Cultura Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/cultura/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 07 Nov 2024 15:47:13 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Cultura Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/cultura/ 32 32 Un tuffo nella storia con Robert Harris https://www.artevarese.com/un-tuffo-nella-storia-con-robert-harris/ https://www.artevarese.com/un-tuffo-nella-storia-con-robert-harris/#respond Fri, 08 Nov 2024 09:00:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=76008 Questa settimana parliamo de “La Trilogia di Cicerone. Impeirum-Conspirata-Dicatator” di Robert Harris. L’autore ci porta indietro nei secoli senza fare rumore come se possedesse la chiavi di una macchina del tempo non solo composta da consonanti e vocali scritte sopra un foglio. Ci fa ascoltare il vociare della folla per le strade misto agli odori […]

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Questa settimana parliamo de “La Trilogia di Cicerone. Impeirum-Conspirata-Dicatator” di Robert Harris.

L’autore ci porta indietro nei secoli senza fare rumore come se possedesse la chiavi di una macchina del tempo non solo composta da consonanti e vocali scritte sopra un foglio. Ci fa ascoltare il vociare della folla per le strade misto agli odori delle taverne e dei canali di scolo.

La trilogia in un libro unico potrebbe oscillare tra l’ambizioso e l’arrogante. Non è così.

Harris riesce con maestria a far sì che le pagine diventino la sceneggiatura di un ottimo film suddiviso in tre tempi: Imperium – Cospirata – Dicatator.

In IMPERIUM sarà il fedele servitore Tirone a raccontare gli eventi, abile e intelligente e perspicace tanto da inventare una sorta di stenografia per trascrivere oratorie di tribunale e incontri verbali nella dimora del suo padrone. Cicerone sfrutterà le capacità dello schiavo forgiando un pensiero persistente: «Ogni giorno, andando al foro, ripeti a te stesso, “Sono un uomo nuovo, voglio essere console, questa è Roma…”».

IMPERIUM

Terenzia ricca e più anziana di Cicerone sarà la prima a credere e finanziare l’ascesa del giovane marito andando contro il parere del suo consigliere perché la politica pretende capitali enormi e compromessi indelebili. Cicerone grazie all’influenza della moglie e alle sue capacità verrà eletto e mandato nell’odierna Marsala per svolgere il compito di controllore delle finanze. Lo farà così bene da guadagnarsi la fiducia dei cittadini che si adopereranno a istruire causa, dandogli mandato, contro il pretore Verre, usurpatore coinvolto in scandali finanziari e sfruttamento del patrimonio pubblico.

L’ascesa sarà veloce.

Nel secondo libro COSPIRATA, Cicerone da poco eletto console si dovrà adoperare per contrastare l’accusa di tradimento, il fato lo aiuterà perché in quei giorni il corpo mutilato, secondo l’usanza dei sacrifici umani, verrà rinvenuto nelle acque del Tevere.

Uno scandalo.

Sfruttando la distrazione e le sue capacità di avvocatura saprà difendersi e continuerà a osteggiare Catilina ancorato a un passato che non potrà reggere all’idea del futuro che Marco Tullio Cicerone sogna per Roma. Ma non sarà lui la chiave del cambiamento.

La capitale si appresterà a vivere, con l’avvento di un uomo carismatico come Giulio Cesare, una nuova era che non potrà essere arginata.

In DICATATOR sarà proprio Cesare, amato dai militari e dal popolo, a sfruttare il declino di Cicerone non osteggiandone il ritorno a Roma. L’anziano avvocato riuscirà a conquistare di nuovo i massimi livelli nella politica romana senza accorgersi della potente mano di Giulio Cesare. La scaltrezza di Cesare sarà predominate e Roma farà la conoscenza di un uomo che diverrà imperatore e divinità. Il prezzo da pagare per chi non si accorgerà del cambiamento e dalle nubi all’orizzonte sarà devastante.

Un tuffo nella storia, un aprire l’uscio ed entrare nelle dimore di personaggi ancora oggi riconosciuti fondamentali nella storia di Roma.  Da Catilina a Pompeo, da Marco Antonio, nemico giurato di Cicerone, a Giulio Cesare. Ma perché gli eventi potessero accadere l’autore metterà in evidenza il potere occulto delle donne, protagoniste assolute nella storia di Roma e di tanto altro ancora.

