Fiber Art Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/fiber-art/ L'arte della provincia di Varese. Wed, 23 Aug 2023 07:20:07 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Fiber Art Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/fiber-art/ 32 32 Miniartextil si conclude con gli intrecci sonori di Daniele Delfino https://www.artevarese.com/miniartextil-si-conclude-con-gli-intrecci-sonori-di-daniele-delfino/ https://www.artevarese.com/miniartextil-si-conclude-con-gli-intrecci-sonori-di-daniele-delfino/#respond Wed, 23 Aug 2023 08:30:43 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71371 Como – Nell’ambito della rassegna Miniartextil quest’anno intitolata Denudare feminas vestis (Denudare le donne vestendole), che prende spunto dalle parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino e allestita in San Pietro in Atrio, sabato 2 settebre alle 17.30, l’orchesta della natura […]

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Como – Nell’ambito della rassegna Miniartextil quest’anno intitolata Denudare feminas vestis (Denudare le donne vestendole), che prende spunto dalle parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino e allestita in San Pietro in Atrio, sabato 2 settebre alle 17.30, l’orchesta della natura di e con Daniele Delfino, eseguirà una performance sonora.

Ispirata a un racconto di Plinio che rappresenta la sintesi di un pluriennale lavoro di ricerca condotto sulle qualità dei fenomeni acustici prodotti dagli strumenti di suono alle origini della musica, l’Orchestra della Natura creerà suoni intrecciando relazioni con i presenti e allestirà, grazie alla loro collaborazione, un’orchestra estemporanea. Il pubblico si scoprirà performer trasformandosi in un’orchestra esecutrice di una suggestiva “tessitura sonora“ ispirata alla natura. I suoni saranno prodotti con elementi naturali (sassi, pietre, conchiglie, legni, gusci, foglie, semi, baccelli e molti altri oggetti) eseguiti dal pubblico attraverso le proprie intime percezioni. L’opera d’arte diviene così esperienza; si compiono il risveglio della profonda natura musicale dell’uomo e la riscoperta dell’essenza della musica e delle sue origini cosmico-naturali.

Per partecipare è necessaria la prenotazione scrivedo a: denudarefeminasvestis@gmail.com

Il giorno seguente, domenica 3 settembre alle 18, in occasione del finissage della mostra, sarà assegnato a Antonio Bernardo per l’opera “La sirena veste” (tecnica mista, uso di vari materiali, tulle, cotone cartone) il Premio ARTE&ARTE intitolato alla memoria di Nazzarena Bortolaso, imprenditrice, donna di cultura, visionaria interprete del suo presente e co-fondatrice, con Mimmo Totaro, di Miniartextil, scomparsa lo scorso anno. La mostra che si conclude in 3 settembre, è aperta tutti i giorni dalle 11 alle 19. Informazioni: www.miniartextil.it

Note biografiche

Daniele Delfino è artista e ricercatore di espressioni creative naturalistiche con una grande passione per l’arte preistorica e per le culture dei popoli del “primo mondo”. La sua predilezione è esprimersi manipolando e interpretando prevalentemente materiali naturali come legno e pietra. Realizza opere con frequenti riferimenti a simbologie arcaiche legate ai bisogni primari dell’uomo e ai suoi legami con la terra. Gli Uomini Albero sono la “naturale visione” del suo immaginario poetico e tema in costante sviluppo. Grazie ad approfondite ricerche e sperimentazioni condotte in vari ambiti (educativo, terapeutico, artistico) crea, con oggetti e materiali sonori della natura, suggestive opere da suonare e performance musicali da condividere con il pubblico di ogni età. Nell’ottobre del 2018 riceve per i suoi progetti Orchestra della Natura e Uomini Albero il partenariato UNESCO dal club per l’Unesco Ticino di Bellinzona.

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Miniartexil ’32, “Denudare feminas vestis” https://www.artevarese.com/miniartexil-32-denudare-feminas-vestis/ https://www.artevarese.com/miniartexil-32-denudare-feminas-vestis/#respond Mon, 07 Aug 2023 12:00:59 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71223 Como – Si è aperta al pubblico la 32 edizione Miniartexil quest’anno intitolata “Denudare feminas vestis” (Denudare le donne vestendole),  parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino. L’edizione 2023 dell’unica mostra al mondo che promuove la ricerca nella fiber art (arte […]

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Como – Si è aperta al pubblico la 32 edizione Miniartexil quest’anno intitolata Denudare feminas vestis” (Denudare le donne vestendole),  parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino.

L’edizione 2023 dell’unica mostra al mondo che promuove la ricerca nella fiber art (arte tessile) contemporanea è allestita nell’ Ex Chiesa di San Pietro in Atrio è dedicata e rientra nel programma delle celebrazioni del Bimillenario della nascita di Plinio, pilastro comasco della cultura classica.

Come da tradizione, accanto ai minitessili (54 opere) realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo, ci sono diverse opere di grandi dimensioni realizzate da artisti internazionali emergenti e affermati quali Brankica Zilovic, Kato Kimiyasu, Medhat Shafik, Antonella De Nisco, Alessandro Lupi, Yari Miele, Donatella Simonetti e Anne von Freyburg.

