C'è un bellissimo volume di Giovanni Costa (editorialista del "Corriere" e docente alla Facoltà di Economia dellUniversità di Padova) che chi ha studiato economia probabilmente ha letto: "Il Nordest e i porcospini di Schopenhauer. Cronache del capitalismo post-distrettuale". Lì, l'apologo dei porcospini del famoso filosofo di Danzica, veniva adattato agli investitori e agli impresari quando ripetono che bisogna fare squadra, fare quadrato, schiena contro schiena. Ma poi tengono le debite distanze l'uno dall'altro.
Non solo nell'universo economico ma anche in quello della cultura è difficile trovare la giusta intesa, il necessario accordo e, insieme, l'adeguata indipendenza.
Nella nostra provincia – ma mica solo nella nostra – si immaginano progetti strategici meravigliosi e ipotesi di lavoro eccellenti, ma spesso capita che sia difficile
trovare l'intesa, favorire la messa in rete e il colloquio reciproco, ma soprattutto trovare il tempo per conoscersi. "C'è un piccolo museo straordinario vicino Varese, e più precisamente a Castiglione Olona, la celebre "isola toscana" in terra lombarda, un museo che racconta dell'incredibile connubio tra impresa industriale moderna e creatività, un museo molto conosciuto quì a Milano, ma forse non ancora abbastanza lì a Varese".
Mi è capitato più di una volta di sentire nel capoluogo meneghino, queste parole a proposito del MAP, il Museo Arte Plastica di Castiglione Olona, che ha visto nascere la propria collezione permanente grazie alle donazioni degli artisti che, tra il 1969 e il 1973 hanno partecipato alle attività del centro di ricerche estetiche "Polimero Arte", un laboratorio sperimentale allestito per offrire a pittori, scultori, grafici e incisori la possibilità di condurre una libera ricerca sulle qualità dei materili sintetici.
Enrico Baj, Giacomo Balla, Vittore Frattini, Fulvia Levi Bianchi, sono una ridotta selezione che quì citiamo dei numerosissimi autori che hanno scelto di misurarsi, nel cammino della propria ricerca artistica, con i materiali plastici. Un cammino che, anche nell'allestimento del museo accolto dal palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo, risulta incredibilmente suggestivo e moderno, capace di raccontare una singolare pagina di storia dell'industria locale e di eccellente produzione artistica d'autore.
Un museo che attende di essere sdoganato completamente sia in terra prealpina, quanto nel resto della Regione, e che deve entrare a pieno titolo nel circuito dei grandi e moderni musei di design.