Robert Harris -“La Trilogia di Cicerone. Impeirum-Conspirata-Dicatator”. Oscar Mondadori, pp.1138, Euro 18.

Enzo Calandra

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Giusto merito a Federico Barocci https://www.artevarese.com/giusto-merito-a-federico-barocci/ https://www.artevarese.com/giusto-merito-a-federico-barocci/#respond Sat, 19 Oct 2024 16:07:44 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75851 Urbino – Federico Barocci (Urbino 1574-1631), le cui opere sono in mostra a Palazzo Ducale della citta che gli diede i natali, raggiunge l’apice della sua carriera con l’ultimo duca, Francesco Maria, di cui è intimo amico. Barocci rappresenta il maggior testimone in Italia e in Europa della corte di Urbino. La carriera prende importanza […]

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Urbino – Federico Barocci (Urbino 1574-1631), le cui opere sono in mostra a Palazzo Ducale della citta che gli diede i natali, raggiunge l’apice della sua carriera con l’ultimo duca, Francesco Maria, di cui è intimo amico. Barocci rappresenta il maggior testimone in Italia e in Europa della corte di Urbino.

La carriera prende importanza a Roma ammirato anche dall’ormai anziano Michelangelo.
Lo spirito che si raccoglie nelle sue opere lo si nota soprattutto negli oratori poiché come Caravaggio i suoi personaggi sono presi dalla strada, quindi si accomuna con il quotidiano.

Nella sua crocifissione in primo piano ci sono il vitello, il cappello di paglia della giovane contadina e poi sfocati, perché posti nella volta celeste soltanto a pochi gradini dalla gente di strada, la giovane Maria e i santi ad accoglierla. Barocci discende da una famiglia di artigiani, famosi per essere grandi orologiai, artisti e uomini di legge. Federico, nel suo percorso pittorico, trae ispirazione da Raffaello e Tiziano. Nella maggior parte dei ritratti mostra come la cerchia degli amici a lui più intimi gravitino attorno al duca.


Federico Barocci, Selbstbildnis
Barocci, Federico, ital.Maler, Urbino
1528 oder 1535 Pal.Barberini.

Aderendo al francescanesimo della chiesa degli “umili” l’artista condivide il progetto spirituale dipingendo molte tele a tema religioso. Preziosi i suoi disegni e schizzi a olio, tecnica di cui ne fu pioniere. Il suo autoritratto in età senile richiama i tratti somatici del santo, non per arroganza ma per sposarne l’umiltà mentre il ritratto del duca Francesco Maria vibra di emozioni omaggiando ancora una volta sia Raffaello e sia Tiziano.
Le opere dell’artista rispecchiano, in maniera cristallina, la libera e sentita partecipazione alle indicazioni della Controriforma, spinta verso un profondo rinnovamento.


Fu vittima di un attentato di avvelenamento a Roma e convinto d’essere stato salvato da Maria Vergine, tornando nella sua Urbino mostrò gratitudine adoperandosi a dipingerla in vari episodi della sua vita, Dall’Annunciazione alla Crocifissione. A tal proposito, particolare è l’opera “Madonna del gatto”.

Artista poco conosciuto Federico Barocci erroneamente è sempre stato posto in secondo piano tra i grandi come Caravaggio, Tiziano e Raffaello, icone e stimolo per proseguire nella ricerca di atmosfere a lui davvero preziose.

Federico Barocci – Urbino – Palazzo Ducale, piazza Risorgimento 13. Orari: da martedì a domenica 8,30 19.

 

Enzo Calandra

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Marino Pracucci, “Gioia e dolore” https://www.artevarese.com/marino-pracucci-gioia-e-dolore/ https://www.artevarese.com/marino-pracucci-gioia-e-dolore/#respond Tue, 01 Oct 2024 06:42:22 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75670 Si ha arricchimento nel momento in cui lo scritto che accompagna un’opera poetica, per l’elevato tenore concettuale, fa comprendere a pieno ogni piega. E’ il caso della prefazione di Gianni Fucci presente nella raccolta di poesie “Gioia e dolore” di Marino Pracucci detto Renè , a cura di Alfonso Marchi, edita da Maggioli Editore (pp. […]

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Si ha arricchimento nel momento in cui lo scritto che accompagna un’opera poetica, per l’elevato tenore concettuale, fa comprendere a pieno ogni piega.