L’ospite clou della rassegna è l’artista zimbabwese Moffat Takadiwa, che, per la prima volta in Italia, espone due opere ‘The red line’,2022  e ‘Black circle’, 2023 . Le sue creazioni saranno successivamente ospitate alla 60esima Biennale di Venezia, nel Padiglione dello Zimbabwe. Appartenente alla generazione di artisti dello Zimbabwe post-indipendenza, Takadiwa ha esposto in tutto il mondo. Le sue opere sono arazzi contemporanei creati con minuscoli pezzi di plastica, soprattutto tasti di computer, trovati tra i rifiuti ad Harare, in una delle più grandi discariche del paese. Le sue opere, che riprendono i pattern tradizionali dei tessuti dello Zimbabwe, aprono un dialogo con temi quali l’identità culturale, l’indipendenza, la questione ambientale.

 IL TEMA

Miniartextil ’32 propone una riflessione materica, emozionale sulla seta, eccellenza del distretto tessile comasco testimoniata anche da Plinio il Vecchio e sulle possibili interpretazioni dell’universo femminile. Nel corso delle sue sterminate indagini naturalistiche, Plinio si dedicò anche allo studio della seta, arrivando a confutare la credenza secondo cui il filato era prodotto e raccolto direttamente da alberi fiabeschi, coperti da soffici foglie e da lunghi filamenti, coltivati dal ricco popolo dei Seres (da cui l’origine del termine “serico”) agli estremi orientali del mondo allora conosciuto.

Nel libro XI della Naturalis Historia, dedicato agli insetti, Plinio scrisse infatti: «Da un verme alquanto grande deriva dapprima un bruco che spinge fuori due corna tipiche del suo genere, poi viene ciò che è detto baco, da esso la crisalide, donde dopo sei mesi nasce il baco vero e proprio. Al modo dei ragni si tesse la tela per lussuose vesti femminili, che sono dette bombicine». Infine, L’arte di dipanare i bozzoli per tesserli fu escogitata da una donna dell’isola di Cos, Panfile, figlia di Platea, che non va defraudata della gloria di aver escogitato il modo di denudar le donne vestendole” (Plinio, N.H., XI, 26)

La frase ossimorica “Denudare feminas vestis” si lega alla considerazione di quanto, già nel primo secolo dopo Cristo, i preziosi abiti in seta che avvolgevano il corpo femminile ne evidenziassero ancora di più le forme, rendendole nude allo sguardo. Come si legge ancora nella Naturalis Historia, «l’uomo è l’unico fra tutti gli esseri viventi a procurarsi all’esterno i suoi vestiti (…). (La Natura) soltanto l’uomo getta nudo sulla nuda terra il giorno della sua nascita». Il vestirsi è dunque una caratteristica propria del genere umano. Al di là della valenza biblica legata al mito di Adamo ed Eva, l’abbigliamento nasce come bisogno di protezione e di ornamento. Nei secoli l’arte e la moda hanno negoziato e declinato il concetto di coprire e di svelare il corpo femminile nelle sue molteplici valenze estetiche, etiche, culturali e politiche.

Come ogni anno Miniartextil ‘32 si articola in due proposte parallele: da una parte le 54 opere di piccole dimensioni (minitessili, cm.20x20x20) esposte nell’ Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, dall’altra le grandi installazioni presenti nel medesimo luogo. Il dialogo che nasce tra le piccole e le grandi opere e l’architettura antica di San Pietro in Atrio crea una simbiosi unica e coinvolgente. Qui, in uno spazio dedicato, si terranno anche laboratori didattici per avvicinare il pubblico dei più piccoli all’Arte sotto forma di gioco.

I MINITESSILI

I 54 minitessili provenienti da tutto il mondo e selezionati attraverso l’annuale Call for Artists, promossa per la raccolta delle candidature di artisti internazionali, sono stati scelti – su oltre 250 opere ricevute – dalla giuria coordinata da Mimmo Totaro, – artista, presidente di Arte&Arte e fondatore di Miniartextil insieme a Nazzarena Bortolaso, e composta da Kimiyasu Kato, architetto fotografo e artista, da 30 anni in Italia; Giuseppe Menta, disegnatore, studioso di tecniche del colore, creatore di tessuti, imprenditore; Sergio Gaddi, critico e curatore di mostre d’arte e responsabile della Commissione di valutazione delle opere.

La curatela della mostra è affidata alla critica d’arte e regista Clarita Di Giovanni che vive a Roma ed è docente alla Scuola di Arte Cinematografica G.M. Volontè dal 2011. Sarà affiancata dalla presenza di Sergio Gaddi, noto critico e curatore d’arte comasco, di fama nazionale con una grande capacità professionale e organizzativa. Gaddi è anche il responsabile della commissione di selezione delle opere di piccolo formato.

La rassegna continuerà sino al 3 settembre. Orario:  11- 19, tutti i giorni.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Denudare femina vestis con Miniartextil 2023 https://www.artevarese.com/denudare-femina-vestis-con-miniartextil-2023/ https://www.artevarese.com/denudare-femina-vestis-con-miniartextil-2023/#respond Mon, 17 Jul 2023 11:00:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71024 Como – Lo spunto per il titolo della mostra Miniartexil ’32, Denudare feminas vestis (Denudare le donne vestendole), deriva dalle parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino. L’edizione 2023 dell’unica mostra al mondo che promuove la ricerca nella fiber art (arte […]

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Como – Lo spunto per il titolo della mostra Miniartexil ’32, Denudare feminas vestis (Denudare le donne vestendole), deriva dalle parole di Plinio il Vecchio estrapolate dalla sua monumentale opera Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino.

