La chiamata – Grazie ai buoni uffici di Luigi Cavadini, che crede nel loro lavoro, Enzo Capozza e Maria Rita Fedeli, da 15 anni promettente binomio della scultura, sono stati invitati alla VII edizione di Openart.
Il sogno dello scultore – Luigi a Marca, scultore zurighese, ha comprato anni fa una tenuta a prato e a bosco, declinante su un torrente, con vallette e poggi e rivette, all'imbocco dei Grigioni Italiani, pensando di farne un parco dedicato all'arte contemporanea. Gesto generoso, che ha dato origine nel 2000 all'esposizione estiva di sculture e installazioni ambientate armoniosamente nella natura del luogo. Alcune opere sono rimaste lì, le altre si fanno ammirare nel periodo estivo, in un contesto agreste di mezza montagna, molto suggestivo.
Stimolo – Essere invitati a una manifestazione di un certo prestigio e – siamo in Svizzera – organizzata comme il faut, è risultato di grande stimolo per la coppia di scultori Capozza-Fedeli. Tre delle quattro opere che presentano ai Trii di Roveredo sono nate per Openart, occasione importante per farsi notare e per rappresentare l'Italia.
Il vallo della scultura – Gli scultori di Viggiù dovrebbero essere infatti gli unici italici veraci in mezzo a una cinquantina di nomi provenienti dalla Svizzera in maggioranza ma anche dalla Germania e dalla Francia, con qualche presenza extraeuropea. E' come se esista un vallo nell'arte, e nella scultura in special modo, fra il nord e il sud dell'Europa, fra i paesi d' Oltralpe e il Mediterraneo. Openart potrebbe avvicinare queste realtà, aiutata anche dalla collocazione geografica dei Grigioni, di cerniera fra i due mondi.
Ingegno & fantasia – Ecco, Capozza-Fedeli potrebbero rappresentare il tipico portato italiano a ridosso delle alpi, a Roveredo, dove già si avverte l'aria del nord e dove caleranno scultori bravi e ferrosi. Loro sono bravi e "leggeri", ironici, pur adoperando legno e ferro come gli altri.
Anticipazioni – Enzo Capozza ci annuncia le seguenti opere della felice coppia: Next Generation (divertente installazione sulla fecondità), Terz'occhio (sorta di maschera tribale), Ibrido (totem alto 6 m) e una scultura-panchina sulla quale ci si potrà senz'altro sedere. Spesso con acuti di colore pop, che qualche scossa salutare recheranno al paesaggio grigionese.