Appello a più voci – L'intervento è indilazionabile. Recita così la lettera indirizzata dal parroco di Castronno, don Giancarlo, ai suoi fedeli. La chiesa principale del paese ha bisogno di essere restaurata, non si può più aspettare, "perché", prosegue la comunicazione, "potrebbero staccarsi dei pezzi di intonaco dai soffitti e creare serio pericolo". Insieme al don si rivolge alla comunità, un comitato, appositamente creato per lo scopo, chiedendo l'impegno generoso di tutti ad elargire fondi necessari a completare l'impresa. Il gruppo, costituito da membri del Consiglio pastorale parrocchiale e da cittadini comuni, si impegna con il parroco a tenere i contatti con i compaesani, a vigilare perché tutto avvenga nella massima trasparenza e a coordinare e promuovere la raccolta di denaro.
Intervento in cifre – Ma cosa e quanto serve? Innanzitutto bisogna ammodernare l'impianto di illuminazione, affinché sia meno invasivo e più efficiente di quello attuale: alcune zone sono infatti illuminate da fari inadatti per una chiesa, mentre altre sono completamente in ombra, come l'arco trionfale affrescato con la splendida Crocifissione di Carlo Cocquio. Per questo intervento, però, ci pensa la parrocchia, che ha già impegnato circa 50.000 Euro. Per il resto, e parliamo di 400.000 Euro, serve l'impegno di tutti. Bisogna realizzare opere provvisionali interne, condurre indagini diagnostiche, restaurare le superfici decorate e coprire le spese tecniche. Per la realizzazione del progetto sono stati chiesti, comunque, anche contributi a Regione Lombardia, sotto forma di Fondo di Rotazione, e a Fondazione Cariplo presso la Fondazione Comunitaria
di Carlo Cocquio
del Varesotto Onlus. Il tutto, appena avviato, richiederebbe all'incirca quindici mesi di lavori, suddivisibili in lotti di esecuzione.
Degrado generalizzato – Da un punto di vista tecnico, come al solito, il problema più diffuso è quello della decoesione degli intonaci, provocato dall'umidità. Ampie zone dell'interno della chiesa sono state danneggiate dalle infiltrazioni di acqua piovana proveniente dalla copertura, prima che venisse rifatta nel 2002. Depositi generalizzati di polvere e ragnatele sono presenti un po' ovunque, altrove si localizzano macchie di colore scuro e allungate, a causa dell'acqua infiltratasi, la presenza di umidità che ha generato sui muri efflorescenze saline, piuttosto che microfessurazioni, cadute di materiale e distaccamento della pellicola pittorica dagli affreschi. Queste attualmente le condizioni interne dell'edificio, il cui stato potrà essere meglio analizzato in fase di indagini condotte da una quota di osservazione più vicina a quella del pavimento e da analisi diagnostiche specifiche. "Il progetto c'è, ed è già stato approvato dalla Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali", come scrive il direttore dei lavori, l'architetto Gonano, ma al momento mancano i fondi per attivare l'opera di recupero.