L’edizione 2023 dell’unica mostra al mondo che promuove la ricerca nella fiber art (arte tessile) contemporanea – in programma a Como, nell’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e in altre sedi, dal 6 agosto al 3 settembre è infatti organizzata nell’ambito delle Celebrazioni del Bimillenario Pliniano.

Come da tradizione, accanto ai minitessili (54 opere) realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo, ci saranno diverse opere di grandi dimensioni realizzate da artisti internazionali sia emergenti sia affermati tra i quali: Brankica Zilovic, Kato Kimiyasu, Medhat Shafik, Antonella De Nisco, Alessandro Lupi, Yari Miele, Donatella Simonetti e Anne von Freyburg.

L’ospite clou  sarà l’artista zimbabwese Moffat Takadiwa, che, per la prima volta in Italia, esporrà due opere. Le sue creazioni saranno successivamente esposte alla 60esima Biennale di Venezia, nel Padiglione dello Zimbabwe. Appartenente alla generazione di artisti locali post-indipendenza, Takadiwa ha esposto in tutto il mondo. Le sue opere sono arazzi contemporanei creati con scarti da tasti di computer e con minuscoli pezzi di plastica trovati tra i rifiuti ad Harare, in una delle più grandi discariche del paese. Le sue opere, che riprendono i pattern tradizionali dei tessuti dello Zimbabwe, aprono un dialogo con temi quali l’identità culturale, l’indipendenza, la questione ambientale.

Miniartextil 2022

La curatela della mostra è affidata alla critica d’arte e regista Clarita Di Giovanni che vive a Roma ed è docente alla Scuola di Arte Cinematografica G.M. Volontè dal 2011. Sarà affiancata da Sergio Gaddi, noto critico e curatore d’arte comasco  responsabile anche della commissione di selezione delle opere di piccolo formato.

La Storia

Miniartextil è stata fondata nel 1991 da Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro con l’idea di portare a Como, città culla della tradizione tessile, una mostra dedicata alla fiber art. Nel 1994 è stata costituita l’Associazione culturale ARTE&ARTE che ancora oggi promuove la rassegna e continua la ricerca per selezionare la migliore produzione di fiber art a livello mondiale. Nel corso degli ultimi trenta anni, Miniartextil ha toccato luoghi e città in tutta Europa, a partire da Como che oggi è la principale sede espositiva – si ricordano gli allestimenti al Chiostrino di Santa Eufemia, a Villa Olmo, alla ex Ticosa, alle ex chiese di San Francesco e di San Pietro in Atrio, al Palazzo del Broletto, alla Pinacoteca Civica, al Museo Giovio, al Padiglione ex Grossisti del Mercato Coperto, al Museo della Seta di Como, oltre a piazze e luoghi pubblici. Interessante la tournée internazionale della mostra, negli anni: Montrouge – Parigi, Mulhouse, Kaunas, Caudry, Lille, Gif-Sur-Yvette, Busto Arsizio, alcune delle città che hanno ospitato le opere della rassegna.

La mostra che prevede l’inaugurazione nella sede di  San Pietro in Atrio, in via Odescalchi il 5 agosto, alle 17, proseguirà fino al 3 settembre. Orario:  11- 19, tutti i giorni

Informazioni per il pubblicowww.miniartextil.it

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DNA: FIBER. Storie tessili al Monastero di Cairate https://www.artevarese.com/dna-fiber-storie-tessili-al-monastero-di-cairate/ https://www.artevarese.com/dna-fiber-storie-tessili-al-monastero-di-cairate/#respond Wed, 21 Jun 2023 09:12:02 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70707 Cairate – Le sale del Monastero si preparano ad accogliere da sabato (24 giugno al 23 luglio) con inaugurazione alle 17, la mostra “DNA: FIBER ” di Elena Rizzardi a cura di Carla Tocchetti. Un programma originale e articolato che riconduce l’attività della fiber artist all’eredità genetica trasmessale dal nonno, titolare nel ‘900 di una […]

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Cairate – Le sale del Monastero si preparano ad accogliere da sabato (24 giugno al 23 luglio) con inaugurazione alle 17, la mostra “DNA: FIBER ” di Elena Rizzardi a cura di Carla Tocchetti. Un programma originale e articolato che riconduce l’attività della fiber artist all’eredità genetica trasmessale dal nonno, titolare nel ‘900 di una tessitura jacquard a Besnate, la Mazzucchelli.

Affascinata fin da piccola dal colorato universo dei fili e dei tessuti la piccola Elena manifesta presto il desiderio di dipingere, che realizza con l’incoraggiamento della famiglia. Terminati gli studi artistici la sua strada si intreccia nuovamente con il tessile, in un’azienda italiana leader nel settore dell’arredamento, la Saporiti Italia, dove Elena è da anni  interior designer. Nasce così, in parallelo all’attività professionale, la fiorente attività di fiber art, che elegge l’informale materico come propria linea espressiva e orienta la ricerca sul tema del riutilizzo tessile come nuova possibilità narrativa artistica.

