Celle Ligure – E’ una sera tempestosa di tarda estate e mentre scendiamo per un antico carrugio ecco che lo sguardo cade quasi inevitabilmente su un oggetto iconico che a noi boomer fa immediatamente battere il cuore. Nella vetrina di Traumfabrik* (la fabbrica dei sogni) appoggiata sulla cima di un trespolo fa bella mostra di sé una Olivetti Lettera 32 color verde. Il tasto cuore batte subito più veloce facendo correre i nostri ricordi ai meravigliosi anni Sessanta, quelli della rinascita post bellica, del boom economico, del progresso e della ingenuità di chi, come noi, credeva che quel progresso sarebbe stato inarrestabile, per sempre.
Prima della 32 la 22: la macchina da scrivere esce dagli uffici
Dieci numeri di differenza, poco più di dieci anni (tredici per l’esattezza) tra le due portatili Olivetti e, anche se sembrano uguali, non sono esattamente la stessa cosa. La Lettera 22, disegnata da Marcello Nizzoli, è la prima vera macchina da scrivere portatile, il cui successo, immediato e travolgente, riguarda un pubblico trasversale, che coinvolge sempre più categorie di utenti anche al di fuori degli uffici. Scrittori e giornalisti ne fanno una inseparabile compagna di viaggio e lavoro di cui non faranno più a meno, anche con l’affermarsi della scrittura elettronica. Due esempi su tutti Montanelli e Biagi quasi sempre ritratti nell’iconografia classica intenti a scrivere in compagnia della inossidabile portatile. Premiata con il compasso d’oro nel 1954, fa parte delle collezioni permanenti del MOMA – Museum of Modern Art di New York ed è considerata uno dei migliori esempi di design di quel periodo. La Lettera 22 divenne ben presto, con altri prodotti iconici di quel periodo come la Vespa Piaggio uscita nel 1946 e le mitiche Fiat 600 e 500, uno dei simboli dell’Italia che cambia e si muove velocemente verso la modernizzazione. Le vendite della Lettera 22 furono sostenute da bellissime campagne di comunicazione, firmate da grandi maestri della grafica pubblicitaria mentre alla stesura dei testi collaborarono noti intellettuali e scrittori dell’epoca.
La Olivetti per tutti: un nuovo, grande successo
Nel 1963 la Lettera 32 rinnova il successo della 22 uscita tredici anni prima. Disegnata anch’essa da Marcello Nizzoli, in virtù di alcuni accorgimenti tecnici migliora ulteriormente le sue prestazioni diventando, di fatto, la madre di tanti altri modelli: Dora, DL, Valentine, Lettera 35, Lettera 25. Non si tratta infatti di un semplice restyling della Lettera 22 perchè in realtà vengono introdotte numerose modifiche meccaniche che oltre a migliorarne le prestazioni saranno mantenute anche nei modelli successivi che si differenzieranno soprattutto per l’aspetto esteriore. Non fa eccezione la Valentine, presentata nel 1969 e diventata, grazie al design trasgressivo di Ettore Sotsass, un must have di quegli anni entrando, come la Lettera 22, a far parte delle collezioni del MOMA, con il suo inconfondibile colore rosso vivo, il “rosso Valentine”. Anche la Valentine venne pubblicizzata con campagne di qualità straordinaria firmate da famosi grafici, poeti, intellettuali e scrittori, come si addice ad ogni prodotto cult. La “rossa” di Olivetti, con tutta la sua carica glam meriterebbe una narrazione a sé, simbolo intramontabile del momento storico in cui è nata caratterizzato da forti rotture sociali e da una vera e propria rivoluzione culturale e di costume.
*Traumfabrik è uno studio/laboratorio di produzione e spazio espositivo think tannk per designer, artisti visivi, illustratori (Via Aicardi 72).
M. Giovanna Massironi