di Palazzo Barberini
La coppia misteriosa – La Caravaggio-mania rischia di non esaurirsi più. E Varese ne fa i conti. Con una idea, per ora tale è la situazione, di riportare il Merisi in città a distanza di un anno dal Sacrificio di Isacco di provenienza privata modenese.
L'idea è direttamente del primo cittadino, Attilio Fontana. Esternata in termini molto vaghi ancora. "Una mostra proveniente dagli Stati Uniti" ha preannunciato il sindaco.
Pochi dettagli ulteriori poi sono emersi: si tratterebbe di una coppia di opere di un genio dell'arte italiana, due opere apparentemente identiche, difficili e ingarbugliati casi attributivi, di proprietà dello stato italiano fin dai tempi di Porta Pia e sotto le tutela attuale del Ministero degli Interni. Quadri che, appunto, dovrebbero emigrare oltreoceano per essere esposti in sedi istituzionali per poi fare ritorno in Italia.
Fondo Edifici di Culto – Facendo ricerche in Internet, e mettendo insieme i pochi elementi a disposizione, però si può fare una ipotesi, probabilmente credibile. Si dovrebbe trattare proprio del Caravaggio, che insieme ad altri nomi e monumenti arcinoti della nostra tradizione, è inserito nel Fondo Edifici di Culto, un patrimonio ricchissimo la cui Direzione Centrale ha come rappresentante legale proprio il titolare del Viminale, oggi, il varesino Roberto Maroni. Che, giuridicamente, oltre a doversi occupare di beghe e criticità più urgenti ed immediate, è anche il 'tutore' degli edifici di culto, edifici aperti al pubblico e concessi in uso gratuito all'Autorità Ecclesiastica, diffusi su tutto il territorio nazionale, provenienti dagli enti religiosi disciolti dalla cosiddetta legislazione eversiva di fine 800: opere architettoniche e capolavori inclusi, di cui il Fondo si occupa di garantire salvaguardia, tutela, valorizzazione. Più di settecento gli edifici sacri, cui vanno ad aggiungersi migliaia di beni mobili e anche qualche tesoro ambientale.
Quasi gemelli – Tra i settecento siti anche le chiesa di San Pietro a Carpineto Romano, da cui proviene una tela, un San Francesco in meditazione, attualmente in deposito presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini. Ma anche la chiesa romana di Santa Maria della Concezione, più nota come I Cappuccini, che conserva tuttoggi, un quadro gemello, un San Francesco in preghiera. Quadri gemelli: quasi gemelli. Intorno a loro ruotano da decenni iscrizioni al catalogo di Caravaggio. Dovrebbero essere queste due opere a giungere a Varese con il loro carico di suspense e di incroci attributivi.
Alla prova dei pentimenti – Due tele di altissima qualità entrambe; la prima, quella di Carpineto, rivalutata a partire dal 1968, oggetto di recenti restauri, da cui sono emersi pentimenti e correzioni probabilmente legate alle vicende del committente, si ipotizza il Cardinale Aldobrandini, della destinazione dell'opera e dell'artista stesso. La seconda, quella dei Cappuccini, ritenuta in passato più autografa dell'altra, è oggi più riletta come una ottima copia. Stessa iconografia, ma per quanto simile non sovrapponibile alla prima. E con una qualità complessiva nella scelta delle polveri, dei particolari cromatici, di quelli anatomici che la apparentano ad un rifacimento di lusso, di mano caravaggesca o più probabilmente di un ottimo seguace; e ovviamente senza alcun pentimento.