L’esposizione di Cairate porta in scena quadri, arazzi, tappeti, pannelli di seta, oggetti rivestiti, in cui confluiscono suggestioni diverse: dai tessuti d’arredamento provenienti da scarti e campionari, a fibre recuperate di vario genere, a stucchi, gessi, e altri componenti di riciclo.
Una particolare sezione realizzata anche in collaborazione con il Museo del Tessile di Busto Arsizio, ricostruisce cent’anni di storia dello jacquard nel varesotto.

Introdotto nell’800 come tecnica rivoluzionaria per il tessuto operato, all’inizio del ‘900 molte famiglie varesotte (come i Mazzucchelli di Besnate) avevano intrapreso una produzione familiare di stoffe jacquard per soddisfare la grande richiesta di questo tipo di tessuto per abbigliamento e arredo. Nacque così anche una generazione di disegnatori tecnici in grado di far funzionare al massimo della potenzialità i telai, che arrivarono persino a rivaleggiare con Lione, storica capitale dello jacquard. Mentre le tessiture più piccole negli anni ’70 hanno dovuto cedere il passo all’evoluzione del distretto tessile, gli studi di disegno per jacquard sono evoluti insieme alla tecnologia e sono molto vitali ancora oggi.

E’ la storia della famiglia Angelo Pianezza di Azzio (VA), giunta alla terza generazione con i due studi di Luigi e Alessandro che oggi collaborano con le aziende del comasco per realizzare tessuti design dalle cravatte alle passerelle fashion: in mostra a Cairate, alcuni storici disegni tecnici di “messa in carta” con campioni di stoffe, soggetti oleografici e quaderni didattici del secolo scorso, oltre a tessuti design realizzati per l’alta moda attuale.
“Una grande opportunità, quella di poter individuare come il talento artistico per il tessile affondi le sue radici in un DNA familiare che appartiene al nostro territorio. Un saper fare manuale e intellettuale che da un secolo trascende l’artigianalità e recepisce tutte le istanze della modernità.

Il programma, organizzato dall’associazione Segreta Isola, è stato patrocinato dalla Provincia di Varese, dal Comune di Cairate, dal Comune di Besnate è realizzato in collaborazione con la Pro Loco Cairate, il Museo del Tessile, Saporiti Italia, Luigi Pianezza Azzio (Varese), e DB color prevede: domenica 25 giugno, 9 luglio e 16 luglio alle 17, laboratori con Elena Rizzardi (gratuiti, posti limitati); sabato 1 luglio alle 17, happening di poesia, fotografia e fiber art con Maria Elena Danelli, Maurizio Gabbana, Rosy Gallace, Salima Martignoni, Elena Rizzardi, Paola Surano e Carla Tocchetti. Domenica 23 luglio sempre alle 17,  finissage con una performance di  live art con l’artista.

La mostra sarà visibile fino al 23 luglio; orari: sabato 14.30-18.30 e domenica 10-12/ 14.30 -18.30); l’ingresso al Monastero è libero.

 

Note biografiche

Elena Rizzardi, classe 1962, besnatese, fin da piccola frequentava la piccola tessitura del nonno, affascinata dal colorato universo dei fili e dei tessuti, e manifestando prestissimo il desiderio di dipingere. La sua famiglia valorizza la sua inclinazione verso l’arte e la incoraggia a partecipare a piccoli laboratori di pittura. Successivamente quando Elena è adolescente, si iscrive al Liceo Artistico.
La sua sperimentazione espressiva inizia con l’uso di oli e acrilici su temi figurativi e astratti, ma ben presto riaffiora l’antica fascinazione per i tessuti, che nel frattempo sono diventati parte della sua attività professionale (Elena Rizzardi infatti lavora come arredatrice di interni presso Saporiti Italia). In anni recenti Elena Rizzardi elegge l’Informale Materico come propria linea espressiva, orientando la ricerca sul tema del riutilizzo artistico come nuova possibilità narrativa. Nelle sue opere, elaborate con una cifra assolutamente personale, confluiscono infatti suggestioni diverse, dai tessuti d’arredamento provenienti da scarti e campionari, a fibre recuperate di vario genere, ma anche stucchi, gessi, e altri componenti di riciclo. Nessun limite neppure alla finalizzazione artistica: la Rizzardi oltre a realizzare pannelli dal microformato al grandissimo, si cimenta anche nella produzione di originali accessori di design e complementi d’arredo, sia in pezzi unici che piccole tirature.
L’attività artistica Elena Rizzardi si è ulteriormente affermata negli ultimi anni a livello nazionale e internazionale con la partecipazione alle Biennali d’Arte a Venezia, Atene, Monreale (PA), Genova. Sue mostre sono state proposte da galleristi internazionali a Londra, Parigi, Zurigo, Praga, Atene, Lisbona, Innsbruck, Stoccarda, Barcellona e Alicante in Spagna e Propiano in Corsica. Fra le numerose mostre sul territorio italiano effettuate in oltre venti anni di attività espositiva si segnalano quelle di Venezia, Roma, Milano, Bologna, Genova, Torino, Bari, Ferrara e Mantova.
Importanti sono i riconoscimenti conseguiti recentemente a Parigi (Premio Picasso – Galleria Espace Thorigny Le Marais) e Barcellona (Concorso Internazionale Luxembourg Art Prize), e in Italia (Genova, Premio speciale SATURA Palazzo Stella; Palermo, premio Vittorio Sgarbi e premio Eccellenze Artistiche; Ferrara, Premio Dante Alighieri; Milano, Libreria Bocca; Terni Umbria Art Festival; Biella, Concorso Modigliani). Sue opere sono inoltre pubblicate nelle antologie ”L’arte al tempo del coronavirus” (Skira), nell’ “Atlante dell’Arte contemporanea 2021” (De Agostini), ne “La Poesia e L’Arte” curato da Salvo Nugnes (Art Factory) e in varie edizioni dell’Agenda degli Artisti (Libreria Bocca 1775 Milano).
Alcune opere di Elena Rizzardi, anche grazie alla collaborazione con Saporiti Italia, sono in collezione presso showroom e residenze private di prestigio anche internazionali, tra cui Singapore, Dubai, Londra, Lisbona, Atene, Ginevra, Lugano e Cannes.
Sito web: http://elenarizzardi.com/