E’ il caso della prefazione di Gianni Fucci presente nella raccolta di poesie “Gioia e dolore” di Marino Pracucci detto Renè , a cura di Alfonso Marchi, edita da Maggioli Editore (pp. 199, Euro 16).

Inoltre ad accompagnare il testo compare anche l’esaustiva postfazione di Ugo Amati.

In quella parte di Romagna dove poesia e follia generano creatività con epicentro a Santarcagelo, i versi di Marino Pracucci pulsano di passioni sentimentali generate da grandi amori, veri o presunti che siano.

Personaggio felliniano per eccellenza Pracucci cede all’incanto di scenari lunari: “La sera illuminata dalla luna/ rispecchia i suoi colori più belli”.

Il sorgere del giorno è per il poeta estasi silente e al tempo stesso unità di misura tra sé e il mondo: “ E’ l’alba/ nel cielo ci sono/ nuvole bianche/ che giocano e/ rigirano/ corrono e/ si rincorrono/ si allontanano/ e ritornano/ come in un gioco/ tra nuvole e vento”.

Ma a dominare la poesia di Pracucci sono gli amori e in essi si compiono intimi pensieri: “Io mi sveglio la mattina/con sole, pioggia e vento/percorro la mia vita, nobile e antica/ ma ho in mente te”.

Mentre il desidero di tenerezza da parte dell’amata pare divenire un segreto e delicato sussurro: “Ho bisogno di sentire la tua voce/ e sentirmi dire “ciao come stai ?”/ la tua voce armoniosa e tremante/ come una foglia sbattuta dal vento”.

Marino Pracucci – “Gioia e dolore” – Maggioli Editore, pp. 199, Euro 16.

Mauro Bianchini

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Dialogo dipinto tra Francesco e Cateriana https://www.artevarese.com/dialogo-dipinto-tra-francesco-e-cateriana/ https://www.artevarese.com/dialogo-dipinto-tra-francesco-e-cateriana/#respond Mon, 30 Sep 2024 16:37:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75666 Castiglione Olona – Il 4 ottobre si celebra la festa di san Francesco d’Assisi e il Museo della Collegiata presenterà una tavola raffigurante il Santo in Adorazione. Ricorrono infatti gli 800 anni da quel lontano 14 settembre 1224, quando sul Monte della Verna san Francesco ricevette le stigmate. L’evento è parte del progetto “Frate Francesco […]

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Castiglione Olona – Il 4 ottobre si celebra la festa di san Francesco d’Assisi e il Museo della Collegiata presenterà una tavola raffigurante il Santo in Adorazione.
Ricorrono infatti gli 800 anni da quel lontano 14 settembre 1224, quando sul Monte della Verna san Francesco ricevette le stigmate. L’evento è parte del progetto “Frate Francesco 2023-2026 Centenari francescani in Lombardia” (www.fratefrancesco2026.it), che coinvolge 13 musei ecclesiastici lombardi, in un “Museo Diffuso” nel segno del Santo di Assisi che sarà presentato il 15 ottobre al la Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Il dipinto esposto al Museo della Collegiata con ” San Francesco in adorazione” sarà posto accanto alla Sacra Famiglia e santa Caterina da Siena . Le opere entrambe di scuola veneto-cretese sono assegnabili all’epoca più fiorente di questa cultura, nei decenni tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. L’accostamento è particolarmente significativo perché sia il santo d’Assisi sia la santa di Siena ebbero le stigmate. Nella storia della Chiesa san Francesco fu il primo ad essere segnato nel corpo dalle impronte della Passione di Cristo, da subito un elemento distintivo della sua iconografia. Meno frequente invece è la presenza delle piaghe nelle rappresentazioni di santa Caterina (che le ricevette il 1 aprile 1375 a Pisa) e diverse rispetto a quelle del Santo: le sue ferite, infatti pur dolorose, non si percepivano alla vista.

L a presentazione dell’opera (prestata da un collezionista privato), a cura della conservatrice del Museo Laura Marazzi è in programma il 4 ottobre alle 17 nella Nuova Scolastica . Seguirà, alle 18, la celebrazione della Santa Messa in Collegiata con l’arciprete don Ambrogio Cortesi.

