Il progetto architettonico – Lanciato nel 2006 è ora realtà. Il nuovo polo culturale, che sorgerà nello spazio adiacente all'ex Albergo Palace, ridisegna un'importante area urbana della città di Lugano. Il lungolago, infatti, sarà riqualificato oltre che dalla struttura stessa del centro, comprendente teatro, sala concerti e museo, anche da una grande area pedonale, da un parco e da una nuova piazza antistante l'edificio, per uno spazio totale di 20.000 m². Allo stato attuale i lavori procedono con l'escavazione del terreno scaricato direttamente nel lago, al duplice scopo di ridurre l'inquinamento, altrimenti prodotto dai camion che trasportano la terra, e di rimodellare il fondale lacustre, per incrementarne flora e fauna. Il polo, invece, attende ancora un progetto. Per questo il Comune di Lugano ha indetto un concorso pubblico internazionale, il cui termine di presentazione è stato fissato per il 28 marzo 2008.
La linea guida del centro: l'interdisciplinarità – L'ambizione della città è quella di offrire al pubblico un luogo in cui le più importanti forme d'espressione dell'arte contemporanea, visiva, teatrale, musicale e della danza si mettano a confronto e vicendevolmente si influenzino attraverso proposte museologiche-museografiche e ricerche artistiche, che facciano del polo un vero e proprio laboratorio interdisciplinare. Il Museo d'arte raccoglierà l'eredità dell'attuale Museo d'Arte Moderna e del Museo civico di Belle Arti e alcuni fondi, fra i quali quello del Museo di Villa dei Cedri di Bellinzona, costituenti il patrimonio artistico della città, coinvolgendo attivamente il Museo Cantonale d'Arte e il Museo delle Culture che dal 2012 si trasferirà a Villa Malpensata. Il teatro e la sala concertistica d'altra parte daranno la possibilità di partecipare a stagioni teatrali e liriche di spessore, senza escludere la danza, settore in costante crescita.
Un veterano al comando – A ricoprire la funzione di direttore del Museo d'arte Moderna di Lugano e di coordinatore del gruppo di progetto del polo culturale da gennaio 2008 è Bruno Corà, critico e storico dell'arte italiano che, negli anni Settanta, è stato tra i fondatori e membro del consiglio direttivo degli Incontri Internazionali d'arte di Roma e nel '71 è stato accanto ad Achille Bonito Oliva nell'organizzazione di iniziative storiche come la mostra "Contemporanea" a Roma. Da allora diventa critico di artisti che si sono distinti nell'arte povera e comportamentale, scrittore di testi e monografie di innumerevoli mostre ed artisti, e docente di storia dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Perugia e all'Università di Cassino. La sua nomina a coordinatore del futuro centro culturale avviene dopo le importanti esperienze vissute nel campo delle programmazioni artistiche, dal Museo di Capodimonte di Napoli al Centre d'Art Contemporain di Grenoble al Palazzo Fabroni Arti Visive Contemporanee a Pistoia. Per non parlare della direzione artistica del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e quella della progettazione e direzione del Centro d'Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, mansioni concluse rispettivamente nel 2002 e nel 2007. I concetti guida cui si è ispirato questo professionista nella conduzione dei grandi centri d'arte contemporanea, sono stati quello della riflessione sui linguaggi artistici che hanno rivoluzionato il modo di intendere l'arte, quello della interdisciplinarità delle arti, dall'architettura al design, dalla poesia visiva alla danza, alle installazioni, alla computer art. Alla base del suo lavoro c'è stato anche il desiderio di concedere spazio oltre ai grandi del passato, anche alle realtà giovanili, dalle quali far emergere le individualità di spessore, cioè attente e critiche verso i problemi della contemporaneità. Un uomo, dunque, su cui ricadeva, diciamo naturalmente, l'incarico a capo di un polo che alla base del proprio sorgere ha le stesse linee guida adottate da Corà in altre realtà museali, prime fra tutte il Pecci di Prato e il CAMeC di La Spezia.