 

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“The soft revolution”. Una morbida rivoluzione https://www.artevarese.com/the-soft-revolution-una-morbida-rivoluzione/ https://www.artevarese.com/the-soft-revolution-una-morbida-rivoluzione/#respond Fri, 30 Sep 2022 16:40:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=67523 Busto A. – Si inaugurerà il 9 ottobre e sarà una “morbida Rivoluzione”. La mostra di Fiber Art  dal titolo “The soft revolution” verrà allestita nelle sale gemelle del Museo del Tessile e in concomitanza, l’esposizione, aprirà in quindici differenti Paesi. Sede principale dell’evento è Miami, in Florida, alla quale si affiancheranno altri spazi espositivi […]

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Busto A. – Si inaugurerà il 9 ottobre e sarà una “morbida Rivoluzione”. La mostra di Fiber Art  dal titolo “The soft revolution” verrà allestita nelle sale gemelle del Museo del Tessile e in concomitanza, l’esposizione, aprirà in quindici differenti Paesi. Sede principale dell’evento è Miami, in Florida, alla quale si affiancheranno altri spazi espositivi a Madrid, Buenos Aires e in particolare in altre città del Sud America.

La sede di Busto è stata scelta per lo storico legame con la tradizione tessile e le esportazioni che già a fine Ottocento, grazie ad alcuni imprenditori del settore, primo fra tutti Enrico Dell’Acqua,  portarono oltreoceano i loro prodotti.

Per l’occasione la città sarà il “Salone Italia”, in quanto prima tappa della rassegna che poi si sposterà a Bergamo.

Un evento coordinato e promosso da ArteMorbida Textile Arts Magazine, a cura di Barbara Pavan che attraverso le opere dei 25 artisti, di diverse generazioni, esperienze e origini geografiche, racconta la cifra rivoluzionaria e la vivacità del linguaggio della fiber art avviato agli inizi del Novento.

Ed ancora la rassegna, attraverso gli intrecci dei tessuti e dei fili delle opere, accomuna Italia e America, per due importanti ricorrenze: il 25° anniversario del WTA World Textile Art (che celebra il suo giubileo d’argento con la 10a Biennale Interazionale di Arte Tessile Contemporanea) e  il quarto di secolo di fondazione del Museo del Tessile che verrà  festeggiato sabato 15 ottobre.

La mostra, che si inaugurerà il 9 ottobre, alle 17.30, rimarrà in calendario sino al 20 ottobre.

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Replastic: da scarto a fibra tessile https://www.artevarese.com/replastic/ https://www.artevarese.com/replastic/#respond Wed, 21 Sep 2022 07:00:46 +0000 https://www.artevarese.com/?p=67346 Busto A. – Replastic ha trovato il suo regno allo Spazio Arte Carlo Farioli. Si tratta di un’opera realizzata da Filobus – Laboratorio di Arte Tessile -, creatura che pare arrivare dal mondo della fantascienza,  che richiama una gigantesca sirena ricoperata, fino alla vita, da tentacoli che pian piano lasciano il posto a un soffice […]

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Busto A. – Replastic ha trovato il suo regno allo Spazio Arte Carlo Farioli. Si tratta di un’opera realizzata da Filobus – Laboratorio di Arte Tessile -, creatura che pare arrivare dal mondo della fantascienza,  che richiama una gigantesca sirena ricoperata, fino alla vita, da tentacoli che pian piano lasciano il posto a un soffice manto che avvolge il busto.

Focus dell’opera è il corpo sul quale si è puntata l’attenzione di coloro che ci hanno lavorato per evidenziare come  attraverso la trasformazione e la particolare lavorazione di bottiglie in plastica si può ottenere una fibra tessile.

Replastic nasce infatti dall’idea di interpretare questo trattamento che prende corpo da semplici bottiglie tagliate e modellate attraverso il calore. Non ha il capo Replastic e nemmeno le braccia ma solo il corpo che intende raccontare in maniera creativa di come la plastica entra nell’arte e nella moda.

L’evento, organizzato in collaborazione con Umberto Rimoldi (consulente tessile nel settore prodotti riciclati ) intende infatti portare a conoscenza del pubblico come da un materiale di scarto, di uso quotidiano, si possa ottenere un filato di alta qualità ed estremamente versatile.