L’esposizione, inserita nell’ambito delle iniziative per i 600 anni della Collegiata proseguirà fino al 24 novembre; orari; d a mercoledì a sabato 9.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30; domenica 10 – 13/ 15– 18. La prima domenica del mese, 10-18 orario continuato

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Il Fai apre al pubblico “La Velarca” https://www.artevarese.com/il-fai-apre-al-pubblico-la-velarca/ https://www.artevarese.com/il-fai-apre-al-pubblico-la-velarca/#respond Thu, 19 Sep 2024 07:00:27 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75528 Tremezzina – Il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, ha inaugurato la Velarca, la casa-barca progettata dallo Studio milanese BBPR (Gian Lugi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers) nel 1959 e ormeggiata a Ossuccio, sul lago di Como di fronte all’Isola Comacina. Donata al FAI nel 2011 da Aldo e Maria […]

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Tremezzina – Il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, ha inaugurato la Velarca, la casa-barca progettata dallo Studio milanese BBPR (Gian Lugi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers) nel 1959 e ormeggiata a Ossuccio, sul lago di Como di fronte all’Isola Comacina.

Donata al FAI nel 2011 da Aldo e Maria Luisa Norsa, dopo un lungo restauro torna al suo originale approdo e apre al pubblico.  Non si tratta di una semplice house-boat, ma un piccolo capolavoro della storia dell’architettura moderna, firmato dagli stessi architetti della Torre Velasca, simbolo di Milano, volutamente richiamata nel nome “Velarca”.

Non solo una casa di villeggiatura, ma un luogo speciale immaginato da Fiammetta ed Emilio, i genitori di Aldo Norsa, destinato a ricevere, accogliere e far incontrare amici e conoscenti che già frequentavano la loro casa milanese, tra cui figurano grandi personaggi della cultura italiana, a cominciare dagli stessi architetti milanesi Rogers, Peressutti e Belgiojoso, ma anche Riccardo Sambonet, Gio Ponti, Gillo Dorfles, Eugenio Montale, Lucio Fontana, Umberto Eco, Cesare Musatti, e altri.

Una nuova offerta culturale con cui il FAI vuole contribuire a promuovere un turismo diversificato e più sostenibile, offrendo  un differente punto di vista sul paesaggio lariano e una nuova storia da raccontare che appassionerà i curiosi e soddisferà specialisti e amatori. Infine, un bene culturale del tutto originale per tipologia, eppure un monumento a tutti gli effetti: apice della cultura italiana nel campo dell’architettura moderna e del design, che riflette l’incredibile varietà e ricchezza del patrimonio del Paese che il FAI, per missione, con spirito sussidiario, tutela e promuove per sempre e per tutti.

La storia

La Velarca fu progettata e costruita tra il 1959 e il 1961 dallo studio BBPR, incaricato dai coniugi Emilio e Fiammetta Norsa di realizzare un’abitazione galleggiante, in cui ospitare familiari e amici. I BBPR quando accettano questo lavoro hanno da poco portato a termine la realizzazione della Torre Velasca a Milano, un’opera che ha lasciato il segno nell’architettura moderna internazionale. La stessa Velarca rappresenta una vera e propria opera di architettura e un oggetto di design, che riprende nelle forme e negli spazi le caratteristiche dell’architettura tipica dello studio milanese: l’attenzione all’ambiente, all’interpretazione del luogo, alla qualità della progettazione e all’accuratezza della costruzione, che rendono la Velarca straordinariamente moderna e allo stesso tempo ancorata al passato. Ed è infatti proprio nel passato e nella storia del lago di Como che si poggia la Velarca: gli architetti per progettarla aggiungono un volume abitativo sullo scafo di un’antica gondola lariana di 19 metri, la “Corriera Tremezzina”, che dal 1911 attraversava il lago di Como trasportando merci e persone.

Nel 2011 Aldo e Maria Luisa Norsa, figlio e nuora degli storici proprietari, hanno voluto donare al FAI la Velarca insieme al piccolo giardino a cui è ormeggiata a Ossuccio – sulle sponde del lago di Como nella Zoca de l’Oli, di fronte all’Isola Comacina.

