Cristina Moregola
Partner per l'arte – Parte, con una conferenza stampa di presentazione, il progetto Città Visibile ideato dalla Fondazione Bandera di Busto Arsizio. Frutto di una collaborazione, potremmo dire inedita, tra la Fondazione privata e l'Amministrazione pubblica, il progetto assume una importanza decisiva proprio per il carattere di apertura alla città. Il Piano Strategico Partecipato, ovvero la pianificazione condivisa con la cittadinanza dell'assetto urbano, nei suoi aspetti anche sociali, paesaggistici, produttivi e culturali, non poteva esimersi da un confronto con l'arte per un ripensamento sulla città.
Il progetto – Il coinvolgimento della sede espositiva ha funzionato a tal punto da aver portato a maturazione da parte dello staff museale un percorso ben articolato tra mostre, incontri e un concorso artistico. La città non si limita ad essere semplicemente un tema di fondo per realizzare delle mostre, ma assume una valenza strutturale in quanto la città è contemporaneamente oggetto di riflessione e soggetto con cui interloquire direttamente. "La città rimane il nostro primo obiettivo come territorio su cui vogliamo aprirci – conferma Letizia Bandera – e in questo ci troviamo in sintonia con il Piano Strategico promosso dal Comune e, soprattutto, con le intenzioni secondo le quali il fondatore Luigi Bandera concepì questo polo espositivo".
Le mostre – Inaugura così sabato 7 marzo la prima delle tre mostre che interpretano la città secondo differenti punti di vista: da apripista le opere di Giancarlo Ossola che mettono a fuoco progressivamente gli "spazi marginali" della città, dall'esterno all'interno, concepiti come reperti vitali dotati di un'anima e una memoria. Seguiranno in contemporanea altri due eventi artistici: il 7 aprile si apre la mostra "No Landascapes", una collettiva di artisti contemporanei, firmata Italian Factory, chiamati a riflettere sulla sparizione del paesaggio, o meglio sulla sua ridefinizione attuale. Parallelamente, correrà sui muri l'arte di Ozmo, 2501 e Zibe: la città diventa vero e proprio supporto materiale in queste performances di street art , dal titolo "In out", a sottolineare il carattere invasivo dell'arte che esce dai musei, raggiunge la strada e si cala (finalmente) nella città. Le immagini che popolano le metropoli di tutto il mondo hanno dato vita a un lessico internazionale dai significati profondi che modifica i confini e lo stesso concetto di territorio.
Gli incontri – E se non bastassero questi nomi a rendere l'importanza del progetto, ecco pronta un'altra serie di personaggi illustri che interverranno alla Fondazione Bandera per offrire una riflessione di carattere teorico sul tema urbano: mercoledì 18 marzo sarà presente Marco Romano, docente di Estetica della Città presso la Facoltà di Architettura di Genova. Giovedì 26 marzo interverrà il critico letterario e scrittore Luca Doninelli e, dulcis in fundo, martedì 21 aprile sarà l'occasione per una conversazione con Luca Beatrice, critico d'arte contemporanea e curatore del Padiglione italiano della prossima Biennale Arte a Venezia.
Con le scuole – Tutto questo per offrire alla cittadinanza, ma soprattutto alle tante scuole che si sono dimostrate interessate al progetto, uno strumento formativo che possa arricchire dal punto di vista dei contenuti e possa offrire spunti interessanti da elaborare per il concorso artistico rivolto agli studenti delle scuole superiori. I partecipanti dovranno presentare un progetto artistico
che avrà come tema la Città del Futuro, apportando così, attraverso la componente creativa, il loro contributo alla pianificazione futura di Busto Arsizio.
Gli obiettivi – Chiara nelle parole di Letizia Bandera è la volontà di fornire attraverso la Fondazione un servizio in primis alla città, e in un secondo momento alla cosiddetta "area vasta". "Quello che è cambiato da oggi rispetto al passato è il tipo di arte che vogliamo promuovere. All'inizio forse prevaleva una concezione ancora molto privatizzata della cultura. Ora c'è il desiderio di rendere questa istituzione più pubblica che privata, attraverso la collaborazione con gli enti pubblici." In cantiere un progetto triennale ambizioso di cui non trapela per il momento ancora nulla, ma che sembra volersi muovere nella direzione di trasformare un così potenziale polo espositivo in una realtà che sia fruita appieno dai suoi cittadini. E se davvero così fosse, almeno questa volta, davvero non ci pare poco, anzi. Speriamo che da questa sinergia La Fondazione Bandera ne esca motivata e riesca a rendere finalmente Busto Arsizio una "città visibile" nel panorama culturale ed artistico locale e non solo.