Per meglio rendere l’idea del processo di trasformazione, con “Replastic”, nella sede di via Silvio Pellico è esposta una serie di materiali, dal DNA comune, che intendono rappresentare i passaggi e gli stati della lavorazione fino alla realizzazione del tessuto.

Nel corso dell’esposizione, sono stati programmati laboratori creativi (per adulti e bambini),  durante i quali i partecipanti potranno sperimentare la tecnica con la quale è stata realizzata l’opera. Prenotazione obbligatoria scrivendo a info@farioliarte.it

L’esposizione proseguirà fino al 23 settembre e sarà visitabile giovedì e venerdì 16.30/19. Informazioni: info@farioliarte.it.

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Le opere fluttuanti di Daniela Frongia https://www.artevarese.com/le-opere-fluttuanti-di-daniela-frongia/ https://www.artevarese.com/le-opere-fluttuanti-di-daniela-frongia/#respond Thu, 26 May 2022 07:00:31 +0000 https://www.artevarese.com/?p=65778 Busto A. – Leggere e fluttuanti “Architetture tessili” segnano un percorso itinerante che dal centro accompagnano al Museo del Tessile dove, nelle sale Gemelle, è ospitata la terza edizione bustocca di “Miniartextil”, la tradizionale mostra di Fiber Art. Sono le installazioni di Daniela Frongia, dal titolo Prospettive, (allestite nel parco del museo -via Galvani -, […]

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Busto A. – Leggere e fluttuanti “Architetture tessili” segnano un percorso itinerante che dal centro accompagnano al Museo del Tessile dove, nelle sale Gemelle, è ospitata la terza edizione bustocca di “Miniartextil”, la tradizionale mostra di Fiber Art.

Sono le installazioni di Daniela Frongia, dal titolo Prospettive, (allestite nel parco del museo -via Galvani -, in via Volta e in piazza Vittorio Emanuele), realizzate site – specific che intendono legare luoghi simbolici della cultura e del cuore cittadino. Non solo. Queste opere tessili, che d’impatto possono apparire grandi reti o gigantesche “ragnatele” infatti, rappresentano per l’artista un percorso introspettivo in dialogo con il territorio, la sua cultura e i suoi abitanti. Con i bustocchi l’incontro, il legame che si è creato, è rappresentato dai tessuti colorati posizionati sull’opera, donati da diverse aziende locali.

Da una serie di nodi si sviluppa tutto i lavoro: grovigli di fili che, come pensieri si intrecciano e si uniscono, tra pieni e vuoti, creando giochi di forme infinite che si allungano e allargano aggrappandosi a sicuri sostegni. Fragilità e stabilità come trame di racconti intimi.
Nella mia ricerca – spiega Frongia – do molta importanza al vuoto. L’installazione ne diventa il contenitore. Racchiuse all’interno dell’intreccio ci sono le mie emozioni, che nascono durante la lavorazione e con le quali mi relaziono, di volta in volta, e che con l’ambiente danno forma e struttura all’opera“.

L’artista tesse i suoi fili su improvvisati telai: qualsiasi luogo si presta ad esserlo. Un’esigenza quella di distruggere la tessitura tradizionale che Frongia, di origini sarde, ha sentito e messo in pratica per portare nella contemporaneità una visione tridimensionale del lavoro.
Opere sospese, cullate dal vento che muove i fili come in una danza scandita da soffi di melodie improvvisate dai ritmi sempre differenti. Oscillano, si muovono e modificano la propria forma.

Dell’artista è possibile ammirare anche la personale, dal titolo “Noi uno Smarrito” allestita fino al 19 giugno allo Studio Legale Albè nella sede di Via Cellini, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, telefonando al numero 0331.639176.

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Miniartextil: tessere culture, cucire la storia https://www.artevarese.com/miniartextil-tessere-culture-cucire-la-storia/ https://www.artevarese.com/miniartextil-tessere-culture-cucire-la-storia/#respond Wed, 25 May 2022 07:00:37 +0000 https://www.artevarese.com/?p=65764 Busto A. – Dell’arte tessile ci si innamora! Anche gli stessi artisti che praticano tecniche diverse sono attratti da fili e intrecci tanto da lasciarsi guidare dalla fantasia e provare a cimentarsi e sperimentare nuove creazioni. Tra questi anche Mimmo Totaro, artista comasco e ideatore con Nazarena Bortolaso,(scomparsa lo scorso mese di aprile), nel 1991 […]

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Busto A. – Dell’arte tessile ci si innamora! Anche gli stessi artisti che praticano tecniche diverse sono attratti da fili e intrecci tanto da lasciarsi guidare dalla fantasia e provare a cimentarsi e sperimentare nuove creazioni. Tra questi anche Mimmo Totaro, artista comasco e ideatore con Nazarena Bortolaso,(scomparsa lo scorso mese di aprile), nel 1991 di “Miniartexil“, la rassegna di arte tessile che compie trent’anni di storia e che a Busto è tornata, nelle sale gemelle del museo del tessile, con la terza edizione.
La manifestazione è organizzata dall’Associazione ARTE&ARTE che porta da Como le visioni evocative e la creatività di grandi nomi dell’arte nazionale e internazionale e di giovani emergenti.