Il restauro

Il restauro a cura del FAI, è iniziato nel 2013 e ha comportato interventi di ricostruzione, restauro, recupero e adeguamento funzionale della Velarca, che hanno richiesto un tempo molto lungo e ingenti risorse. Dalle indagini è emerso subito, infatti, che lo scafo, ovvero la parte strutturale della Velarca, a causa del forte deterioramento non fosse restaurabile. Da qui la decisione di trainare la barca da Ossuccio a Maslianico, al Cantiere Ernesto Riva, per procedere con la ricostruzione dello scafo e della coperta di prua e di poppa, e con il recupero, anch’esso con integrazioni consistenti, del volume abitativo soprastante. Gli interni sono stati oggetto di una seconda fase di lavori: in parte ricostruiti, in parte restaurati e integrati con la massima fedeltà a quanto conservato o visibile nelle foto storiche. Gli arredi, i dettagli funzionali e perfino gli oggetti sono stati recuperati o aggiunti per restituire alla Velarca il suo aspetto originale di casa, la sua piena funzionalità e l’atmosfera di un tempo. Grazie al finanziamento dell’Autorità di Bacino e Regione Lombardia si sono conclusi anche i lavori di manutenzione del pontile esistente a Ossuccio, a cui la Velarca è di nuovo attraccata, ed è stato realizzato un nuovo pontile demaniale, presso il quale si fermeranno le barche che trasporteranno i visitatori in arrivo da Villa del Balbianello.

A completare i lavori l’intervento sul giardino: la stretta area verde è stata recuperata con una prima sistemazione, caratterizzata da un semplice prato e delle fioriture, in attesa di realizzare un progetto più strutturato, ispirato a quello originale dello studio BBPR, per la primavera del prossimo anno.

La visita alla Velarca sarà accompagnata da originali podcast e da un video- racconto, trasmesso da un tv anni ‘60, dedicato alla storia della casa- barca. Orari al pubblico dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 18. (Ph Roberto Morelli, 2024 © FAI).

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Daniel Pennac, “Il Paradiso degli occhi” https://www.artevarese.com/daniel-pennac-il-paradiso-degli-occhi/ https://www.artevarese.com/daniel-pennac-il-paradiso-degli-occhi/#respond Thu, 12 Sep 2024 08:15:25 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75435 Pennac ambienta la trilogia dei suoi romanzi, Il Paradiso degli orchi, La fata Carabina e la Prosivendola, nel quartiere di Belleville a Parigi nei primi anni ‘80. Vicino al cimitero di Père-Lachaise. L’agglomerato è soprattutto abitato da algerini, a dimostrare di come sia ben integrata la famiglia, il miglior amico di Bejamin Malaussenè è proprio […]

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Pennac ambienta la trilogia dei suoi romanzi, Il Paradiso degli orchi, La fata Carabina e la Prosivendola, nel quartiere di Belleville a Parigi nei primi anni ‘80.

Vicino al cimitero di Père-Lachaise. L’agglomerato è soprattutto abitato da algerini, a dimostrare di come sia ben integrata la famiglia, il miglior amico di Bejamin Malaussenè è proprio un magrebino. Bejamin ruota la propria esistenza in vari ruoli, fratello maggiore, padre e capro espiatorio. Lui con il carattere remissivo, accondiscendente si porta sulle spalle il malessere e l’insoddisfazione di una società che sempre più diventa rapida nei sentimenti senza nemmeno saperlo. La sua è una missione, non un semplice lavoro, tanto che verrà licenziato ma non sostituito perché nessuno sarà in grado di avere il successo di Malaussenè.

La famiglia eccentrica vive momenti particolari tanto che il protagonista spesso usa e subisce aforismi espliciti come: “vede, il capro espiatorio non è solo quello che, all’occorrenza paga per gli altri. È sopratutto e anzitutto, un principio esplicativo, signor Malaussenè.

Se ne farà una ragione come ha dovuto fare con sua madre. Una donna innamorata dell’Amore con la A maiuscola ha partorito con lui sei figli, Louna, Clara, Thérèse, Jérémy, il Piccolo, tutti sopravvivono dal lavoro di Bejamin come l’enorme cane Julius. Dopo avere partorito il Piccolo, come una farfalla innamorata dei colori e dei profumi della vita fatta di sogni e di bambini lasciati alle cure del figlio maggiore, nessuno potrebbe crescerli come lui, la madre seguirà il prossimo uomo per le strade di qualsiasi città.

In famiglia l’amano per questo e Malaussène esordirà con il dire: toglietemi il mondo dalle orecchie, mi piacerà; tappatemi gli occhi e morirò.

Quando nel magazzino dove lavora cominciano a esplodere delle bombe tutto si complica, verrà licenziato ma la sua fama lo precede e l’edizione Del Taglione non si lasceranno certo scivolare di mano un talento simile. Una forza della natura che soddisferà clienti e altro poco soddisfatti dai servizi della casa editrice. Li conoscerà Julie Corrençon, giornalista che presto si innamorerà non solo del primo genito dei Malaussène, ma di tutti ala famiglia.

