano di una Germania che non esiste più e vanno dalle primissime fotografie dell'edificio della Stasi fino alla fine degli anni '80. Particolare la location: non la canonica galleria ma un muro realizzato appositamente dall'azienda Knauf, in via Sirtori, di fronte al civico 32.
Alla ricerca del luogo – Il collettivo tedesco dei Fehlstelle
innalza due torri che riproducono e ricordano i punti di vedetta eretti lungo il perimetro del Muro berlinese per sorvegliare l'area circostante. Le torri sorgono al cavalcavia Bussa, nel quartiere Isola: questo luogo mette in relazione due parti della città di Milano divise dai binari e dalla stazione ferroviaria di Porta Garibaldi, un luogo simbolo adatto all'installazione dei Fehlstelle. Alte 9,5 metri e dotate di spot light, le torri trasformano il cavalcavia in un teatro a cielo aperto. In italiano non esiste un termine per tradurre "Fehlstelle": la parola è composta da stelle che significa luogo, e da fehl che significa inadatto, mancato. Fehlstelle è dunque "fuori luogo", a rivelare l'intento del gruppo artistico di portare le proprie installazioni negli ambienti più inaspettati. Ogni progetto è site specific ed è in relazione stretta con il territorio, con la sua storia e soprattutto con coloro che lo abitano. "Zona, le torri di vedetta all'Isola" resterà allestita fino al 15 novembre.
Documenti al servizio della Storia – Anche la Biblioteca Sormani dedica una mostra al ventennale della caduta del Muro: pubblicazioni sullo storico evento, ma anche sugli anni della Guerra Fredda, da Yalta ai giorni nostri, sono al centro della narrazione del percorso espositivo, composto da pagine di quotidiani e periodici nazionali ed internazionali. La rassegna, che restituisce uno spaccato di storia, resterà aperta fino al 16 novembre. Il cuore del capoluogo ospita la mostra fotografica "I Graffiti del Muro di Berlino", compresa nel progetto "Breaking Walls". L'esposizione presenta 60 foto scattate nel 1987 e che documentano i graffiti presenti sul lato occidentale del Muro di Berlino (fino al 22 novembre, Loggia dei Mercanti – Via Orefici). Stradedarts, invece, allestisce lungo Via Mercanti una cortina composta da dieci pannelli di legno su cui lavoreranno undici street artist italiani di rilievo. Le performance live che coloreranno il muro si svolgono sotto gli occhi di tutti e i lavori resteranno esposti fino al 22 novembre.
che "sfonda" il Muro
Testimonianze personali – Con "Aldilà dal Muro" il fotografo Lorenzo Capellini, testimone d'eccezione dei fatti berlinesi del 1989, racconta la sua esperienza allo Spazio Oberdan (fino al 26 novembre). Il 9 novembre 1989 Capellini era a Parigi quando arrivò la notizia che da quella sera i berlinesi dell'Est avrebbero potuto varcare il Muro. Atterrato all'aeroporto di Berlino, chiese al taxista di portarlo subito alla Porta di Brandeburgo: "Ho visto la felicità. La grande festa è durata tutta la notte. Ho assistito, poco più in là, all'apertura di un varco sulla Kreuzbergstrasse. Indimenticabile la gioia sui visi dei giovani che oltrepassavano il muro per la prima volta. Il giorno dopo sono andato in Potsdamer Platz: quella che un tempo era la più importante piazza della città, era allora una grande spianata desolata, una specie di terrain vague attraversato dal Muro; qui ne avevano appena demolito un grande pezzo per far passare anche le scoppiettanti Trabant, mentre la gente passava incredula".
Contro Storia – Dopo quello di Berlino, caduto vent'anni fa, quali sono i muri ancora da abbattere? E quali quelli che l'umanità scellerata vorrebbe ancora erigere? A questa domanda risponde un interessantissimo percorso allo Spazio Tadini (fino al 10 dicembre). Il quesito è stato posto ad artisti italiani e stranieri che hanno risposto con le loro interpretazioni in una mostra itinerante intitolata "I Muri dopo Berlino". L'esposizione è composta da pezzi del formato 20 X 30 in un allestimento che, come un grande muro, si snoda negli spazi della galleria, fino a congiungersi con l'altra mostra ospitata nella sede espositiva: Velvet Revolution. Quest'ultima è una collettiva di artisti cechi e slovacchi che ricorda la Rivoluzione di Velluto, iniziata il 16 novembre di vent'anni fa. L'epicentro fu a Bratislava e poi a Praga e portò al crollo del regime comunista cecoslovacco.
"Ich bin ein Berliner" – L'Università degli Studi dell'Insubria si unisce alle celebrazioni internazionali, presentando l'incontro dal titolo "Berlino città chiusa: 1961-1989". L'appuntamento è in programma per venerdì 13 novembre 2009, alle ore 17.30, nell'Aula Magna di Via Ravasi ed è organizzato dall'Ateneo in collaborazione con la casa editrice Mondadori. Le tappe salienti della Guerra Fredda, le cause che portarono alla costruzione del Muro e al successivo crollo, il nuovo ordine mondiale che ha ridisegnato l'equilibrio dell'intero pianeta, saranno ripercorsi da due relatori d'eccezione: il professor Luciano Segre, già docente di Storia Economica all'Università di Humboldt di Berlino e il professor Luigi Bruti Liberati, docente di Storia Contemporanea all'Università degli Studi di Milano. L'incontro, che costituirà l'occasione per presentare il numero speciale di "Epoca", interamente dedicato al ventesimo anniversario della caduta del Muro, sarà introdotto dal professor Antonio Orecchia, docente di Storia Contemporanea all'Università dell'Insubria. Segnaliamo anche l'incontro organizzato all'Università del Melo di Gallarate: venerdì 13 novembre il pubblico potrà approfondire temi ed eventi della cultura e dell'attualità. Gli argomenti trattati saranno incentrati sulla ricorrenza della caduta del Muro di Berlino, sulla morte della poetessa Alda Merini, sull'inizio del processo a Radovan Karadzic per i crimini compiuti in ex-Jogoslavia. L'appuntamento è alle ore 15.00; l'ingresso è libero e gratuito.