Per Totaro l’approdo nel mondo dell’arte tessile è avvenuto quasi per caso quando, disegnando, ha scoperto che quei tratteggi potevano essere dei fili. “Il passaggio successivo, negli anni ’69-’70 – spiega l’artista – è stato quello di utilizzarli insieme a listelli per realizzare un’installazione“.
Gli anni passano, la passione aumenta così come la ricerca che l’artista approfondisce. Nel 1981, invitato alla Biennale di Losanna porta in mostra, un’opera realizzata con specchi e corde. “In quel contesto ho scoperto che erano molte le persone che lavoravano sulla mia stessa lunghezza d’onda, utilizzando materiali diversi e con risultati differenti. L’affinità però, era molto forte!“.

Sisifo 3, Mimmo Totaro

Quando è nata la Fiber Art, in particolare in Italia, era considerata una produzione di opere di alto artigianato. Col tempo si è sempre più imposto il concetto di arte contemporanea: le ricerche infatti si sono sviluppate in modo approfondito anche a fronte di quello che accadeva all’estero dove già, negli anni ’60/70, facevano discutere e incuriosire gli arazzi che si staccavano dalle pareti per diventare sculture“.

E’ stato un passaggio fondamentale. – commenta Totaro – Lo sviluppo di questa corrente, a mio parere, si è approfondito per quelle esperienze, suggerendo a chi realizzava opere piccole di produrle in grandi dimensioni. Infatti, nel percorso di Miniartexitil, sono molti gli artisti che hanno seguito questo percorso che offre maggiore possibilità di ricerca e creazione“.

Tornando al Museo del Tessile, la rassegna ruota attorno all’esposizione di 54 minitessili (20×20 cm), ai quali si affiancano, installazioni site-specific e lavori di grandi artisti. Quest’anno le opere sono uscite dalle sale per occupare e “legare” alcuni luoghi della città. Sono le architetture tessili di Daniela Frongia che si possono ammirare nel parco del Museo, nelle vie Volta e Montello e in piazza Vittorio Emanuele. Della stessa artista, nella sede dello studio legale Albè (di via Cellini), quale evento collaterale è possibile ammirare la personale dal titolo “Noi uno smarrito” (orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19 prenotandosi allo 0331-639176).

L’esposizione “Miniartextil”, nelle sale del Museo del Tessile e della Tradizione Industriale, continuerà sino al 19 giugno e sarà aperta al pubblico nei seguenti giorni e orari: martedì, mercoledì e venerdì 15 – 19; giovedì 15- 21; sabato e domenica 11- 19.

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Miniartextil torna a Busto Arsizio https://www.artevarese.com/miniartextil-torna-a-busto-arsizio/ https://www.artevarese.com/miniartextil-torna-a-busto-arsizio/#respond Fri, 20 May 2022 16:32:48 +0000 https://www.artevarese.com/?p=65730 Busto A. -Torna Miniartextil, la storica manifestazione dedicata alla Fiber Art contemporanea e da domani, al museo del Tessile, alle 18, si aprirà al pubblico. Dopo i rinvii causati dalla pandemia, finalmente è possibile ammirare, nelle sale gemelle le fantastiche opere di arte tessile contemporanea e i preziosi minitessili firmati dai numerosi artisti, affermati ed […]

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Busto A. -Torna Miniartextil, la storica manifestazione dedicata alla Fiber Art contemporanea e da domani, al museo del Tessile, alle 18, si aprirà al pubblico.
Dopo i rinvii causati dalla pandemia, finalmente è possibile ammirare, nelle sale gemelle le fantastiche opere di arte tessile contemporanea e i preziosi minitessili firmati dai numerosi artisti, affermati ed emergenti, che anche in questa trentesima edizione (per Busto la terza) hanno saputo stupire il pubblico.
La rassegna, si ricorda, è stata ideata da Mimmo Totaro e Nazzarena Bortolaso (recentemente scomparsa) nel 1991 e organizzata dall’Associazione ARTE&ARTE, porta da Como, in tutta Europa, queste fantastiche e suggestive visioni e composizioni.

Novità di questa terza edizione bustocca e per volontà all’Assessorato alla Cultura, parte della mostra è allestita all’aperto. Qualcuno infatti avrà notato in via Volta e in piazza Vittorio Emanuele alcune architetture tessili realizzate come reti, intrecci di filo bianco “ricamati” con ritagli di tessuti e fili svolazzanti. Sono le installazioni intitolate Prospettive di Daniela Frongia, giovane artista di origini sarde, che con le sue opere ha idealmente unito i poli cittadini di conservazione e promozione della cultura, per rinsaldare un legame fra una città attenta e ricca di progetti e la sua storia industriale più importante, quella appunto rappresentata dal distretto tessile. Un legame che l’artista rafforza ancor di più con Busto, la sua tradizione e l’imprenditoria. I tessuti utilizzati infatti sono stati donati da alcune aziende tessili locali.

Il lavoro di Daniela Frongia, Prospettive, attraverso l’architettura tessile costruita manualmente dall’artista mediante una serie di nodi, sviluppa una struttura tridimensionale intesa come rete sociale che pone in dialogo la città con i suoi abitanti; l’opera simboleggia l’unione, lo scambio e il contatto, mostrando come ogni singola azione protratta nel tempo, possa dare forma a nuove realtà. L’architettura leggera e fluttuante, come una danza di colori, si somma al sito che la ospita senza nasconderlo anzi esaltandone le diverse prospettive.