Chi però ha interesse ad attentare al magazzino?

Ben comincerà ad indagare con l’aiuto dei fratelli per amore di Julie e scoprirà che durante la seconda guerra mondiale in quel luogo degli anziani trucidarono dei bambini, gli Orchi appunto. “ La peggior mostruosità è sempre figlia di una bambinata”. E non sarà l’ultima citazione. Un umorismo che si differenzia da quanto spesso si è abituati a leggere, ma come per Il Giovane Holden i lettori si dividono tra chi interrompe la lettura a chi vuole giungere alla ultima pagina.

Per questi ultimi seguiranno: La fata Carabina e la Prosivendola in entrambe Pennac riuscirà a mantenere lo stesso livello di qualità se non addirittura, in certi momenti, superare il primo romanzo.

A voi il tempo per deciderlo.

Daniel Pennac – “Il Paradiso degli occhi” – Feltrinelli, pp. 208, Euro 11

Castrenze Calandra

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Torna “Varese: arte, natura, ambiente” https://www.artevarese.com/torna-varese-arte-natura-ambiente/ https://www.artevarese.com/torna-varese-arte-natura-ambiente/#respond Sat, 07 Sep 2024 08:00:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75424 Varese –  Pronta a partire la seconda edizione della rassegna Varese: arte, natura, ambiente, il programma del Comune che pone l’attenzione sulla bellezza e delicatezza dell’ambiente della città e del territorio. Dal 14 al 22 settembre, sarà un’intera settimana caratterizzata da esperienze da vivere all’insegna della scoperta dell’ambiente e della natura attraverso passeggiate, incontri, proiezioni […]

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Varese –  Pronta a partire la seconda edizione della rassegna Varese: arte, natura, ambiente, il programma del Comune che pone l’attenzione sulla bellezza e delicatezza dell’ambiente della città e del territorio.

Dal 14 al 22 settembre, sarà un’intera settimana caratterizzata da esperienze da vivere all’insegna della scoperta dell’ambiente e della natura attraverso passeggiate, incontri, proiezioni e concerti.

Il programma prevede, per il 14 settembre un pomeriggio sul sentiero delle Pizzelle per raggiungere il Grand Hotel del Campo dei Fiori con una visita guidata immersiva nell’arte e soprattutto nella natura, che rientra nel programma di visite Conosci il tuo patrimonio in collaborazione con Immagina Arte Cultura Eventi. Si prosegue nella serata del 18 settembre quando in Sala Montanari sarà proiettato il nuovo documentario Varese la Città giardino di Eugenio Manghi, Annalisa Losacco e Pino Farè, che racconta lo straordinario patrimonio verde e il mondo animale che lo popola. All’incontro saranno presenti gli autori. Il giorno successivo, il 19, è in programma all’Auditorium del Civico Liceo Musicale Malipiero il concerto Considerando di Domenico Codispoti in ricordo di Mario Cucchi, uomo di pace; a esibirsi il pianista di fama internazionale, considerato dalla critica uno degli artisti più eleganti e musicali della sua generazione.

Per il 20 settembre sono previsti diversi appuntamenti. Grazie a Gli Echi della Natura E.T.S. nell’ambito della terza edizione del Festival Echi Urbani – itinerari musicali per gli abitanti e la città è in calendario una passeggiata attraverso le vie cittadine, mentre la sera in Sala Veratti avrà luogo il recital pianistico di Irene Veneziano. Sabato 21 in Sala Montanari verrà proiettato, in serata, La leggenda dell’albero segreto, un documentario di Giuseppe Carrieri che narra la storia del cacao come processo di glocalizzazione. Sarà presente Massimo De Giuseppe, docente di Storia contemporanea all’Università IULM di Milano, autore del libro Cacao la pianta che attraversa il tempo e che ha curato la sceneggiatura del film. Infine, domenica 22 settembre, giornata conclusiva dell’iniziativa, si svolgerà la visita guidata Alla scoperta di Biumo Inferiore, appuntamento sempre curato da Immagina nel programma di visite Conosci il tuo patrimonio in collaborazione con il Comune di Varese. A chiudere la rassegna sarà il concerto dei giovani talenti della masterclass Echi Urbani.

