Miriam Broggini
Nella notte bustocca – Nel buio della notte gli artisti si muovevano, creavano, interpretavano davano sfogo a fantasie e creatività con il desiderio di donare alla città un volto vivace e variopinto. Rimasti nell'anonimato, agivano veloci, compatti e silenziosi tra le vie cittadine, non proprio inosservati dato che se pur poco numeroso, il pubblico c'è stato. Giovani e meno giovani che passeggiavano nella notte estiva, si sono accorti di movimenti inconsueti, sagome che si agitavano con pennelli, colori, carta e una buona dose di entusiasmo nel voler vedere per una notte Busto colorata di arte spontanea.
Il prima e il dopo – E' da un paio di mesi che i protagonisti stavano organizzando la nottata. Ogni dettaglio diventava fonte ispiratrice, a partire dalle buche nell'asfalto, simpaticamente scavalcate al duo impegnato in una passeggiata su alti trampoli. Le stesse buche dovevano diventare, ma così non è stato, punto di partenza per reinterpretazioni pittoriche in chiave pop. E ancora giochi con bigliettini e ghirlande, o microcollezioni d'arte sparse per le strade, agitate dal vento, seminate nella città.
Ciò che rimane – Quella che doveva essere una nuova Busto Arsizio alle luci dell'alba era già svanita. Tutta la fantasia sprigionata a partire dalla serata, è scomparsa. Di una notte a colori rimane solamente l'intervento all'ottovolante, un omaggio a Tinguely fatto di foglietti, titoli e piumini di cipria. Come accade nelle favole: allo scoccare della mezzanotte, o poco più tardi, l'incantesimo svanisce e rimane solo il ricordo di un viaggio nella fantasia.