In tutto il Myanmar il Buddhismo viene spesso affiancato dal culto degli spiriti Nat, che intercedono con la loro influenza negli affari mondani.
Il Monte Popa è da sempre la casa dei Nat. Qui tutto oscilla traballante e scricchiolante a colpi di vento incessante che solleva le fragili lamiere dei tetti dei templi, creando una musica scrosciante. Per arrivare sulla sommità del monte occorre salire settecentosettantasette gradini senza scarpe né calze, attorniati da scimmie curiose e insidiose.Non è certo un’impresa facile. “…E ricordati di non indossare assolutamente vestiti rossi o neri, per non fare cosa sgradita agli Spiriti” ci ha spiegato il saggio, prima di partire per l’avventura. Noi sprovveduti scettici occidentali, con un paio di pantaloni neri e una borsa a tracolla rossa ci siamo beccati dai Nat due pericolosi scherzi: una ruota bucata e un guasto al motore della bicicletta elettrica che ci doveva ricondurre all’albergo proprio quando ci eravamo persi tra i templi di Bagan e stava per sopraggiungere la notte scura. Anche quella volta ce la siamo cavata ma abbiamo imparato l’insegnamento: Non allontanarti mai dalla Via della fede, qualsiasi essa sia.
Le tappe del viaggio in Birmania di 12 giorni: Yangon (Rangoon) Buddha Sdraiato (Chaukhtatgyi Buddha), Buddha Seduto (Ngahtatgyi Buddha), Scott’s Mark, Sule Paya (pagoda rotonda), Shwedagou Paya, Mingun Mingun paya, Mya Thain Tan Paya, Mingun Bell, Mandalay, Tempio Teak Skwenandow, Mandalay Hill, Tempio Mahamuni, Sagain Hill, Umin Thounzeh, Soon u Ponya, Amarapura (monastero buddhista) Maha Ganayon Kyaung, Inwa Ava Bagaya Kyaung, Amarapura bridge, Discesa del fiume Irrawaddy in battello, Bagan (Shwezigon paya, Kyanzitthaumin, wetkyi-ingubyaukgyi, Alodaw pyi temple, Hti Lominlo Patho, Botteghe artigianali produzione di lacca, Shwesandaw Paya, Ananda Patho) Escursione al monte Popa, Shwesigon Paya, Old Bagan, Gawdaw palin patho, Sulamani Patho, Kalaw, Lago Inle (attraversata in barca), Phaung daw do paya, Inthein, Nyaung Ohak, Shwe Inthein Paya, Alodaw pauk pagoda anampan, Pagoda dei gatti che saltano, Orti galleggianti, Tempio delle finestre ovali, Kakku, Villaggio tipico dell’etnia pa-o.
La stagione in cui è stato compiuto il viaggio è a cavallo tra dicembre e gennaio, forse l’unica lontana da monsoni e da temperature soffocanti.
Per capire la Birmania, come abbiamo detto, è indispensabile entrare in sintonia con i principi del buddhismo (o almeno provarci…). Ecco altre tre brevissime frasi del Buddha per continuare il cammino:
“La pace viene da dentro, non cercarla fuori”.
“Tutto ciò che ha un inizio ha una fine”.
“Quando scoprirai chi sei, riderai di ciò che credevi di essere”.
Riporto un quarto e ultimo estratto del mio racconto “MoonSoon”, tratto dalla raccolta “Strade Stralunate” del 2016: La spiritualità, in questo angolo di mondo, è propria di ogni persona e di ogni cosa; tutti sono fratelli, pur nella diversità delle origini, della fede e della cultura: questo noi in occidente lo abbiamo sempre predicato ma non siamo mai riusciti a metterlo in pratica veramente. Vorrei avere sempre abbastanza parole per cristallizzare tutto quello che succede in ognuno degli istanti trascorsi in un viaggio come questo. Pensavo di essere diventato meno capace di stupirmi, invece, ad ogni passo, mi fermo davanti a incantesimi inattesi. Il cerchio che caratterizza ogni viaggio, oggi si chiude con la visione della Swedagon Pagoda che risplende dall’alto della collina sacra e che da sempre protegge milioni di anime. Non è ancora l’alba e stiamo correndo verso l’aeroporto. Mi volto indietro. Un momento ancora. Mi lascio illuminare dalla meraviglia. Non si può raccontare tutto questo, non si può spiegare. Si può solo vivere, cercando di portare a casa tutto quello che hai assaporato. “Mingalabar”, Benvenuto nella terra della magia.
Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso