Scavare un sito archeologico è come leggere un libro partendo dall'ultima pagina e andando, lentamente e con pazienza, a ritroso fino a ricostruire l'origine della storia. E' proprio lo spirito che ha contraddistinto in queste settimane gli studenti di archeologia dell'Università Cattolica di Milano, sotto la direzione scientifica dei professori Silvia Lusiardi Siena, Marco Sanazzaro e Caterina Giostra, con i direttori di cantiere Leonardo De Vanna e Federica Matteoni, al lavoro in uno tra i più importati parchi archeologici d'Italia: quello di Castelseprio.
Sotto il sole (e le intemperie) di questo mese di Luglio, hanno portato avanti una campagna di scavo che ha interessano in primo luogo la cosiddetta "casa longobarda".
Dovendo fare i conti con il finanziamento concesso da Regione Lombardia e dalla Provincia di Varese (pari a 252 mila euro), il lavoro è durato solo un mese, ma ha portato lo stesso a significativi risultati.
Li illustra con grande soddisfazione la dottoressa Caterina Giostra, docente di Archeologia Cristiana e Medievale all'Università Cattolica di Milano: "Ormai sono stati asportati tutti gli strati di crollo al di sopra dei pavimenti medievali e sono stati messi in luce i piani d'uso in tutti gli ambienti. In uno, quello sud – orientale, abbiamo trovato numerosi reperti, fibbie in bronzo, in ferro, un'altra pentola in pietra ollare, quindi manufatti d'uso che sono stati lasciati sul pavimento nel momento dell'abbandono della casa. E' una circostanza piuttosto singolare che andrà capita meglio per cercare comprendere le circostanze dell'abbandono della casa e i tempi. La casa medievale ormai è più chiara nelle sue fasi costruttive e nelle sue funzioni, nell'aspetto che doveva avere nel lungo periodo d'uso che ha avuto, era in abitazione di un certo status. Nel cortile centrale, un saggio quadrangolare, ci permette di documentare gli strati sottostanti, una finestra sulle preesistenze e sulle fasi più antiche che hanno preceduto questa casa. Naturalmente le strutture murarie verranno mantenute, restaurate e rese visibili al pubblico".
La speranza è quella di proseguire gli scavi… "Il castrum di Castelseprio sicuramente ha delle potenzialità straordinarie, ha tanti quesiti ancora aperti, ha tante questioni di estremo interesse che andrebbero indagate e quindi sicuramente l'auspicio è quello di proseguire qui o in altri settori, per conoscere sempre meglio questo importansissimo castrum dalla lunga vita e dall'importanza sicuramente rilevante da un punto di vista storico in vari periodi".
Le novità "più eclatanti" emergono nell'area attorno a Santa Maria foris portas: liberata la zona da rovi e sterpaglie, sono affiorati i resti del borgo medievale, raso al suolo nel 1287 per volere di Ottone Visconti. "Una ricognizione di superficie e una pulizia – ha illustrato, in anteprima, Caterina Giostra – ci ha permesso di appurare una consistente sequenza di accumuli tra i quali si riconoscono chiaramente strutture murare in posto ben conservate. Sono strutture verosimilmente appartenenti al borgo che si sviluppava a ovest e a sud della chiesa di Santa Maria. Avendo disboscato, per iniziativa della Provincia, un ampio settore, è possibile ora percorrere questa area, documentare, mappare gli accumuli e soprattutto capirne la natura: sono accumuli non secondari ma ancora in giaciutura primaria, frutto proprio dei crolli delle case dell'ultima fase".
I risultati di questa campagna di scavi saranno resi noti in una serata presso la sala consiliare del Comune di Castelseprio, venerdì 29 alle ore 21.