Informazioni e prenotazioni

Per i percorsi di sabato 14 e domenica 22 rientranti nel programma di visite guidate Conosci il tuo patrimonio la partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria su Eventbrite. Gli incontri con proiezioni di mercoledì 18 e sabato 21 in Sala Montanari saranno a ingresso libero, come per il concerto finale di domenica 22 in Sala Veratti. Il concerto di giovedì 19 all’Auditorium del Civico Liceo Musicale «Riccardo Malipiero», invece, sempre a ingresso gratuito, richiede la prenotazione obbligatoria su Eventbrite. Infine per le iniziative di venerdì 20 settembre all’interno del programma del Festival Echi Urbani, è consigliata la prenotazione con donazione sulla campagna crowdfunding del progetto a sostegno del fondo dei giovani talenti degli Echi Urbani o in loco. maggiori dettagli al link.

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Sylvia Plath, la visita domenicale dei parenti… https://www.artevarese.com/sylvia-plath-la-visita-domenicale-dei-parenti/ https://www.artevarese.com/sylvia-plath-la-visita-domenicale-dei-parenti/#respond Wed, 04 Sep 2024 17:00:48 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75390 A comporre “Autore donna” (Acquaviva Edizioni, pp.55, Euro 6) è una raccolta di poesie giovanili di Sylvia Plath scritte tra il 1952 e il 1956, alcune provenienti da compiti in classe assegnati dal suo professore di inglese. Con dissacrante ironia la poetessa passa ai raggi X la visita domenicale di alcuni parenti tratteggiandone fisionomie e […]

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A comporre “Autore donna” (Acquaviva Edizioni, pp.55, Euro 6) è una raccolta di poesie giovanili di Sylvia Plath scritte tra il 1952 e il 1956, alcune provenienti da compiti in classe assegnati dal suo professore di inglese.

Con dissacrante ironia la poetessa passa ai raggi X la visita domenicale di alcuni parenti tratteggiandone fisionomie e caratteri “grassi sempre, e senza fiato/ uno schiocco di bacio su tutte le guance”.

Unità di misura dello scorrere del tempo è l’apparente insofferenza di una statua di bronzo “che ricorda un migliaio di autunni/ e di come centomila foglie/ vengano scivolando giù sulle sue spalle/ persuase della sua bronzea stagione”.

Con impietosa trasversalità generazionale incornicia “Il nipote più piccolo regala un irritante piagnucolio/e sbava sulla linea di ricezione”.

Con acre umorismo Sylvia Plath si apre a tentazioni dissacranti “Sempre durante la messa si affacciava dal pulpito/ il diavolo che ti suggeriva di ridere”.

In “Canto funebre per un burlone” scorre il disincanto della vita “Dal comico accidente della nascita/ alla finale grottesca barzelletta della morte/ la tua malattia di sacrilega allegria/ spargeva il contagio della gaiezza con ogni abile respiro”.

Oltre a tali maschere con cui Sylvia Plath tende a proteggersi dai luoghi comuni e dalle distonie della quotidianità affiorano palpiti mossi dal desiderio di amare ogni cosa attorno, ma sopra ogni altra cosa: immamorarsi, donandosi per sempre all’altro “ e da quell’abbaglio il mio amore vedrà/ come io stia ancora/ avvampando nel mio inferno d’oro”.

Sylvia Plath – “Autore donna” – Acquaviva edizioni, pp.55, Euro 6.

Mauro Bianchini

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The Clash, “la sola band che conta” https://www.artevarese.com/the-clash-la-sola-band-che-conta/ https://www.artevarese.com/the-clash-la-sola-band-che-conta/#respond Sun, 01 Sep 2024 07:00:26 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75313 Clash significa contrasto, conflitto, scontro e sono i testi con una forte denuncia politica a fare rimbalzare il nome dei quattro ragazzi nelle taverne e nei pub di Londra dove sempre più uno strato sociale, soprattutto giovani, si ritrova. Il genere musicale è un punk-rock essenziale.  Hanno pubblicato sei album in otto anni con l’etichetta: […]

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Clash significa contrasto, conflitto, scontro e sono i testi con una forte denuncia politica a fare rimbalzare il nome dei quattro ragazzi nelle taverne e nei pub di Londra dove sempre più uno strato sociale, soprattutto giovani, si ritrova. Il genere musicale è un punk-rock essenziale.  Hanno pubblicato sei album in otto anni con l’etichetta: Sony Music/Columbia; Epic.