«Il ritorno di “Miniartextil” a Busto, dopo la forzata sospensione dovuta alla pandemia, è stato profondamente desiderato e pervicacemente perseguito – afferma la vicesindaco e assessore a Identità e Cultura Manuela Maffioli -. Esso ritrova e, anzi, rinnova e rilancia le “ragioni” e il senso stesso del suo approdo a Busto, del suo essere a Busto. Una scelta che affonda le radici nell’identità della nostra città, nel suo “DNA tessile”, che, nella fiber art, trova una declinazione estetica sublime. ».

Nelle Sale Gemelle del Museo del Tessile, sono esposti 54 minitessili, opere delicate, ironiche, fragili e potenti, scelte da una giuria presieduta da Mimmo Totaro e composta da Paolo Bolpagni, Maria Luisa Frisa, Francesco Franchi e Giovanni Berera. I minitessili fanno da contrappunto a una mostra che a Como ha celebrato i primi trenta anni di ricerca artistica ininterrotta, a cura dell’Associazione ARTE&ARTE, che ha selezionato opere di nomi importanti e già ospitati a Miniartextil, fra i quali Josep Grau Garriga e Barbara Shawcroft, maestri indiscussi dell’arte tessile, le italiane Wanda Casaril, Marisa Bronzini e Marialuisa Sponga, Mimmo Totaro, anche co-fondatore del progetto; e ancora Filippo Avalle, Gin Angri, Angela Glajcar, Alvaro Diego Gomez Campuzano e i giovani Giulio Locatelli e Guido Nosari.

Miniartexil rimarrà in calendario sino al 19 giugno e sarà visitabile da martedì a giovedì dalle 15 alle 19 (il giovedì sino alle 21); sabato e domenica dalle 11 alle 19.
Evento collaterale alla mostra è la personale di Daniela Frongia, intitolata “Noi uno Smarrito” allestita fino al 19 giugno allo Studio Legale Albè nella sede di Via Cellini, a Busto Arsizio, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, telefonando al numero 0331.639176.

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The great Mary ovvero i colori della gioia https://www.artevarese.com/the-great-mary-ovvero-i-colori-della-gioia/ https://www.artevarese.com/the-great-mary-ovvero-i-colori-della-gioia/#respond Wed, 04 May 2022 07:00:35 +0000 https://www.artevarese.com/?p=65431 Busto A. – L’allegria ha un colore? Una forma? Come viene rappresento dagli artisti quel sentimento di gioia e spensieratezza? Subito il pensiero corre a Henri Matisse, che con i suoi toni vivaci e le danze sospese è riuscito a trasmettere quella sensazione di leggerezza capace di trasportarci in mondi altri e farci sognare. Così […]

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Busto A. – L’allegria ha un colore? Una forma? Come viene rappresento dagli artisti quel sentimento di gioia e spensieratezza? Subito il pensiero corre a Henri Matisse, che con i suoi toni vivaci e le danze sospese è riuscito a trasmettere quella sensazione di leggerezza capace di trasportarci in mondi altri e farci sognare. Così anche i lavori di Elisabetta Cusato, fiber artist che in questi giorni (fino al 15 maggio) espone con la personale dal titolo “The great Mary” allo Spazio Arte Carlo Farioli.

La riflessione su come rappresentare la gioia e il richiamo a Matisse nascono da una frase della stessa artista che, parlando della propria ricerca sottolinea: “chi guarda le mie opere deve trovare quell’attimo di leggerezza e serenità“.
Visitare la mostra, nella sede di via Pellico, è come entrare in un “mondo di meraviglie”, dove le forme danzano a ritmo dei colori e i colori seguono immaginarie melodie. La fantasia non ha confini, guidata dalla mano dell’artista che, ora crea paesaggi immaginari, ora volti improbabili dagli “occhi” curiosi.

Stoffe di infinite consistenze e trame si intrecciano a ritagli e passamanerie: vecchi tessuti, ereditati dalla madre civettano con moderne trasparenze e fili volanti. “Guardare le mie opere, dice l’artista, significa conoscermi meglio, sono… così, come i miei lavori: positiva e solare”.

Vien da pensare, quale nesso ci sia tra quello sinora raccontato e il titolo della personale, “The great Mary”, “La grande Maria”. Elisabetta Cusato, alias Eliscus, con questa mostra intende ricordare e omaggiare, in realtà, due donne che nella sua vita sono state e ancora lo sono, molto importanti: la prima, è la mamma, che le ha trasmesso la passione per i tessuti; l’altra è Maria Lai, nota artista conosciuta per le sue opere tessili.

Tra i “petali” di Eliscus non mancano emozioni sincere e una sottile poesia. Fanno capolino tra i fili svolazzanti… mentre da un piccolo ritaglio… corre la memoria nei ricordi.

Nel corso della mostra, che rimarrà in calendario sino al 15 maggio, sono stati organizzati due laboratori previsti per sabato 7 e 14 maggio, dalle 16.30 alle 18.30. Prenotazione obbligatoria scrivendo a: info@farioliarte.it. Orari al pubblico: da giovedì a sabato 16.30-19, Festivi 10.30-12/16.30-19.

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