“I neri hanno un mucchio di problemi ma non esitano a tirare un mattone, i bianchi vanno a scuola, dove gli insegnano a rimbecillirsi” in questa frase tutta la rabbia di “White riot”, tre accordi in 110 secondi e tutta la filosofia rivoluzionaria dei Clash svelata in uno dei brani più importanti del loro debutto 45 anni fa, il 1977, l’anno in cui il mondo fece punk.

Il primo album di Joe Strummer, Mick Jones e Paul Simonon è il più istintivo, il più fiammeggiante. Una pietra miliare del punk (insieme a “Never Mind the Bollocks” dei Sex Pistols che uscirà a fine ottobre di quell’anno), e ci svela ciò che davvero rappresentano i Clash di quel momento: militanza politica, suono ruvido, un grido dritto in faccia figlio del senso di frustrazione e rabbia, il manifesto della vita nei sobborghi.

In quegli anni la Gran Bretagna era stretta nella depressione, nel malessere sociale che incendiava e alimentava l’alienazione urbana, il disagio giovanile humus determinate per la nascita del movimento punk. Il suono aggressivo, veloce e potente, era stato mutuato oltreoceano dai Ramones, che a loro volta si rifacevano al garage di fine anni 60 di Stooges e Mc5.

Le contaminazioni furono fondamentali per i Clash. La fine degli anni settanta fu un periodo difficile straziato dai conflitti sociali e dal dilagare del terrorismo. In Inghilterra nelle grandi zone periferiche e industriali brutalmente offese dal darwinismo di Margaret Thacher alimentava l’esigenza di affermarsi e il movimento punk era una via. I Clash unirono rabbia e ribellione perché la loro musica inseguisse una bellissima utopia; migliorare il mondo, la gente attraverso la musica. Erano ingenui, certo però di quella ingenuità ribelle perché Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon non ce l’hanno fatta a rendere questo pianeta un posto migliore.

All’epoca furono definiti “ The Only Band Matters” tradotto : la sola band che conta.

Nel 1977 esce LP The Clash seguiranno Give, nel 1978 Em Enough Rope, nel 1979 London Calling, nel 1980 Sandinista, nel 1982 Combat Rock e infine Cut the Crap nel 1985 tutti dischi d’oro tranne Cut the Crap disco d’argento. London Calling e Combat Rock di platino sia in Uk e sia in Usa.

Castrenze Calandra

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“Mirabilia”, l’Arte di vivere il bello https://www.artevarese.com/mirabilia-larte-di-vivere-il-bello/ https://www.artevarese.com/mirabilia-larte-di-vivere-il-bello/#respond Fri, 30 Aug 2024 15:32:24 +0000 https://www.artevarese.com/?p=75323 Varese – Le Associazioni Liberi artisti della Provincia di Varese e Segreta Isola di Como insieme per una serie di eventi  intitolati “MIRABILIA – l’Arte di vivere il bello”. Sulla scia delle celebrazioni della nascita di Plinio il Vecchio, avvenuta tra il 23 ed il 24 d.C., le due realtà hanno realizzato un ponte ideologico […]

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Varese – Le Associazioni Liberi artisti della Provincia di Varese e Segreta Isola di Como insieme per una serie di eventi  intitolati “MIRABILIA l’Arte di vivere il bello”.

Sulla scia delle celebrazioni della nascita di Plinio il Vecchio, avvenuta tra il 23 ed il 24 d.C., le due realtà hanno realizzato un ponte ideologico di arte e cultura per far rivivere il senso della bellezza alla base della genialità dello scrittore, naturalista, filosofo, comandante militare e procuratore di Roma, una sorta di Leonardo da Vinci dell’età imperiale romana.

I sessanta Artisti (suddivisi nelle due Sedi ) hanno interpretato, attraverso le proprie opere (dipinti, sculture, elaborazioni grafiche), la  personale visione dell’ ”Arte di vivere il bello”.

Dopo il primo evento, tenutosi negli scorsi mesi di aprile e maggio al Museo del Paesaggio  del lago di Como in Villa Mainono nel Comune di Tremezzina, è ora la volta di una nuova esposizione, allestita a Varese nelle sale del Castello di Masnago, da domani 31 agosto, con inaugurazione alle 17, fino al 29 settembre. La mostra potrà essere visitata nei seguenti orari: martedì/domenica – 9.30/12.30 – 14/18.

 

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